PARTECIPAZÎ
. Alle dinastie dei Partecipazî si riannoda il primo secolo della vita politica di Venezia. Esse sono tre: quella che muove dal primo fondatore del ducato in Rialto, Agnello; quella che deriva da Orso I, e quella che ha origine da Orso II. Fra esse non si può stabilire uno stretto legame di parentela. La più notevole è la prima, perché Agnello vive nel momento assai agitato, durante il quale non solo, al principio del sec. IX, si attua il passaggio della sede ducale nell'isola di Rialto, ma è definito il lungo e appassionato dibattito tra l'Impero d'Oriente e quello di Carlomagno, che ha per teatro la laguna veneta e che si conchiude con il trattato d'Aquisgrana dell'814. Con lui trova principio la sistemazione dell'organizzazione interna, e s'inizia il periodo delle grandi costruzioni; con il suo successore e figlio, Giustiniano, è affrontata la risoluzione del problema religioso, iniziando il culto dell'Evangelista con il trasporto del corpo di S. Marco da Alessandria d'Egitto per difendere il geloso patrimonio della sede patriarcale gradense contro le pretese del concorrente patriarcato aquileiese.
Ma nell'intimo della famiglia non mancano i dissidî. Il fratello minore, Giovanni, costretto a esulare, vive lunghi anni lontano dalla patria, a Costantinopoli, fino a che, dopo la morte del padre e del nipote, figlio del fratello Giustiniano, presunto erede, è richiamato, per continuare nella famiglia il governo politico, sebbene solo negli estremi momenti sia fatto partecipe della funzione ducale. Il dissidio tra fratelli si rifletté largamente nella vita pubblica e rinfocolò lotte di fazione.
La vigorosa reazione, che represse gli ultimi tentativi frondisti con la soppressione dei suoi autori, non salvò la dinastia. L'opposizione si ricostituisce: il tribuno Caroso è alla testa della congiura; il duca Giovanni è detronizzato, e relegato in esilio nelle terre del regno franco. A congiura si oppone congiura. I seguaci di Giovanni con ogni cautela ne preparano il ritorno, ma quando questi crede d'essere solido sopra il seggio ducale, un pugno di congiurati si sbarazza della persona incomoda, che era stata riportata in città per rinsaldare le basi di una clientela non più amata. Sorge il governo di gente nuova.
La soluzione di continuità, che s'interpone fra il duca Giovanni e il duca Orso I e tra questo e Orso II, la mancanza di ogni plausibile notizia, che permetta di ricollegare le tre dinastie, e l'identificazione del nome della prima nella seconda e nella terza lasciano perplessi.
Tarde tradizioni troppo sbrigative le hanno riconnesse; hanno creato nomi fantastici; hanno inserito strane confusioni, in guisa da istituire genealogie arbitrarie. Ma in questo ammasso di storture le contraddizioni abbondano tanto da distruggere ogni apparenza di credibilità.
Bibl.: R. Cessi, Venezia ducale, I: Le origini, Padova 1928; II: L'età eroica, ivi 1929.