pasolinide
(Pasolinide), s. m. e f. e agg. (iron.) Chi o che ostenta le idee e i modi dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini (1922-1975).
• Lasciare che i pargoli? Argomento scabro e sconsigliabile. Nelle tradizionali elezioni all’americana, il «baby-kissing» fu sempre un mezzuccio acchiappa-voti di successo, ma accuratamente eseguito con neonati ridenti in braccio alla mammina, o con occhialuti «primi della classe» vestiti di scuro per mano al papà. Giammai con «paraculetti» di tipo sfacciatello-pasolinide, come nei più vivaci quartieri arabi. E men che meno in attualità di cancan pedofili, di videotelefonini con immagini poi avulse dai contesti, di borse e valigette che scompaiono tra i frugolini, appena posate a terra. (Alberto Arbasino, Repubblica, 22 giugno 2007, p. 56, Cultura) • Caro Nichi [Vendola], vatti a rivedere «La ricotta» e riprenditi dal tuo poeta preferito le doti di ironia e di scrittura corsara che in rari ma sicuri momenti della sua vita lo hanno reso ricco di amore e di senso di giustizia, e dismetti la torvaggine culturale e civile del pasolinismo e dei pasolinidi pieni di orrore per la vita e di pietà per gli altri e per se stessi. (Giuliano Ferrara, Foglio, 28 marzo 2011, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal nome proprio (Pier Paolo) Pasolini con l’aggiunta del suffisso -ide.
- Già attestato nel Corriere d’informazione del 30 marzo 1962, p. 7.