MIGLIORETTI, Pasquale
– Nacque a Ostiglia (presso Mantova) il 26 febbr. 1822, da Pietro e da Domenica Dalseno. Si formò all’Accademia di Brera con gli scultori Pompeo Marchesi e Innocente Fraccaroli, grazie a una sottoscrizione popolare organizzata fra i concittadini dall’arciprete Luigi Martini (Sartori, p. 1900).
Esponente del romanticismo milanese, fu molto abile come ritrattista, dote che gli procurò molte commissioni per l’esecuzione di busti-ritratto (Tibaldi). Per la facciata dell’ospedale di Ostiglia, alla metà degli anni Quaranta, realizzò un mascherone raffigurante una Testa di leone e una Cicogna con piccoli che spezza un serpente (ripr. in Sartori, p. 1900, come la maggior parte delle opere citate).
È una scelta iconografica che allude alla virtù di sconfiggere il male e alla lex ciconiaria, ovvero l’obbligo dei figli di curare i genitori: monito che trova ragion d’essere sulla facciata di un ospedale. Tuttavia, secondo quanto riferisce Tibaldi, la cicogna, intenta a nutrire i suoi piccoli, simboleggerebbe Ostiglia, prodiga di cure verso i suoi cittadini.
Negli stessi anni, per la medesima sede, scolpì il Busto di don Giulio Zapparoli (Ostiglia, cappella dell’ex ospedale).
Espose frequentemente all’Accademia di Brera dalla seconda metà degli anni Quaranta alla metà degli anni Settanta. Nel 1847 l’arciprete Luigi Martini, dopo aver promosso una sottoscrizione popolare, gli affidò il restauro della statua di S. Francesco d’Assisi nella parrocchiale di Ostiglia. Nel 1850, quando il M. era residente a Milano, partecipò all’Esposizione di opere di belle arti con Abele agonizzante, una scultura che risente dell’influenza di L. Bartolini (Tibaldi).
Nel 1855 scolpì un medaglione in marmo raffigurante i suoi genitori (Ostiglia, scalone del palazzo del Municipio), di impostazione classica, nel quale il delicatissimo profilo della madre, realizzato con la tecnica dello stiacciato, emerge dietro quello più solido del padre, sottolineando l’unità dei due sposi, ritratti quasi come se fossero un unico volto. In quello stesso anno ottenne la medaglia d’oro della II classe all’Esposizione universale di Parigi e nel 1857, per l’ospedale Ciceri-Fatebenesorelle di Milano, realizzò il Monumento alla nobile Adelaide Grillioni (unica opera del M. ancora esistente in quella sede). Per il duomo di Milano, nel 1860, realizzò la statua di S. Amedeo e, nel 1863, quella di S. Biagio martire vescovo di Sebaste.
Dagli anni Sessanta le commissioni, sia pubbliche sia private, le partecipazioni alle mostre, i premi e gli incarichi si moltiplicarono. Il M. era membro del consiglio dell’Accademia di Brera e all’Esposizione universale di Parigi del 1867 ottenne la medaglia d’oro per Charlotte Corday (di cui esistono varie versioni: Sartori, p. 1903), opera già esposta nel 1865 a Brera e in mostre successive. Nel 1868 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di Torino, con tre opere in marmo: Abele morente, un busto di Ofelia (ubicazione ignota) e un busto di Madonna (1864), recante la scritta Virgo virginum, nella collezione della Galleria d’arte moderna di Milano, nella quale figura anche un’altra opera del M., Bimba.
Nel 1869 partecipò all’Esposizione generale di belle arti a Monaco e alla Promotrice di Torino e, nel 1870, alla Mostra italiana d’arti belle a Parma, con la scultura È morta, presentata nello stesso anno anche a Brera (ibid., p. 1906). Fra il 1869 e il 1871 realizzò un elevato numero di sculture funebri e monumenti (compresa l’esecuzione delle parti architettoniche), fra i quali si segnala Dante Alighieri (ibid., p. 1909).
Il monumento fu prima collocato nella piazza del Broletto di Mantova, poi trasferito in piazza Dante (1894), successivamente sistemato nell’esedra di palazzo Te e infine donato nel 1979 alla cittadina di Ostiglia, che lo posizionò nel viale centrale del giardino comunale. Il basamento è caratterizzato da una struttura neo-gotica, formata da un piedistallo decorato con archi trilobati, tipica del revival storicistico dell’epoca, mentre la statua, che risente dell’opera del milanese Giuseppe Grandi, raffigura il poeta in piedi, assorto nei propri pensieri, con lo sguardo rivolto in basso (ibid.).
Nel 1872, in piazza Sordello a Mantova, venne inaugurato il Monumento ai martiri di Belfiore. Era stato commissionato dal Comune, ma fu smontato nel 1930 su disposizione della Soprintendenza. Recentemente è stato ricostituito nei giardini di Belfiore. Nel 1874 il M. realizzò il monumento sepolcrale Angelo che accoglie l’anima di una bambina (Milano, cimitero Monumentale), commissionatogli dalla famiglia Cicogna. Nel 1878, per lo scalone del municipio di Mantova, eseguì una lapide in marmo con una medaglia bronzea raffigurante il Re Vittorio Emanuele II, accanto a due chimere (L’inaugurazione
…).
Lo stile del M. non fu influenzato dalla scapigliatura lombarda e restò sempre essenzialmente legato a canoni classici con equilibrati accenti romantici (Tibaldi). Secondo la critica, aveva una perfetta conoscenza dell’anatomia, del disegno e della prospettiva, sempre correttamente impiegati. Si ispirava preferibilmente al verismo per i ritratti (con un’attenzione all’introspezione psicologica del modello), al classicismo per la statuaria ufficiale e al romanticismo per le architetture e le allegorie (ibid.). Si pose sempre come scultore, anche nella progettazione di monumenti di grandi dimensioni, seppure i suoi disegni rivelano una sensibilità per gli aspetti grafici e architettonici.
Il M. morì a Milano il 17 febbr. 1881 e fu sepolto nel cimitero Monumentale, per il quale aveva realizzato numerose sculture.
Alcune sue opere vennero presentate all’Esposizione nazionale di belle arti di Milano del 1881, poco dopo la sua scomparsa.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in L’Illustrazione italiana, VIII (1881), p. 155; L’inaugurazione della lapide a Vittorio Emanuele II, in Gazzetta di Mantova, 19 sett. 1878, p. 2; D. Tinti, Gli ostigliesi illustri da Cornelio Nepote a P. M., Ostiglia 1935, pp. 73, 75 s., 82; U. Tibaldi, P. M. artista. Un classico con venature romantiche, in Gazzetta di Mantova, 18 ott. 1988, p. 15; A. Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento, Torino 1990, p. 105; Ad. Sartori - Ar. Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, IV, Mantova 2002, pp. 1900-1917 (con bibl.).