PASSAMANERIA
. Col nome di passamani s'indica un numero assai grande di tessuti e d'intrecci usati per guarnizione, come cordoni, fiocchi, trecce, frange, galloni, lavori con fili d'oro e d'argento, ecc.
L'uso dei passamani risale alla più remota antichità: oggetti di passamaneria sono stati trovati nelle tombe egiziane, e presso i popoli primitivi hanno sempre costituito un ornamento del vestiario. Enormemente diffusi in Oriente nei tempi antichi, sembra che di là siano passati in Europa, prima che altrove in Italia, all'epoca dei Mori; è probabile però che l'arte della fabbricazione dei passamani esistesse già prima in Europa, perché è certo che quest'arte si è sviluppata in seno a ogni popolo seguendo il progredire del suo gusto artistico nell'ornamentazione degli abiti.
Per la confezione dei passamani generalmente s'adopera qualsiasi tipo di fibra tessile, in prevalenza cotone e rayon. I tipi di produzione possono essere raggruppati, secondo il loro uso, in passamaneria per ammobigliamento, che comprende le guarnizioni per quadri, portiere, tende e cuscini, come galloni, bordi, cordoni, fiocchi, ecc.; passamanerie per l'abbigliamento femminile, un tempo in gran voga, ora in decadenza (alamari arabescati, bottoni e merletti, fiocchetti, ecc.; alcuni tipi di passamano si adoperano oggi per speciali abbigliamenti maschili); passamaneria ecclesiastica per ornare le pianete, i drappi, i paramenti, ecc., come galloni, frange, bindelline, cingoli, tocche, fiocchi, cordoniere, ecc.; passamanerie per automobili, per vetture ferroviarie e per piroscafi (galloni alza cristalli, fiocchetti per tendine, galloncini, ecc.: notevole è la produzione di speciali cuscinetti felpati occorrenti per la lubrificazione degli assi delle ruote dei vagoni); passamanerie per uniformi e per costumi teatrali (alamari, cordelline, dragone, galloni, ecc.).
Secondo la lavorazione i passamani si distinguono in semilavorati o trecciati, che hanno varî impieghi tessili, fra cui la fabbricazione dei passamani finiti, e in finiti, che servono specialmente per l'addobbo, ma sono anche richiesti per occorrenze tecniche.
Il nome di passamano, che si può tradurre come "guarnizione tessile confezionata a mano", è significativo, per quanto molte lavorazioni di passamano siano ora fatte parzialmente e anche totalmente a macchina.
Le prime applicazioni a macchina per la produzione dei trecciati risalgono al 1748 e hanno come paese d'origine l'Inghilterra. In seguito si diffusero anche in Francia e verso la fine del sec. XVIII passarono in Germania portate da emigranti francesi. Accanto alle trecciatrici si svilupparono pure i telai a mano e le macchine a crocheter, per la fabbricazione di trecciati e di passamani finiti, nonché alcune piccole macchine a uncino, prototipo delle attuali macchine per maglieria.
Le trecciatrici, i telai e le macchine a crocheter sono i tipi attualmente più in uso per la fabbricazione della passamaneria: i loro prodotti si differenziano nella lavorazione in quanto il telaio intreccia ad angolo retto l'ordito e la trama; la trecciatrice ha un unico ordito montato sopra i fusi che intreccia sé stesso; nella macchina a crocheter è la trama che fa il punto catenella. Tutti e tre i tipi sono muniti di Jacquard.
Oltre a queste macchine e a quelle ausiliarie, di preparazione e finitura, comuni agli altri generi di tessuti (incannatoi, spolatoi, orditoi, abbinatrici, ecc.), altre speciali occorrono come ritorcitrici per frange, macchine per agremani, cordonatrici, macchine per ciniglie macchine per filati di metallo, laminatoi per tirati di metallo, macchine per vergole, ecc.
Complessivamente, l'industria italiana dei passamani conta circa 90 ditte di cui la maggior parte accentrate in Lombardia e in Piemonte. La sua produzione è assai forte e non solo riesce ad approvvigionare il mercato interno, ma ad alimentare una discreta corrente di esportazione.
Numerosissimi sono i tipi di passamani, sia semilavorati, sia finiti, in uso; i principali sono i seguenti:
Passamani semilavorati. - Bottoniera. - Trecciato elastico forato per ganciare bottoni specialmente nelle confezioni d'indumenti per bambini.
Canottiglia. - Spirale fitta di metallo, vuota nell'interno: si fa in 3 tipi: "opaca" con tirato metallico tondo, "lucida" con lametta e "brillante" con lametta, che prima dell'avvolgimento è stata sfaccettata. S'impiega in tutti i ricami di metallo.
Cartolina. - È una lista sottile di pergamena ricoperta a fitta spirale da fibra tessile. Alla lista vengono sostituite anche due sottili vergoline.
Ciniglia (v.). - Cilindro vellutato ottenuto mediante il taglio di fili di rayon, cotone o lana, racchiusi al centro tra due sottili tortiglioni di cotone. Ha l'aspetto di coda di gatto. Serve per ricami e per confezioni varie.
Grifferino. - È formato da due fili attorcigliati in modo da formare un tortiglione che si ricopre a spirale con lametta metallica.
Lucignolo. - Trecciato usato per confezione di fiocchi e per l'anima di candele.
Patten. - È un trecciato a sezione quadrangolare a 14 fili eseguito con filato lucido, generalmente 12/5 per la confezione di bretelle.
Quadriglione. - È un trecciato a sezione quadrangolare in seta, o altro filato con imbottitura di una o quattro anime.
Racello. - È un nastrino di fili vegetali incollati, sui quali è sovrapposto uno strato di cellulosa, usato per la fabbricazione di cinture e per cappelli da signora.
Sforzata. - È ottenuta ritorcendo quale anima, fili di cotone o cascame soffice, rivestito in senso contrario con più fili di seta e serve per lo più ad eseguire tubolari destinati alla confezione di bretelle.
Stringa o laccio. - È costituito da fili vegetali di qualunque tipo, generalmente usato per l'allacciatura delle scarpe.
Vergolina. - È costituita da un'anima, per lo più di cascame di cotone ritorto, attorno alla quale viene avvolto a spirale un filo di seta, rayon o altra fibra. Due o più vergoline ritorte formano un cordone. La possibilità di fare vergoline a colori misti o di torcere vergoline di diversi colori, consente infinite applicazioni. La vergolina tessuta con uno stretto bordo, in modo che parte rimanga libera e quindi sia torcibile su sé stessa, diventa frangia ritorta. La vergolina è adoperata in certi ricami e per la retinatura di parti terminali di fiocchi (i cordoni pendenti nelle carrozzerie d'auto finiscono in una pera retinata con vergolina). Secondo la diversità di copertura, la vergolina si chiama rugginina, milanese, ecc.
Vermiglia. - È formato da fili di canottiglia infilati su tirato e ritorti assieme.
Vermiglione. - È formato da pezzi di canottiglia infilati su cotone o seta attorcigliati insieme, lasciando libero un pezzo di filo di cotone o seta: il vermiglione è elemento di frangia e serve per coprire fiocchi di dragone, ecc.
Passamani finiti. - Agremano. - Nastro a disegno traforato, tessuto con telaio ad aghi e legature a catenella.
Alamari. - Guarnizione della giubba che, in effetto, solo apparentemente ne sostituisce la bottoniera (p. es., alamari per pigiama, alamari per colletti dell'uniforme dei RR. CC.).
Balzanetta. - Nastro in chappe nei colori di rito, specialmente impiegata per i segnalibri ecclesiastici.
Banda. - Nastro con rilievo centrale intrecciato, oppure gallone di fibra tessile o metallica a disegno. Viene cucita sulla costura esterna dei pantaloni.
Battentino. - Nastro pesante, con una sola cimossa molto larga e la parte operata ottenuta con disegni in velluto riccio. Serve alla bordatura di cuscini delle vetture ferroviarie e automobili. Quando ha due cimosse si chiama "pistagna".
Biesso. - È un gallone a due strati: l'inferiore costituito da un semplice bordo, il superiore da vergoline tessute di sbieco. Adoperato per ornamento nelle tappezzerie di stile barocco, Luigi XV e XVI.
Bindellina. - Nastro, il cui ordito è costituito da una laminetta di metallo (oro o argento) tenuto insieme da un sottilissimo filo di seta. È applicata, in diverse larghezze, sui tessuti dei paramenti ecclesiastici.
Bordino. - Piccolo nastro, dell'altezza non superiore di 15-16 mm. con disegno generalmente semplice, che serve a bordare la copertura di sedie, ottomane, ecc.
Bordo. - Nastro, generalmente a disegni, impiegato per ricoprire i lati, le pieghe o le cuciture dei tessuti.
Bracciale (fr. embrasse). - Così chiamato per i due tratti di cordone, riuniti al centro da un'annodatura con fiocco che, come braccia, servono a trattenere tende da finestra o tendoni da porte.
Cingolo. - È una cordoniera a due fiocchi, portata sulle vesti ecclesiastiche dalle confraternite.
Cordellina. - Costituita da due o più trecce di cordone, ai cui capi estremi vengono applicati dei puntalini di metallo o di altra materia. Viene indossata sulle uniformi, per speciali distinzioni.
Cordone. - Ottenuto dalla torsione di due o più vergoline o tortiglie. Torcendo fra loro cordoni con vergoline, si hanno cordoni operati di bellissimo effetto.
Cordoniera. - È costituita da un'unica treccia, alla cui estremità si applica un fiocco; serve generalmente per guarnire il copricapo dei corpi armati (fez della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale). Recentemente le cordoniere hanno trovato largo impiego nei lampadarî elettrici; in tal caso, nella cordoniera passa il filo conduttore della luce e le estremità della cordoniera stessa sorreggono il lampadario.
Doppio tondo (fr. soutache). - Rivestimento a 8 di due tubolari di cotone fatto con qualunque fibra tessile (vegetale, animale o metallica).
Dragona. - Cordone ripiegato, tenuto chiuso da un passante. Le estremità del cordone sono unite a un fiocco. La dragona si applica abitualmente all'elsa della sciabola.
Fettuccia. -. Nastro di altezza e peso molto tenui, intrecciato con armatura semplice, che serve per allacciature e orlature di tessuti.
Fiocco. - Passamano ottenuto con un fascio di fili, legato da una parte e tagliato dall'altra. La parte legata si chiama testa, che viene lavorata. imbottita, abbellita con applicazioni, vergoline, ecc.
Frangia. - V. frangia.
Gallone. - Nastro molto spesso adoperato, p. es., come tiravetri nelle vetture ferroviarie e automobilistiche. Gallone si denomina ogni nastro o treccia quando è usata nella confezione di gradi e distintivi.
Listello vellutato (fr. marabout). - Ottenuto col procedimento del moletto, tessuto però con fibra finissima (generalmente toussak). Tagliando l'estremità libera del tessimento, questo si apre formando un mezzo cilindro di velluto. Viene adoperato per bordatura di tappezzerie.
Moletto. - Frangia, la cui parte scoperta di tessimento non viene tagliata all'estremità, ottenendo quindi al disotto della cimossa un'anellatura.
Mostrina. - Pezzo di nastro ripiegato e applicato al bavero.
Pendaglio. - Passamano impiegato nelle carrozzerie ferroviarie e automobilistiche per sorreggere il braccio o la mano. Costituito da un cordone finente in fiocco, oppure da un gallone ripiegato.
Pennacchio. - È un moletto di lana attorcigliato su fusto metallico. Si usa nei convogli funebri (sulla testiera dei cavalli e ai lati del carro).
Pimpinella. - Sorta di pizzetta, ma fabbricata con filati metallici (lamette, filato, grifferino, ecc.); serve alla bordatura di bandiere, gagliardetti, fiamme, ecc., e per diversi addobbi ecclesiastici.
Pizzetta. - Ottenuta col procedimento della frangia e del moletto, però molto più bassa e leggiera. Generalmente, con la diversa lunghezza delle parti libere di tessitura, si ottiene un effetto di linea spezzata regolare. Serve per bordature di tendine da finestra.
Pompone. - È un fiocco di forma sferica.
Tocca. - Gallone alto da 3 a 60 cm., tramato alternativamente di lamina metallica e canapa; è impiegato in addobbi funebri nelle chiese.
Treccia. - Si ottiene con tre o più fusi che, incrociandosi, intrecciano i fili che li avvolgono. Si fanno trecce da tre a parecchie centinaia di fusi. L'intrecciatura può essere comandata con ratières o Jacquard; si ottengono così trecce e disegno ricamato o traforato.
Tripolino. - Catenella a maglie fittissime ottenuta con un filo unico, lavorato a uncinetto.