ANFOSSI, Pasquale
Nato a Taggia, presso Imperia, il 25 aprile 1727, morto a Roma nel febbraio 1797. Forse allievo del conservatorio di Santa Maria di Loreto, dalla classe di violino passò in quella di contrappunto e composizione. Nel '58 scrisse la sua prima opera per Napoli, La donna fedele. Seguirono Il finto medico nel '64, La Fiammetta generosa, in collaborazione con Piccinni, nel'66, I matrimoni per dispetto nel '67, tutte per Napoli. Caio Mario fu rappresentato a Venezia nel '69. Piccinni raccomandò l'A. a Roma ed egli poté scrivere per il teatro delle Dame I visionari; quest'opera cadde. La fortuna dell'A. si rialzò con L'Incognita perseguitata, del '73, e con La finta giardiniera del '74, mentre altre opere apparivano su altri teatri. Il Florimo allude a un'artificiosa gloria che i rivali di Piccinni avrebbero tributata all'Anfossi, indebitamente esaltando due sue opere di mediocre valore, e biasima l'ingratitudine dell'A. verso il maestro. Fu breve gloria. L'Olimpiade del '76 cadde miseramente. L'Anfossi abbandonò Roma e si recò a Parigi. Furono colà riprese e rappresentate alcune sue opere giovanili, le quali male adattandosi al metodo di canto francese non ebbero successo. Partiva poi da Parigi per Londra, chiamatovi a dirigere la musica di quel teatro italiano. A questo periodo appartengono I vecchi burlati ('81), I viaggiatori felici ('82), Armida ('82). Chiamato in Germania, scrisse per i teatri di Praga e di Berlino. Tornò in Italia nell'84 e vi compose, fra l'altro, alcune opere comiche che ebbero buon successo. Nell'87 si stabili a Roma; nel '92 fu nominato maestro di cappella in S. Giovanni in Laterano, carica che tenne fino alla morte.
Le opere dell'Anfossi parvero presto invecchiate, e quelle serie tramontarono anche prima di quelle comiche. L'oratorio Betulia liberata era stimato il suo capolavoro. Ma nella tendenza comica l'Anfossi, avvicinandosi spiritualmente al Piccinni e al Paisiello, adeguandone in un certo modo la sentimentalità delicata, compose le migliori sue pagine. Come altri compositori del tempo, offrì qualche spunto a Mozart. Da questo punto di vista L'incognita perseguitata, La finta giardiniera e La pescatrice fedele ebbero specialmente risonanza nella cultura di Mozart: eleganze melodiche, sia vocali sia strumentali, briosi ritmi rappresentativi del grottesco e del pittoresco. In lui, come in Piccinni e in altri contemporanei, è frequente la preoccupazione di collegare le parti dell'opera almeno nei finali, e di approfondire la psicologia dei personaggi. La finta giardiniera dell'Anfossi non fu senza influenza sull'omonima opera di Mozart. Beninteso che non si tratta di precise reminiscenze e neppure del taglio generale dell'opera, ché anzi alcuni pezzi furono dall'uno composti in recitativo e dall'altro in arie o viceversa, ma si tratta di un gusto che, diffuso nel tempo, si precisava nei più insigni fra i compositori.
Bibl.: A. Bonaventura, Saggio storico sul teatro mus. italiano, Livorno 1913; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli, ecc., Napoli 1880-84.