PASUBIO (A. T., 17-18-19)
Gruppo montuoso delle Prealpi Venete tra i Sette Comuni (a oriente) e i Lessini (a occidente), che presenta un aspetto imponente e frastagliato a chi guardi da Vicenza verso NO., importante per essere stato, durante la guerra mondiale, la chiave di tutta la fronte tridentina dall'Adamello alla Brenta. Esso si protende verso N. tra il Leno di Vallarsa e il Leno di Terragnolo col M. Corno e con il Col Santo (m. 2114) sopra la conca di Rovereto, mentre verso S. si spinge su Schio fra i torrenti Posina e Leogra coi Forni Alti, il M. Cogolo, il Novegno. Per tre lati strapiomba con pareti rocciose, mentre verso Val Terragnolo degrada con un pendio dolce. Mediante il Piano delle Fugazze (m. 1157: strada Schio-Rovereto) si riallaccia ai Monti di Recoaro (Lessini), mediante il Passo della Borcola (m. 1206) alle montagne di Posina e di Laghi, mentre a E., dopo essersi abbassato a m. 1056 al Col di Xomo, si salda al massiccio di Novegno-Priaforà. La sommità è un vasto altipiano, dall'aspetto severo e imponente, discretamente mosso, con una serie di alture superiori ai 2000 m. disposte a catena (Soglio dell'Incudine, Palon, Roite, Col Santo). Il cocuzzolo a S. del Palon, col Palon (m. 2235) e il Dente Italiano costituiscono (r. decr. 29 ottobre 1922), la zona monumentale, circoscritta da 30 cippi che portano incisi i nomi delle medaglie d'oro ivi cadute e dei reparti combattenti. Al Dente Italiano era contrapposto il Dente Austriaco. Sul Colle Bella Vista (m. 1250, non lontano dal Piano delle Fugazze) sorge in un'ampia spianata il sacello-ossario (inaugurato il 29 agosto 1926) con una torre alta m. 31,5, larga alla base m. 10,5.
Sotto l'aspetto tettonico l'area mediana del gruppo costituisce un ellissoide allungato da NE. a SO., con la concavità rivolta a SE., interrotto da numerose faglie e da ammassi di rocce eruttive. La cima del Pasubio è formata da una potente serie di strati calcarei (del Giurassico inferiore) non ancora demoliti dall'erosione, i quali poggiano su banchi di dolomia inclinati debolmente verso NO. In alto vi sono aree a conca e a circo d'origine glaciale e fenomeni carsici (doline, voragini, campi carreggiati); l'aspetto è arido e la vegetazione mancante.
L'idrografia del gruppo è rappresentata da corsi d'acqua conseguenti, che hanno per affluenti corsi secondarî, longitudinali rispetto alle pieghe della catena.
Operazioni militari durante la guerra mondiale. - Il monte Pasubio fu occupato nelle prime ore del 24 maggio 1915 da reparti alpini (battaglioni Vicenza e Val Leogra), e l'occupazione fu nei giorni successivi ampliata fino al Col Santo. La situazione rimase stazionaria fino all'offensiva austriaca del maggio 1916. Il giorno 18, caduto inopinatamente il Col Santo, si temette molto per le sorti del Pasubio, ma un battaglione della brigata Volturno vi poté essere inviato in tempo e prevenire il nemico. Contro la nuova linea italiana gli Austriaci si accanirono, nei giorni successivi, con azioni violente di artiglieria e ripetuti attacchi di fanteria, senza però riuscire a infrangerla: un ultimo attacco più deciso degli altri, il 4 luglio, fu respinto dopo dura lotta, e con perdite rilevanti da una parte e dall'altra. Nell'ottobre dello stesso anno, con una serie di fortunate e abili operazioni, la 44ª divisione riuscì a riconquistare tutta l'Alpe di Cosmagnon, con il pianoro omonimo, allargando così il respiro dell'occupazione italiana a nord e a ovest del Pasubio; il cosiddetto Dente del Pasubio, più volte preso e riperduto dagli Alpini, fu, alla fine, dovuto abbandonare. Durante l'anno 1917, e parte anche del'18, infuriò sul Pasubio la lotta di mine. Non avendo potuto aver ragione della difesa italiana con gli attacchi in forze, gli Austriaci tentarono ripetutamente di far saltare le posizioni nemiche; ma per le predisposizioni e le contromine preparate dalle truppe italiane del genio, anche questa nuova forma di lotta rimase infruttifera. Tra le mine più importanti fatte brillare dagli Austriaci, sono da ricordare quelle del 29 settembre 1917, del 24 dicembre 1917 e del 13 marzo 1918. Il Pasubio rimase saldamente in possesso degl'Italiani fino al termine della guerra, proteggendo da ogni sorpresa la pianura vicentina.
Bibl.: R. Fabiani, La regione del Pasubio, Venezia 1920.