partitore
partitóre [s.m. e agg. (f. trice) Der. del lat. partitor -oris, dal part. pass. partitus di partire "dividere"] [LSF] Denomin. di dispositivi per ripartire qualcosa, per operare una partizione. ◆ [EMG] P. di tensione: dispositivo per ricavare da una tensione data una tensione minore, secondo un rapporto di divisione dato. Il p. resistivo, adatto per tensioni qualunque, cioè continue oppure variabili, è costituito (fig. 1) da due resistori R₁ e R₂ in serie, ai capi della quale si applica la tensione da dividere, V; la tensione V₁ "ripartita" ai capi di R₁ vale V[R₁/(/R₁+R₂)] se la resistenza del circuito derivato (quello a cui è applicato V₁) è molto maggiore di R₁, altrimenti il calcolo è più complicato; variando uno o entrambi i resistori, il rapporto di partizione (o di divisione), che nella relazione precedente è racchiuso tra parentesi quadrate, può assumere un qualunque valore tra 0 e 1. Se si vuole una variazione continua di tale rapporto, i resistori possono essere di valore variabile, cioè reostati, o, meglio ancora, si adotta la disposizione detta p. potenziometrico, in cui si ha un resistore con presa mobile e il rapporto di partizione vale R₁/R, essendo R la resistenza totale del resistore e R₁ la resistenza della parte di esso tra la presa mobile e un'estremità (fig. 2); questo tipo di p., detto brevem. potenziometro, è assai usato anche in dispositivi elettronici, per ridurre a piacere l'ampiezza di segnali (regolatori di volume, di tono, ecc.). Per sole tensioni variabili nel tempo si usano anche p. analoghi a quelli resistivi, costituiti però da due elementi reattivi, che possono essere due condensatori (p. capacitivo: fig. 3) o due induttori (p. induttivo: fig. 4); vale ancora la precedente formula del p. resistivo, salvo che in questa compaiono ora le impedenze Z₁ e Z₂ dei due elementi (relative alla frequenza o alle frequenze della tensione). Precis., se la parte resistiva di queste due impedenze è trascurabile rispetto alla parte reattiva e la tensione da ripartire è alternata, con valore massimo V, per il valore massimo V₁ indicato si ha V₁=V[C₂/(C₁+C₂)] per il p. capacitivo (fig. 3) e V₁=V[L₁/(L₁+L₂)] per il p. induttivo (fig. 4). Analogamente al caso resistivo, si può realizzare un p. capacitivo oppure induttivo variabile usando, rispettiv., condensatori variabili e induttori variabili.