partire
Il significato dominante della forma intransitiva, anche di quella pronominale, è di " allontanarsi ", " andar via ", con una decisa prevalenza del senso del distacco su quello del movimento, come in If III 90 Ma poi che vide ch'io non mi partiva, dov'è da notare che il fatto che D. non si allontani, all'ingiunzione di Caronte, e non dia segno di turbamento, dovrebbe sorprendere chi consideri le frequenti paure successive e l'iniziale incertezza di II 10-36; ma proprio in rapporto con quest'ultima si registra nel nuovo viaggiatore infernale un cosciente impegno, che si esprime nell'impazienza di III 72-75 e in questa fermezza di fronte al primo demonio. Il valore di " allontanarsi " è ancora nel grido di Virgilio al Minotauro (Partiti, bestia, XII 19; secondo il Bianchi, qui sarebbe preferibile il significato di " scostarsi ", altrimenti, non allontanandosi il mostro, l'ingiunzione di Virgilio risulterebbe inascoltata); in XVI 90 al maestro parve di partirsi (l'atto conclude la sosta dei due pellegrini, come anche in XXVI 13, e in XXXIV 69 oramai / è da partir, ché tutto avem veduto; ma questa volta il distacco riguarda l'intero mondo infernale); in XXII 3 vidi cavalier... / talvolta partir per loro scampo (dove equivale a " battere in ritirata "); XXVII 131 la fiamma dolorando si partio; XXVIII 63, XXIX 30, Pg XVI 143, XXIV 112 si partì sì come ricreduta (dove esprime non tanto l'allontanarsi dei golosi, quanto l'interrompersi di quella tentazione-punizione [cfr. XXIII 67-72], che li ha trattenuti sotto l'albero come bramosi fantolini); XXVI 79 e 86; Pd VI 139 indi partissi povero e vetusto (la vibrazione sentimentale di questa partenza, implicita nei due aggettivi, si trasferisce, con nuova e maggiore suggestione, nel ‛ mendicare la vita ' del v. 141).
Con la medesima accezione è attestato in Vn XXIII 18 9, 28 80 Poi mi partia, consumato ogne duolo (dove conclude la visione, nel sogno, di Beatrice morta), XXXIV 3, e 9 8 diceva a' sospiri: " Andate fore "; / per che ciascun dolente si partia: l'immagine dei sospiri che escono dal cuore ha riscontro in Cavalcanti (S'io prego questa donna 11); ma la personificazione trova nel verso dantesco un equilibrio singolare. Anche in Rime LXVII 28 e partir la convene innamorata; ritorna l'immagine stilnovistica con la partenza dell'anima dal cuore quasi morto; e va notato che, come nelle occorrenze della Vita Nuova che si son viste, al verbo si accompagna un'indicazione che puntualizza l'implicazione sentimentale del distacco: qui p. si accompagna al predicativo innamorata, come nei precedenti casi a dolente e consumato ogne duolo; il medesimo rapporto vive in LXVIII 36 [l'anima] partirassi col tormentar ch'è degna. Altre attestazioni in Rime LXXII 5, CVI 114, CXVI 51; Cv IV XXVI 8, XXVIII 2; Fiore V 14, VI 1 Partes' Amore su' ale battendo, XI 1, XLVII 1, CXL 12, CCVI 13 (sempre nella forma ‛ partirsi '), CCXXV 14 Paura a gran fatica si partio; in CXCVI 12 molte volte si parte per gire prevale il senso del movimento: " si muove " per allontanarsi.
Il prevalente significato di " allontanarsi " è altresì disponibile per il valore figurato, come " finire ", in Cv XXVIII 14 si partì la gioventute; o " tramontare ", in Pg VII 54 questa riga / non varcheresti dopo 'l sol partito; o " morire ", in Vn XXIII 6 la tua mirabile donna è partita di questo secolo; XXIX 1 (si partio, tre volte), XXX 1, XXXIX 3 (si partio); Cv I V 9 coloro che partiron d'esta vita; II VIII 5 l'anima partita d'esta vita, e 6, IV XXVIII 19 (due volte).
Il valore figurato si riferisce anche a rapporti di misure astronomiche, come in Pg IV 82 [il mezzo cerchio dell'equatore] quinci si parte / verso settentrïon; Pd XXVII 87 ma 'l sol procedea / sotto i mie' piedi un segno e più partito (rispetto a D. che è nei Gemelli, il sole è distante - in avanti, verso occidente - circa 37 gradi, sì da limitargli la visione orientale della terra); Cv II III 5 veggendo lo cerchio suo [dell'ottava sfera] partire da lo diritto cerchio (equatoriale); III V 13 e 18. Vale invece " separarsi " dal coniuge in IV XXVIII 14 Marzia... partissi da Catone, e maritossi ad Ortensio; e " separarsi " dal proprio autore, in Cv IV XXX 2 acciò che più celebre e più prezioso [il lavoro] da lui [il buono fabricatore] si parta.
In Pg X 12 accostarsi / or quinci, or quindi al lato che si parte, il valore figurato è controverso; infatti l'interpretazione del passo e di quello precedente cui si riferisce (una pietra fessa, / che si moveva e d'una e d'altra parte, vv. 7-8) è una delle cruces più antiche, in quanto il movimento delle pareti (o del pavimento) del sentiero che conduce alla prima cornice può essere inteso come reale e come metaforico. Antichi e moderni commentatori partecipano per l'una o per l'altra interpretazione, ma non se ne possono distinguere due precisi gruppi, perché le stesse espressioni interpretative spesso soggiacciono all'ambiguità del concetto di moto, come si può riscontrare già in Pietro, che nella seconda redazione del commento dà il via alla tesi del moto reale (" de motu et remotu dictae petrae "). L'esegesi moderna non ha eliminato l'incertezza: da una parte Fanfani, Galanti, Pietrobono, Porena, Provenzal, Vivaldi sostengono con validi argomenti la realtà del moto, dall'altra si oppongono non meno valide argomentazioni per dimostrare l'improbabilità di un fenomeno così singolare (" fictio peregrina " era già per Benvenuto), presentato senza alcun segno di novità o di meraviglia.
Spesso p. è accompagnato dall'indicazione della persona o del luogo da cui avviene l'allontanamento, con le preposizioni ‛ da ', ‛ de ', ‛ di ' o ‛ dinanzi ': così nelle indicazioni relative al concludersi di un incontro o di una sosta dei due poeti, come in If XVIII 72 da quelle cerchie etterne ci partimmo; XXIII 147, XXIV 56, XXXII 124, Pg IV 24 da noi la schiera si partìne (da notare l'epitesi); V 1, XV 37, XX 124, XXIV 97. Altre attestazioni con l'indicazione della persona o del luogo da cui il soggetto si allontana sono in If III 89 pàrtiti da cotesti che son morti; XIII 94 Quando si parte l'anima feroce / dal corpo ond'ella stessa s'è disvelta, dov'è più deciso il concetto dell'allontanarsi, in quanto quello del separarsi è espresso dalla relativa; XVI 4, XXII 66, XXIII 57 poder di partirs'indi a tutti tolle (la legge infernale non permette neppure ai demoni che vi sono preposti di uscire dalle singole bolge); Pg XIX 24, Pd XIII 121 Vie più che 'ndarno da riva si parte, dove l'immagine si collega all'altra metaforica chi pesca per lo vero, v. 123; XV 22 né si partì la gemma dal suo nastro.
Alcuni antichi commentatori, per illustrare il motivo del non distaccarsi dell'anima beata dal simbolo della croce, trascorsero, forse suggestionati dal precedente paragone della stella cadente (cfr. in particolare i vv. 17-18), a intendere che dal braccio della croce non fu l'anima di Cacciaguida a muoversi, ma solo la sua radiazione (" non si partì çoè l'alma dal so logo, ma solo la sua radiacione fo quella che transcorse ", Lana; " non quod ipsa anima substantialiter inde recederet, sed suus splendor descendit ", Serravalle). In XVII 46 Qual si partio Ipolito d'Atene, e 48 tal di Fiorenza partir ti convene il motivo dominante del distacco si evidenzia nella prospettiva tutta spirituale.
Anche nella Vita Nuova, specie per la successione delle scene, è frequente l'occorrenza di p. con complemento, come in III 2 come inebriato mi partio da le genti (tipiche queste due condizioni, lo stato spirituale e la ricerca della solitudine); V 2, VII 1 La donna [dello schermo]... convenne che si partisse de la sopradetta cittade, e IX 1; XII 1 partito me da le genti, XIV 9, XVI 10 14 fa de' polsi l'anima partire, XVIII 8, XXII 4, XXIII 12, XXXI 11 29 Partissi de la sua bella persona / piena di grazia l'anima gentile (anticipato al § 5).
Il medesimo rapporto complementare è attestato in Cv IV XXVIII 4 la nostra anima sanza doglia si parte dal corpo; Fiore XXXVII 12 Or ti parti da lui; XXXVIII 5 Da lui partir non credo ma' pensare (dove vale " separarmi "); LV 8, LXVII 3, LXXIII 2, CLXIV 2, CCXV 1, CCXVIII 6, Detto 98.
L'incontro con ‛ dinanzi ' è in If I 34 non mi si partia dinanzi al volto; e Vn XXXV 3 mi partio dinanzi da li occhi di questa gentile.
Con valore traslato di varia natura è attestato altrove, come in If XII 88 Tal si partì da cantare alleluia (è Beatrice, che aveva lasciato il suo beato scanno per scendere nel Limbo a chiamare Virgilio in soccorso di D.); XIX 38 sai ch'i' non mi parto / dal tuo volere; Pg XXII 34 sappi ch'avarizia fu partita / troppo da me (l'eccesso di distanza dall'avarizia porta Stazio al peccato opposto della prodigalità); Pd XXXIII 129 mai da me non si partì 'l diletto; Vn II 10, XV 1, XXXIII 8 21 'l piacere de la sua bieltate, / partendo sé da la nostra veduta (cfr. Pg XXX 121-123 il sostenni col mio volto: / mostrando li occhi giovanetti a lui, / meco il menava); Rime CXIV 1 Io mi credea del tutto esser partito / da queste nostre rime, messer Cino; Rime dubbie VII 8, Cv I X 1 ragione che partire faccia l'uomo da quello che per li altri è stato servato, 3 partire ne faccia da quello che lungamente è usato (dove si giustifica l'abbandono del latino nel commento delle canzoni), e 11, II VII 4 chi da la ragione si parte, III X 1, IV II 2, V 3 l'umana creatura.... da Dio era partita e disformata (piuttosto che " divisa " qui vale " allontanata " dall'errore, " errante "; la concordia, infatti, di cui si parla - 'l Figliuolo di Dio in terra discendesse a fare questa concordia - riguarda le immagini divina e umana: a sé riconformare la creatura disformata); VII 10, e 12 (cinque volte).
Ancora nella forma intransitiva pronominale vale " separarsi ", come in Pg VI 1 Quando si parte il gioco de la zara, dove, piuttosto che il senso implicito dell'interruzione del gioco (Venturi, Lombardi) pare preferibile riconoscere il senso della separazione - " quando i giocatori si separano " - confermato dalla distinzione di colui che perde dall'altro con il quale se ne va tutta la gente: questa interpretazione (Scartazzini, Del Lungo, Chimenz) si collega a quella degli antichi (Lana, Ottimo, Buti), " se partono dal tavolaro ", che pare sia da preferirsi. Così anche in Pd XIX 110 quando si partiranno i due collegi: la schiera dei buoni a destra, quella dei reprobi a sinistra di Cristo giudicante (cfr. Matt. 25, 31 ss.). Il concetto della separazione-distinzione è più evidente in If XIV 4 ove si parte / lo secondo giron dal terzo; Pd XXXII 21, Cv II V 10 (due volte), IV X 4, XXIV 1.
Nella forma transitiva p. può significare " dividere in parti " (o " in partiti ", come in If VI 61 li cittadin de la città partita: si ricordi il bello / viver di cittadini e la fida / cittadinanza evocati da Cacciaguida, in Pd XV 130-132): Pg X 59, XVI 27; o " interrompere " (Pg XXVI 37 parton l'accoglienza amica: le opposte schiere di lussuriosi interrompono la brieve festa dell'incontro per separarsi di nuovo); o " separare " ciò che è unito: If XXVIII 139 e 140 Perch'io parti' così giunte persone, / partito porto il mio cerebro (è la vicenda di Bertram dal Bornio, seminatore di discordia, che provocó la violenta separazione tra padre e figlio ed è punito con la violenta separazione della testa dal proprio corpo). In Pg XIX 112 misera e partita / da Dio anima fui, il peccato allontana da Dio l'anima che a lui nativamente è unita. Ancora il senso della separazione è in Rime CVI 21 partir beltà da sé per suo commiato (per l'assenza di quella virtù che amore doveva congiungere alla bellezza, la donna dovrebbe privarsi della bellezza; cfr. il saggio di A. Pézard); Rime dubbie I 3 un ser costui / che 'nd'ha partiti, sapete da cui?; Cv I III 1 quelli che fosse mandato a partire una rissa e, prima che partisse quella, ne iniziasse un'altra; IV I 4 le malizie de le cose odiare e procurare da esse di partire... a partire, dico, la malizia de le cose, e 5 li quali [errori] biasimando credea... partire da coloro che per essi eran da me odiati (tutte le cose sono degne di amore, e però vanno separate dalla malizia che è causa di odio: cfr. Tomm. Sum. theol. II II 34 3).
L'atto della divisione ha valore di allontanamento, in Vn VIII 10 13 Dal secolo hai partita cortesia (la morte " allontana " dal mondo cortesia, virtù, leggiadria: motivo ricorrente nella poesia contemporanea); XXXI 14 53, Cv IV XXVI 11 [Enea] lasciò li vecchi Troiani in Cicilia... e partilli da le fatiche; Detto 453. Vale invece " distogliere " in Pg I 28 Com'io da loro sguardo fui partito (alcuni commentatori spiegano " mi fui distolto "); XIX 57, Pd X 12 [Dio] mai da lei l'occhio non parte (in questa perenne attenzione del creatore nei confronti dell'universo creato si esprime quel concetto della santità della natura che è uno dei cardini del realismo dantesco); XXXII 150. In Pd IX 90 parte lo Genovese dal Toscano, significa piuttosto la ripartizione o distinzione: il fiume Magra distingue per breve tratto i territori contigui della Liguria e della Toscana.
Ancora il concetto di divisione-distinzione ricorre in Cv II V 5 E partele [le creature angeliche] per tre gerarchie; quello di divisione-distribuzione è in If XIV 80 ruscello / che parton poi tra lor le peccatrici; Pd II 116 Lo ciel seguente... / quell'esser parte per diverse essenze (il cielo delle Stelle fisse distribuisce l'esser che riceve dal Primo Mobile in differenti sostanze o nature); Detto 454 chi 'l su' cuor ha partito.
Ha valore traslato di " separare col ragionamento " o " distinguere ", in Pg XVIII 12 io discerno chiaro / quanto la tua ragion parte o descriva (diffusa è qui la lezione porta: cfr. Petrocchi, ad l.).
Il concetto della distinzione di elementi o parti ritorna nelle attestazioni del Convivio, come in II XI 4 la bontade e la bellezza di ciascuno sermone sono intra loro partite e diverse: III II 11 e 12 (due volte), IV 9; così per le partizioni scolastiche di II X 2 La qual parte, a bene intendere, si vuole in due partire; XI 1, IV II 1, III 1, XVI 2, XXIII 4; Detto 164 com'ell'è ben partita / e di cors e di membra.
Ha valore sostantivo, come alternativa di ‛ partita ' o ‛ partenza ', in If I 123 con lei ti lascerò nel mio partire, e XXI 28; Pd X 20 se dal dritto più o men lontano / fosse 'l partire, dove vale " diversione ", trattandosi del cerchio zodiacale che diverge dal dritto cerchio dell'equatore. Ancora il valore di " partenza " è in Rime LXVII 50 grida / sopra colei che piange il suo partire, e Vn VIII 1, mentre è sinonimo di " morte " in XXII 2 cotale partire sia doloroso a coloro che rimangono.
V. anche DIPARTIRE.
Bibl. - P. Fanfani, Studi ed osservazioni, Firenze 1874; C. Galanti, Lettere, Ripatransone 1887, XXV; E. Bianchi, Parole di Dante. Partire, in " Lingua Nostra " VII (1946) 1-2; M. Sampoli Simonelli, in " Studi d. " XXXIII (1955); A. Pézard, " Courroux de belles dames ", in " Studi d. " XXXVIII (1961); F. Vivaldi, Su alcuni versi del Purgatorio, in " L'Alighieri " II (1962).