paruta [cfr. Parodi, Lingua 260; e cfr. il provenzale paruda]
Ricorre tre volte nel Purgatorio, sempre in rima; in due casi vale " apparenza ", " sembianza " (v. PARERE [verbo]): XXVI 70 Non altrimenti stupido si turba / lo montanaro... / che ciascun'ombra fece in sua paruta, " ne la sua apparenzia " (Buti); XXIX 142 Poi vidi quattro [personaggi] in umile paruta, " in humili aspectu " (Pietro): in quest'ultimo luogo è da ricordare la variante, assai discutibile, partuta, per " condizione " (cfr. Petrocchi, ad l.).
Nella terza occorrenza (XXV 100) è nel senso di " visibilità ": nel suo discorso sulla formazione delle ombre Virgilio spiega che l'anima, però che quindi ha poscia sua paruta, / è chiamata ombra, " si fa visibile mediante il corpo aereo " (Scartazzini-Vandelli).