PASARGADE
Località archeologica dell' Iran nel Fārs. Il campo di rovine si stende fra i due bracci confluenti dei canali del Pulvār, ed è circoscritto da una fila di colline accidentate.
Conosciuta fin dal 1472 dalla descrizione di G. Barbaro che la visitò, solo nel 1905 lo Herzfeld vi condusse una esplorazione scientifica, cui fecero seguito scavi sistematici (1928); dopo le ricognizioni anche aeree dello Schimdt (1936), dal 1949 si susseguono gli scavi del Servizio Archeologico Iraniano, che hanno posto in luce ancora tre palazzi.
La città antica fu fondata, come capitale di Ciro Il e Cambise Il (559-511). Già a P. appaiono elementi fra i più caratteristici della architettura achemènide: porte e finestre in pietra, pur persistendo in altre parti l'uso del mattone crudo o cotto mesopotamico; la monumentalità dell'apadāna (v.) e della grande sala attorniata di stanze e anditi; l'uso della colonna in pietra o legno, coi caratteristici capitelli a doppia protome.
Tomba di Ciro: Takht-i mādar-i Sulaimān, secondo la tradizione popolare che ne fa il sepolcro della madre di Salomone. Su una base a 6 gradoni, la cella ha forma di casa rettangolare, con tetto a doppio spiovente longitudinale. Tutto è costruito in enormi blocchi di calcare, compreso il monolitico della porta.
Palazzo delle udienze di Ciro (palazzo S dello Herzfeld): circa 1200 m più a N-E. Misura 45 m su 56. La sala centrale ha 2 file di 4 colonne in pietra bianca, con basi (a zoccolo quadro e toro) e capitelli in pietra nera. Le quattro porte di accesso recano bassorilievi con scene di lotta contro animali fantastici. Sistematico è anche l'uso di colonne nel portico, nel vestibolo e nelle stanze che circondano la sala. I pilastri d'angolo dell'edificio sono in pietra, di dimensioni gigantesche: uno reca iscrizione in antico persiano, elamita, babilonese.
Sulla riva del Pulvār, 100 m a S-E del precedente, sorge un palazzo (R dello Herzfeld) di m 22 × 26,56, con sala centrale pure a 4 × 2 colonne. Su uno stipite, rilievo di genio protettore alato, in tunica elamita e corona con simboli egizi.
Palazzo residenziale di Ciro, (Herzfeld, P) 200 m a N-E del primo di m 77,50 × 44. Presenta il medesimo schema della sala centrale circondata da vestiboli. Iscrizione trilingue su un pilastro angolare.
Zindān-i Sulaimān, a 500 m a N-E del palazzo P; costruzione quadrata, a blocchi regolari. Già creduta una torre funeraria, per analogia con quella di Naqsh-i Rustam, è invece un tempio del fuoco d'età achemènide.
All'estremo N del campo di rovine sorge il Takht-i Madar-i Sulaimān, terrazza appoggiata al fianco delle colline, e aggettante sulla fronte fino a raggiungere uno stacco di 12 m in altezza. Il nucleo della costruzione è in masselli d'argilla a crudo, ed è rivestito poi in blocchi regolari di calcare.
Un tempio sorge al di là delle colline, 1500 m a N-O del palazzo residenziale. Ne restano due altari gemelli, a gradini, per il resto simili a quelli di Naqsh-i Rustam, ma senza archetti profilati sui lati.
Nella regione di P. lo Stein esplorò i villaggi di Chir, Dih-bīd, Dūtnlān. La ceramica dominante è apparentata a quella di Tell-i Bakūn tipo A.
Saggi del 1951 hanno reso lo stesso tipo di ceramica dai pressi di Abulvardi (Tell-i Khari), e Mubārāka-bād (Teli-i Nakhundī).
Bibl.: A. Gabriel, Die Erforschung Persiens, Vienna 1952; M. Dieulafoy, L'Art antique de la Perse, Parigi 1884-5, I, pp. 53-56; E. Herzfeld, Pasagardae: Untersuchungen zur persischen Archaeologie, Berlino 1908; id., in Arch. Mitt. aus Iran, I, 1929-30, pp. 4-16; A. Sami, in Guzarishhaye bsatanshinasi, (1329), 1950; A. Stein, An Archaeological Tour in the Ancient Persis, in Iraq, III, 1936, pp. 112-225; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Iran Ancien, Leida 1959, pp. 20-23; H. Preidler, in Pauly-Wissowa, Suppl. IX, 1962, c. 777-799, s. v.