Quignard, Pascal
Scrittore francese, nato a Verneuil-sur-Avre (Eure) il 23 aprile 1948. Laureatosi in filosofia all'università di Paris-Nanterre, ha avuto come maestri di pensiero E. Levinas e P. Ricoeur. Chiamato a collaborare da L.-R. des Forêts alla rivista L'éphémère, strinse amicizia con M. Leiris, P. Celan, A. du Bouchet, G. Picon, H. Michaux e soprattutto con P. Klossowski. È stato membro del comitato di lettura delle edizioni Gallimard (dal 1969) e ha insegnato all'università di Paris-Vincennes (1971-74) e all'École pratique des hautes études (1988-90), tenendo corsi rispettivamente sul Medioevo e il Rinascimento e sulle origini del romanzo antico. Nella sua qualità di musicista dilettante (organista e violoncellista) è stato, tra l'altro, consigliere del Centre de musique baroque (1988) e presidente del Concerto delle Nazioni diretto da J. Savall (1991-93). Nel 1994 ha lasciato le edizioni Gallimard, di cui era diventato segretario generale nel 1990, e ogni altro incarico per dedicarsi unicamente alla scrittura.
Scrittore raffinato e coltissimo, Q. frequenta con uguale padronanza il saggio e l'erudizione, il romanzo e la narrazione pura, fedele a una poetica che intende la scrittura come l'unico gesto capace di "sorprendere la parola mancante", di attingere, in un'auscultazione quasi dolorosa dell'inaudito, la voce antecedente il linguaggio e la nascita. La sua opera, oltrepassando le frontiere dei generi e la separazione tra filosofia e letteratura, si realizza in una prosa classicamente composta - ancorché capace di studiate aritmie - in cui risuonano gli echi delle sue innumerevoli letture (di testi greci e latini, egiziani, indiani, cinesi, giapponesi, islandesi ecc.).
Molti dei suoi saggi e racconti sono incentrati sul tema della voce nella scrittura. Tra essi ricordiamo: L'être du balbutiement: essai sur Sacher-Masoch (1969); La parole de la Délie: essai sur Maurice Scève (1974); il racconto Le lecteur (1976); Le secret du domaine (1980); Le nom sur le bout de la langue (1993; trad. it. 1995). Alcuni scritti dialogano col mondo antico, in particolare greco e latino: i romanzi Carus (1979) e Les tablettes de buis d'Apronenia Avitia (1984); La raison (1990), un ritratto di M. Porcio Latrone; Le sexe et l'effroi (1994), studio sul fascinus romano contrapposto al phallós greco, ispirato agli affreschi pompeiani e ai dipinti di Parrasio. Più specificamente legati alla retorica classica sono Une gêne technique à l'égard des fragments (1986), Ethelrude et Wolframm (1986) e la serie dei Petits traités (8 voll., 1990). Ha inoltre pubblicato saggi di poetica (Michel Deguy, 1975; Le vœu du silence, 1985, dedicato a L.-R. des Forêts; Les Septante, 1994; L'amour conjugal, 1994) e uno studio su G. de La Tour (La nuit et le silence, 1991; trad. it. Georges de La Tour, 1991).
Un posto di rilievo nell'opera di Q. occupa il tema del rapporto tra la vita e l'arte, in particolare la musica: i tre racconti riuniti in La leçon de musique (1987; trad. it. Il giovane macedone, 1991); i romanzi Le salon du Wurtemberg (1986; trad. it. 1988), Les escaliers de Chambord (1989; trad. it. 1990) e Tous les matins du monde (1991; trad. it. 1992), da cui il regista A. Corneau ha tratto l'omonimo film (1991); il saggio La haine de la musique (1996). È infine da ricordare, dopo il racconto La frontière (1992) e il romanzo L'occupation américaine (1994; trad. it. Sogno di un nuovo mondo, 1996), il volume a sfondo autobiografico Vie secrète (1998), in cui la poetica di Q. ha trovato una delle sue espressioni più convincenti.
bibliografia
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