partito-coalizione
loc. s.le m. Partito politico composto da schieramenti attestati su posizioni diverse, ma coalizzati attorno a obiettivi programmatici comuni.
• Su questo giornale soprattutto, avevamo previsto per tempo che tanto il Pd quanto il PdL si sarebbero caratterizzati e sarebbero dunque stati percepiti dall’opinione pubblica come soggetti tutt’altro che unitari. In effetti essi sono a tutti gli effetti partiti-coalizione con il solo obiettivo di fagocitare il sistema politico dividendosi le spoglie del potere senza la benché minima idea di un progetto ampiamente condiviso e seriamente alternativo. (Gennaro Malgieri, Libero, 12 maggio 2009, p. 12, Italia) • una mossa che [...] Rinsalda le ragioni (e la ventata nostalgica) soprattutto di quella parte «ulivista» che, dentro il centrosinistra, negli anni ’90 vide e sperò nei germogli di un cambiamento del Paese che fatica maledettamente ad attecchire. Era, quella, la stagione di un partito-coalizione più compatto (e anche questo provoca la reazione stizzita dei bersaniani). Non per niente [Romano] Prodi ha chiuso la sua nota con una eloquente presa di distanze da quanti hanno snaturato quella «storia», [Matteo] Renzi incluso. (Eugenio Fatigante, Avvenire, 1° dicembre 2016, p. 5, Primo piano) • Il passaggio dalle coalizioni di partito, come le abbiamo conosciute nel passato, al partito-coalizione sembra un gioco di parole. Ma probabilmente è una necessità imposta dagli eventi e dalle condizioni attuali. Vuol dire semplicemente aggregare le forze invece che disperderle, guardare a ciò che unisce invece che a ciò che divide. (Alessandro Campi, Messaggero, 1° aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal s. m. partito e dal s. f. coalizione.
- Già attestato nella Stampa Sera del 18 luglio 1972, p. 3 (Arrigo Levi).