PARTHENOPAIOS (Παρϑενοπαῖος)
Eroe arcade o argivo delle saghe tebane dei Sette contro Tebe.
È detto figlio di Atalanta e di Meleagro, oppure di Talaos e di Lysimache: uno scolio all'Edipo a Colono v. 1320 avverte la necessità di distinguere tra i due personaggi omonimi. Le più antiche figurazioni dell'eroe sono quelle collettive dei Sette. Così nella gemma etrusca de Stosch di Berlino con l'iscrizione Parthanapae o nella variante Castellani di Napoli con il nome Partinipe figurante il concilio degli eroi. È identificato tra i combattenti anche in una coppa laconica del Pittore della Caccia, da Cirene. È presumibile che tale motivo iconografico (Paus., iii, 18, 3) risalga al Trono di Amyklai (v.). Una hydrìa assegnata a Psiax nel museo di Würzburg ci dà un'immagine di P. arciere. In tale qualità P. partecipa ai giuochi funebri per Archemoros istituiti dai Sette: e in questo contesto ci appare in un cratere tarantino a volute del museo di Napoli, apollineo e dolente accanto al tabernacolo entro cui è il corpo del fanciullo e i familiari. Un altro cratere italiota della prima metà del IV sec. a. C., recentemente emerso nel mercato antiquario, ci offre una nuova figurazione: P. adagiato su una klìne tra la madre Atalanta e un anziano messaggero, che presumibilmente rappresenta l'invito a partecipare alla spedizione contro Tebe. Filostrato (Imag., 29, 431) descrive un quadro con il solenne seppellimento degli eroi della spedizione. Il nome di P. ricorre anche iscritto su un architrave del Kabyrion di Tebe a indicare, secondo il Dörpfeld, una figurazione dell'eroe nel frontone.
Bibl.: C. Pauli, in Roscher, III, 1897-1909, c. 1650 ss.; K. Robert, Hermeneuthik, p. 217; P. Wolter, Das Kabyrenheiligtum bei Theben, Berlino 1940, p. 33; J. D. Beazley, in Am. Journ. Arch., LIV, 1950, p. 313; A. Stenico, Catalogo, Finarte, V, 1963, n. 86, Tav. 44. Sullo scarabeo di Berlino: C. O. Müller-F. Wieseler, Denkmäler der alten Kunst, I, Gottinga 8542, pp. 72-73, tav. LXIII, n. 319. Sulla gemma Castellani: H. Heydemann, Antichità di Napoli, in Bull. Inst., 1869, p. 56, n. 12; A. Fabretti, Primo Supplemento alla Raccolta delle Antichissime Iscrizioni Italiche, Torino 1872, n. 463.