PASSACAGLIA
. Danza aulica (probabilmente d'origine spagnola, come suggirisce l'etimologia da pasar e calle) ancora in uso alla corte di Luigi XIV, dove era svolta da un solo danzatore. Di essa rimane oggi in uso soltanto la forma musicale, consistente in un seguito, più o meno organico, di variazioni d'un periodo dato, generalmente di 8, ma anche di 4° di 2 misure, in ritmo ternario e movimento di solito sostenuto. Tale forma s'avvicina a quella della ciaccona (v.), con la quale si confonderebbe se non presentasse spesso in variazione la stessa frase basica, nella ciaccona di solito lasciata invariata a costante fondamento (come basso ostinato) delle diverse zone. Ma anche questa distinzione non è sicura. Esempî notevoli di passacaglia si dànno presso G. Frescobaldi (Toccate d'intavolatura, I), G. B. Lulli (Acis et Galathéé, con parti vocali), D. Buxtehude (Passacaglia per organo in 28 variazioni nel basso), J. S. Bach (oggi nel vol. XV della Gesammelte Ausgabe), C. Franck (2° corale per organo), J. Brahms (finale della IV Sinfonia) e A. Casella (II tempo della Partita in do maggiore per pianoforte e orchestra).