CROGI, Passitea
Nacque il 14 sett. 1564 a Siena da Pietro e da Camilla Balgiani.
Emula di s. Caterina, fin da giovanissima fu molto attiva nel campo assistenziale specialmente dei neonati abbandonati. Suo maestro fu l'istitutore dei cappuccini Matteo da Bascio. Nel 1590 in seguito alla morte dei genitori raccolse un gruppo di giovani donne e con esse formò la prima congregazione. Monsignore Ascanio Piccolomini, arcivescovo di Siena, non volle riconoscere la congrega, soprattutto per le precarie condizioni economiche della città e per il gran numero di conventi già esistenti. L'invito di formare una congregazione venne invece da Firenze, ma, nonostante la protezione delle più importanti famiglie fiorentine e il favore di Cristina di Lorena e Maria Maddalena d'Austria, la C. e le diciotto consorelle che l'avevano seguita non riuscirono a raggiungere il loro scopo. Durante questo soggiorno (dal luglio 1597 all'aprile dell'anno successivo), la C. intervenne direttamente nelle trattative per il matrimonio di Maria de' Medici con Enrico IV.
Su istanza dei Senesi il cardinale Tarugi, successore dell'arcivescovo Piccolomini, chiese alla C. di tornare nella sua città. Conservando cordiali rapporti con la corte fiorentina ella partì da Firenze e il 13 dic. 1598 prese possesso della chiesa di S. Egidio, della casa e delle sue adiacenze per l'edificazione del convento. Nel 1600 con aiuti del cardinal Tarugi, dei Medici e delle principali famiglie senesi s'iniziavano i lavori del monastero che si sarebbero conclusi nel 1603. Le povere cappuccine si votavano alla clausura e alla più stretta osservanza delle regole di s. Chiara.
Nel 1602 e nel 1609 la C. è a Parigi ospite di Maria de' Medici regina di Francia. I suoi cordiali rapporti, non si sa quanto disinteressati, con la regina indussero gran parte della corte a ritenerla non estranea alla nomina di reggente data da Enrico IV alla moglie.
Questi soggiorni parigini (in particolar modo il secondo) avranno poi ripercussioni negative nel processo di canonizzazione della fondatrice delle cappuccine. Non è da escludere infatti che alla tesi dell'intrigo ai danni dei coniugi Concini, sostenuta dal vescovo di Tours, la C. non fosse del tutto estranea. Si hanno notizie di questo fatto da una lettera che il 10 giugno 1617 il cappuccino Bernardino Piccolomini scrisse ad Alessandro Petrucci, arcivescovo di Siena. Il cappuccino riferisce, infatti, che, incontrandosi con il vescovo di Tours e parlando con lui della C. ne sentisse giudizi non lusinghieri: "Mons. Arcivescovo cominciò a contradirmi e dire che in Francia non era in questo credito, e particolarmente dopo il secondo viaggio che la Madre Passitea fu a Parigi; e specialmente per la passione che senza alcuna occasione haveva dimostrata et esercitata contro il detto Maresciallo [Concino Concini] e sua moglie, liavendo fatto ogni sforzo per persuadere ed indurre la Maestà della regina a levarseli di torno e mandarli via perché sarebbero la sua rovina e della Francia".
Pur sapendo che monsignor di Tours era Sebastiano Galigai, fratello di Eleonora moglie del Concini, e che Luigi XIII era ormai ansioso di governare liberamente, resta comunque la testimonianza in negativo per la C., che del resto si era vista già attiva nelle trattative per il matrimonio della Medici. Le sue manovre cortigiane coperte dall'alone santificante della sua presenza avrebbero dato origine ad un episodio oscuro e tragico. Sta di fatto che i coniugi Concini, morti miseraTente, l'uno ucciso e l'altra decapitata e bruciata come strega, avevano perduto la stima della regina per gli interventi della Crogi.
Non è sicura la fondazione di un monastero a Parigi, mentre è certa quella di un convento a Piombino e di uno a Santa Fiora sul Monte Amiata, quest'ultimo in particolare per l'interessamento e con la collaborazione della duchessa Eleonora Orsini.
Nell'inverno del 1615, mentre si trovava a Siena, nel monastero di S. Egidio, le sue condizioni di salute si aggravarono e il 13 maggio 1615 morì.
Della C. ci restano molte lettere per lo più inedite, scritte alle consorelle. In esse risalta il tono ossessivo sulla necessità della totale osservanza della regola e non è difficile supporre che il timore del mancato adempimento dei comandamenti monastici tormentasse innanzitutto la sua coscienza.
Il primo processo di canonizzazione iniziato nel 1615 fu interrotto per la morte dell'arcivescovo Petrucci avvenuta nel 1628. Agli inizi del sec. XVIII i deputati delle cappuccine si rivolsero alle curie di Siena, Firenze e Santa Fiora e diedero incarico a due notai di collazionare e autenticare gli scritti processuali per tentare di riaprire il caso. La carica di "promotore di fede" era affidata in quel periodo al cardinale Prospero Lambertini, noto per la sua fermezza e per il suo rigore. A parte i numerosi vizi formali dei documenti processuali, il soggiorno parigino e gli intrighi di quella corte, nella quale la C. aveva svolto un ruolo non secondario, uniti all'eccessivo zelo, penitenziario, non convinsero il futuro Benedetto XIV.
Fonti eBibl.: La document. manoscritta sulla C. è abbondante e sparsa in molti archivi e biblioteche sia in Italia sia in Francia. Una ricognizione puntuale e precisa non è stata finora fatta anche se E. Lazzareschi. attento biografo della C., ha svolto un notevole lavoro di ricerca di questo materiale. Presso la Bibl. Angelica di Roma si trova una copia del sec. XVIII de La vita della venerabiliss.ma Madre Passitea Crogi da Siena scritta dal molto Rev.do Padre Don Ventura Venturi da Siena Abbate Olivetano (ms. 2046, cc. 4-117) scritta in base alle notizie lasciate da padre D. Marchi. confessore della C., e con riferimento alle deposizioni del processo informativo per la sua beatificazione. Si veda, Inoltre, N. Pasquier, Lettres, Paris 1623, p. 17; M. de Morgues, Les deux faces de la vie et de la mort de Marie de Médicis, Anvers 1643, p. 14; L. Marracci. Vita della ven. Madre P. C., Roma 1669; E. von Stockberg, Leben der Mutter P. C., Mayntz 1707; M. de Béthune, Mémoires, VI, Londres 1778, p. 215; G. Canestrini-A. Desjardins, Négociations diplom. de la France avec la Toscane, V, Paris 1875, pp. 540, 560; VII, pp. 136-137; B. Zeller, Henri IV et Marie de Médicis, Paris 1877, p. 214; A. Liberati, Notizie, in Misc. stor. senese, III (1895). 3, p. 43; L. Cappelletti, Storia della città e Stato di Piombino, Livorno 1897, p. 299; L. Batiffol, La vie intime d'une reine au XVII siècle, Paris 1906, pp. 16, 183, 389, 394; E. Lazzareschi, Una mistica senese: P. C. 1564-1615, in Bull. senese di storia patria, XXII (1915). 3, pp. 419-433; XXIII (1916), 1, pp. 3-46; 2, pp. 123-164; Lexicon Capuccinum, Romae 1951, p. 1289.