Vedi PARO dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
PARO (Πάρος, Paros)
Isola del gruppo meridionale delle Cicladi, situata tra Nasso e Antiparo.
La tradizione attribuisce originariamente a P. una popolazione di Cretesi ed Arcadi; nel periodo tardo-miceneo è testimoniato uno stanziamento ellenico da parte di Ioni, confermato in epoca storica dall'alfabeto arcaico dell'isola, che è ionico, come ioniche sono le divinità venerate.
L'isola di P., abitata sin dal periodo preistorico, partecipò sempre, artisticamente, del linguaggio comune alle isole vicine (v. cicladica, arte; cicladici, vasi; geometrica, arte; orientalizzante). Il periodo di maggior fioridezza dell'isola, durante il quale avvenne la colonizzazione di Thasos, è dall'VIII sec. a. C. sino alle guerre persiane: nel 600 circa P. inizia a battere moneta. Dopo le guerre persiane troviamo numerosi artisti pari emigrati nel continente greco e in Attica.
Famosa, come la vicina Nasso, per la ricchezza di marmo che P. conobbe e usò sin dal periodo proto-cicladico e ben presto esportò in tutto il mondo greco (Plin., Nat. hist., xxxvi, 86, ricorda che in marmo di P. era l'ingresso a colonne del labirinto egiziano, il tempio funerario, cioè, di Amenemḥēt III; con tutta probabilità però si doveva trattare in questo caso del bianchissimo calcare egizio), P. ebbe una fiorente scuola di scultura, che raggiunse l'acmè alla metà circa del VI sec. a. C. con la produzione di numerosi koùroi (elenco completo in Pauly-Wissowa, c. 1862, s. v.) e kòrai, stilisticamente affini al linguaggio ionico d'Asia Minore. Numerose in questo periodo sono le esportazioni, specialmente nell'isola di Delo, sulla quale P. esercita un vero e proprio dominio artistico; qualche scultura paria è presente anche sull'acropoli di Atene. Anche nel periodo severo la scuola paria di scultura è fiorente: di questo tempo (seconda decade del V sec.) è la Nike di Paro (Einzelaufnahme, 2395-8) - probabilmente un trofeo per la vittoria su Milziade - che, pur conservando l'antico schema della corsa, si allontana dai moduli arcaici per un maggior realismo di contenuto e di rendimento. Di questo stesso periodo è la maggior parte dei sarcofagi antropoidi in marmo pario di tipo fenicio (v. sarcofago) rinvenuti in Fenicia, Egitto, Cipro e nella Sicilia punica: la lavorazione di questi sarcofagi sembrerebbe da attribuirsi a scuola paria. Dopo il periodo severo, l'attività degli artisti di P. si svolge per la maggior parte in Delo e nella Grecia continentale.
Nell'isola, due furono i maggiori centri nell'antichità: a N il porto di Naoussa, ad O la città di Paro. In quest'ultima, i monumenti noti solo da iscrizioni o fonti letterarie sono per lo più di epoca romana: il teatro, lo stadio, il ginnasio distrutto nel III sec. d. C. e ricostruito intorno al 300, il Pritaneion, l'Agoranomion e l'agorà, ricostruita al tempo di Adriano. Visibili sono invece: di epoca prearcaica i resti di una casa absidata, costruita in piccole pietre, non lontano dall'antica acropoli; di epoca arcaica avanzi delle mura della città (forse del VII sec. a. C.) costruite in piccoli blocchi di gneiss e, sull'acropoli, abitata almeno a partire dal Tardo Miceneo, un tempio ionico dell'ultimo venticinquennio del VI sec., del quale rimangono solo parte delle fondazioni ed elementi decorativi reimpiegati in un castello franco. A N, sull'altura di Kastro, era un tèmenos arcaico con altare di roccia di Apollo risalente al Proto-Cicladico, un altare arcaico di Artemide, e un secondo altare della dea, e un tempio dorico in antis della fine VII-inizio VI sec. a. C.; nella parte a S sono varî ambienti per abitazione dei sacerdoti. Sono state trovate iscrizioni (I. G., xii, 5, 210-xii) di Atena Kynthia e Artemide Dèlia. Per il culto di Apollo Dèlios in P.: I. G., xi, 5, 214 e Oxyr. Pap., iii, 408, p. 14 ss.). A S-O della città sono i resti dell'Asklepieion, complesso fornito di due fontane, stoài e una sala allungata con altare centrale. Di periodo ellenistico (Il sec. a. C.) è un monumento funerario che fa parte della necropoli situata presso la chiesa della Panaghia. Una basilica del V-VI sec. d. C. è situata invece ad O della città, in località Katapolianì; più ad E, in località Tre Chiese, è stata recentemente portata alla luce un'altra basilica cristiana, a tre navate, con nartece. Si pensa che non lontano da quest'ultima località si innalzasse l'heròon del poeta Archiloco, perché nella chiesa è stato ritrovato, reimpiegato, un capitello ionico con un'iscrizione incisa sull'abaco che menziona che ᾿Αεχίλοχος πάριος Τελεσιχλεός ἐβϑάδε κεῖται. Non lontano da P., presso il convento di Haghios Minas sul monte Marpessa, rimangono ancora visibili le gallerie che sono servite nell'antichità per l'estrazione del marmo.
Nell'odierno capoluogo dell'isola, Paroikia, che sorge all'incirca dove era la città antica di P., è un piccolo museo che raccoglie le antichità dell'isola e della vicina Antiparo. È presente qualche scultura, tra cui la Nike, e alcune iscrizioni, tra le quali quelle in cui è menzionato il poeta Archiloco, e la tavola cronologica conosciuta come Marmo pario. Tra i non numerosi rilievi, uno, dove figura la parte anteriore di una mucca, è stato inteso come parte di un fregio proveniente dall'Archilocheion, nel rifacimento del i sec. a. C.: sul fregio sarebbe stata rappresentata l'epifania delle Muse al poeta, col dono della lyra, contraccambiato da parte del poeta con una mucca: la composizione sarebbe dunque iconograficamente simile a quella che appare sulla pisside di Eretria a Boston, identificata con l'apparizione delle Muse al poeta Esiodo (v. esiodo; muse).
Bibl.: O. Rubensohn, Paros I, II, in Ath. Mitt., XXV, 1900, p. 341 ss. e XXVI, 1901, p. 157 ss.; id., Parische Künstler, in Jahrbuch, L, 1935, p. 49 ss.; id., in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 1781 ss., s. v., con bibl. prec.; G. Lippold, Die Plastik, in Handbuch, III, Monaco 1950, passim; N. M. Kondoleon, Νέαι ἐπιγραϕαι περὶ τοῦ Αρχιλόχου ἐκ Πάρου, in Arch. Eph., 1952, p. 32 ss.; Bull. Corr. Hell., LXXX, 1956, p. 334; LXXIV, 1960, p. 814; LXXXV, 1961, p. 841 ss.; A. K. Orlandos, in Τὸ ἔργον, 1960, (1961), p. 176 ss.; 1961, (1962), p. 188 ss.; Bull. Corr. Hell., LXXXVI, 1962, p. 856. Per il Delion: O. Rubensohn, Das Delion von Paros, in Forschungen und Fortschritte, V, 1929, p. 348 s.; id., Das Delion von Paros, Wiesbaden 1962.