CASTAGNA, Pasquale
Nacque il 18 nov. 1819 a Città Sant'Angelo (Pescara) da Michelangelo e da Raffaela Della Cananea. Dopo i primi studi, nei quali fu seguito dal padre e da D. Gatti, perseguitato politico rifugiato presso la famiglia Castagna, sedicenne fu mandato all'Aquila per meglio seguire gli studi di retorica, eloquenza e filosofia. Qui conobbe L. Dragonetti, G. C. Pica, S. Spaventa, C. De Meis, con i quali mantenne duraturi rapporti di amicizia. Seguì studi di diritto e di teologia ad Ortona presso la scuola di D. Puglisi, e più tardi si iscrisse all'università di Napoli per frequentarvi anche dei corsi di medicina.
A Napoli la cultura letteraria del C. si raffinò alla scuola di B. Puoti. Nel '42 si fece conoscere scrivendo, accanto a N. Tommaseo, G. Berchet e al Puoti, una strenna di gran successo, Il Menestrello (Napoli). Nel '41 invitato da G. Di Cesare, recensì sul napoletano Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti la Scienza della vita di Valery (A.-C. Pasquin), la prima annata dell'Archivio storico italiano di G.P. Vieusseux, la Storia della colonna infame di A. Manzoni, e altri lavori; nel '44 collaborava ai giornali napoletani Poliorama pittoresco, Temi napolitana, Lucifero, Formica e alla strenna Il Vesuvio.
Il tentativo di pubblicare, nel 1841, insieme con S. Spaventa e P. D. Marchione un giornale di tendenze liberali, Il Corriere italiano. fu stroncato sul nascere dalla censura, e l'unico fascicolo venuto alla luce fu sequestrato. Negli anni seguenti entrò nelle fila della cospirazione liberale, e fu sorvegliato dalla polizia. Abbandonò allora Napoli, e nel 1847 era a Città Sant'Angelo.
Vi ricoprì alcune cariche: consigliere del distretto, sovrintendente delle carceri, priore della Confraternita del SS. Rosario; propose anche un regolamento per l'erigenda Cassa di risparmio. Questo suo impegno pubblico fu però interrotto da provvedimenti di polizia: al C. fu notificato l'ordine di domicilio coatto e l'interdizione da tutti gli uffici civili. Ritornò allora agli studi impegnandosi nella collaborazione a Il Regno delle Due Sicilie descritto e illustrato stampato a Napoli nel 1853. che gli procurò la nomina a socio dell'Accademia fisio-medica statistica di Milano.
Ritornato a Napoli nel '60, il C. riprese i contatti con i vecchi amici, e S. Spaventa, allora ministro di polizia della Luogotenenza napoletana, lo volle con sé come ufficiale di carico della Polizia generale. Si distinse sia per le disposizioni prese nella lotta contro, la camorra, sia per le modifiche ai regolamenti carcerari dello stabilimento penale delle Tremiti. Ancora per opera di S. Spaventa fu chiamato, nel maggio '61, a dirigere la segreteria dell'Ufficio sussidi per i perseguitati politici, ed è del C. la compilazione dell'elenco dei patrioti colpiti dal regime borbonico. Pur occupato da questi incarichi pubblicò, sempre nel '61 a Napoli, un'opera giuridica sul Dirittocostituzionale. Evitando però onori e cariche, il C. preferì tornare, nel '62, a Città Sant'Angelo, dove si dedicò, oltre che agli studi, all'insegnamento gratuito per i giovani del paese. Risale a questo periodo la prima idea dell'opera "La Storia d'Italia dall'Evo mitologico sino al nostro vivente", rimasta incompiuta e inedita. Per le esigenze del lavoro il C. si trasferì poi per due anni, dal '65 al '67, a Firenze, dove dava alle stampe, nel '65, il divulgativo Commentario allo Statuto italiano.
Nel '67 ritornò per sempre a Città Sant'Angelo. Dopo aver pubblicato la Vita del cav. D. De Caesaris (Napoli 1867), si dedicò allo studio dello Statuto delle arti di Città Sant'Angelo (Napoli 1868), che avrebbe dovuto far parte di un'opera più ampia, rimasta inedita, dal titolo "Dell'associazione degli operai". Nel '68, in occasione delle elezioni, fece stampare a Napoli una Proposta di legge elettorale, i cui punti principali sono il suffragio universale (esercitato al compimento del venticinquesimo anno d'età da chi sappia leggere e scrivere), con elezione immediata e diretta dei rappresentanti del popolo.
Nel 1875 il C. riprese l'attività giornalistica. Sulla Gazzetta di Sulmona comparvero quell'anno i suoi Profili di abruzzesi, mentre sulla Provincia di Teramo e sulla Gazzetta d'Italia di Firenze comparve nel '78 un'orazione funebre in memoria di Vittorio Emanuele II; nello stesso anno, sulla Provincia, pubblicò una severa analisi della politica governativa dei tempo, Anno vecchio-Anno nuovo, proseguita, nel '79 con Anno che nasce-anno che muore. Nel 1879 pubblicò a Firenze La Vita parlamentare dei deputati abruzzesi nel Parlamento napolitano del 1820-1821, e l'anno seguente a Napoli la Vita del cav. R. D'Ortension.
Morì il 17 marzo del 1887 a Città Sant'Angelo.
Fonti e Bibl.: Nell'archivio privato della famiglia Barcaroli a Città Sant'Angelo sono raccolti tutti gli scritti editi e inediti del C.: si ricordano qui l'"Autobiografia" e l'"Epistolario" (oltre il padre Michelangelo ed il fratello Niccola, figurano tra i corrispondenti il Tommaseo, il Fanfani, il Dragonetti, il Di Cesare, A. Dumas, S. Spaventa, ecc.). Si vedano poi A. De Gubernatis, Dizionario biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, ad vocem;N. Castagna, Bibliografia di due morti e un vivo, Atri 1887; A. Le Brun, P. C., in La Rass. nazionale, 10 sett. 1887, pp. 135-143; O. Albi, P. C., in Rivista abruzzese di scienze, lettere e arti, II (1887), pp. 153-42; B. Croce, Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono, Bari 1921, I, pp. 122-123; L. Polacchi, Da M. Delfico a C. De Caesaris, Urbino 1961, pp. 550 ss. e passim.