PARMENIONE (Παρμενίων, Parmenio)
Generale di Filippo e di Alessandro di Macedonia. Nato fra il 400 e il 390 a. C., servì con ammirevole genialità e fedeltà i suoi signori fino alla morte. È probabile che abbia partecipato a tutte le campagne di Filippo, e forse anche personalmente diretto le più risolutive battaglie antigreche. Nella primavera del 336 fu nominato, con il suo genero Attalo, capo delle forze macedoniche sbarcate in Asia per aprirvi le ostilità contro i Persiani. I successi iniziali furono resi vani dall'uccisione di Filippo e dalle trame di Attalo, che P. non esitò, nel suo rigido legittimismo, ad abbandonare alla vendetta di Alessandro. Rientrato in Macedonia per provvedere agli armamenti, P. passò di nuovo l'Ellesponto nella primavera del 334 e fu da allora il primo generale di Alessandro. Certo a torto si è ascritto a P. il merito delle tre decisive battaglie (Granico, Isso e Gaugàmela): ma non è dubbio che la sua fedeltà e la sua abilità strategica abbiano contribuito grandemente alla vittoria di Alessandro, se anche P. sempre meno riuscì a intendere i veri fini politici che Alessandro si prefiggeva oltre la mera azione guerresca. Spirito rigidamente nazionalista e, perciò, incapace di vivere il sogno di Alessandro, P. cercò di limitare l'espansione imperiale, in ultima analisi contraria agl'interessi nazionali della Macedonia. Perciò sotto le mura di Tiro propose che Alessandro accettasse la pace offerta dal Gran Re, cioè l'Asia mediterranea. L'ultima vittoria rese aperto e incolmabile il dissidio, da più anni latente, fra P. e il suo re. Mentre Alessandro, atteggiandosi a legittimo re dell'Asia, dimetteva i contingenti confederali greci e si lanciava all'inseguimento di Dario fuggiasco, P. rimase ad Ecbatana, senza un preciso comando, sebbene col compito di alto ispettore delle provincie meridionali. La scoperta della congiura di Filota, suo figlio primogenito, segnò per P. l'ora della condanna. La compiuta mancanza di vere o false prove a suo carico non permise ad Alessandro di deferire P. al giudizio dell'assemblea militare macedone. Perciò diede segretamente l'ordine di sopprimerlo, e così, sullo scorcio ultimo del 330, P. fu ucciso in Ecbatana.
Bibl.: Oltre alle singole biografie di Alessandro, cfr. H. Berve, Das Alexanderreich, II, Monaco 1926, p. 298 segg.; K. J. Beloch, Griech. Gesch., IV, ii, p. 294 segg.; E. Meyer, Kleine Schriften, I, 2ª ed., Halle 1924, p. 299 segg.; Blüte und Niedergang des Hellenismus in Asien, Berlino 1925, p. 9 segg.; P. Treves, Demostene e la libertà greca, Bari 1933, p. 97 segg.