PARTENIO (Παρϑένιος, Parthenius) di Nicea in Bitinia
Fu tra i poeti greci che, nel sec. I a. C., maggiormente servirono di tramite fra la letteratura alessandrina e quella romana. Prigioniero di guerra nell'epoca in cui la sua patria fu definitivamente occupata da Pompeo Magno (65 a. C.), cadde nelle mani di Cinna; nel quale probabilmente è da riconoscere il poeta romano Elvio Cinna, amico di Catullo. Portato a Roma poi liberato, visse nell'ambiente dei cosiddetti poetae novi, sui quali esercitò considerevole influenza, specialmente su Virgilio (quando questi era nel periodo della sua formazione giovanile, fra il 50 e il 40 circa) e su Cornelio Gallo.
Per Cornelio Gallo compose, a uso scolastico, un manualetto mitologico, che è conservato, dal titolo Avventure d'amore, in cui suggeriva al discepolo 35 temi da svolgere in elegie o in poemetti. Delle sue poesie, che constavano principalmente di elegie e di poemetti, non abbiamo se non scarsi frammenti: vi erano delle Metamorfosi, un Propempticon, un epicedio per la consorte Arete (il cui sepolcro, nei pressi di Tivoli, ebbe la ventura d'essere restaurato dall'imperatore Adriano). Egli si ricollegava alla tradizione di Euforione e di Callimaco; rappresentava la corrente dotta dell'alessandrinismo; amava l'erudizione storico-mitologica e le espressioni ricercate.
Le Avventure d'amore e i frammenti in Mythographi graeci, II, fasc. 1°, supplem., a cura di E. Martini (Lipsia 1902).
Bibl.: F. Susemihl, Geschichte der griech. Litteratur in der Alexandrinerzeit, I, Lipsia 1891, p. 191 segg.; A. Rostagni, Virgilio minore, Torino 1933, p. 239 segg. e passim.