Vedi PARMA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
PARMA (Parma)
Colonia di diritto romano dedotta nel 183 a. C. lungo la via Emilia, sul luogo dove un insediamento dell'ultimo periodo dell'Età del Bronzo era stato, con ogni probabilità, perpetuato dagli Etruschi e dai Galli. Ma di queste prime fasi urbanistiche l'archeologia offre documentazione solo per la terramare, scoperta dal Pigorini nel 1864 sotto la parte orientale della città moderna, fra via della Repubblica e borgo Valorio.
L'assetto urbanistico romano, che possiamo oggi discernere, è quello di P. imperiale, connesso certo con il rinnovamento apportato da Augusto, allorché vi dedusse una nuova colonia dopo i guasti e le rapine operati da Antonio nella guerra di Modena. Il cardo maximus percorreva il tracciato delle odierne vie Farmi e Cavour; il decumanus quello delle strade Mazzini e della Repubblica, costituito cioè, come di norma, dalla via Emilia; il forum si apriva dov'è ora piazza Garibaldi. Il perimetro delle mura sembra che avesse la forma ideale di un castrum quadrato, di m 16.000 il cui lato N correva all'altezza del limite meridionale di piazza Marconi e della piazzetta a S del Battistero; quello S all'altezza del limlte settentrionale del piazzale di S. Lorenzo; il lato E scendeva secondo una linea intermedia tra le direzioni di borgo S. Silvestro e borgo Leon d'Oro; quello O circa 10 m più internamente di via Carducci (Not. Sc., 1941, p. 105).
Notevole fu l'espansione extraurbana, forse del Il sec. d. C. specialmente sul lato meridionale, dove sorgevano il teatro e, più ad E, l'anfiteatro: dagli avanzi del primo, sotto il piazzale di S. Uldarico, è stato dedotto un diametro massimo di m 60; da quelli del secondo, sotto il collegio M. Luigia, un diametro maggiore di m 136 e uno minore di m 106. Connesso con tale fioritura edilizia è da ritenersi l'ampliamento della cinta murale dal lato S, fino a raggiungere la zona dell'attuale borgo Riccio da Parma, andamento poi ricalcato dai restauri dell'epoca di Teodorico, che segnò un periodo di ripresa per la città che fu allora denominata Iulia Crysopolis. Altri ritrovamenti di epoca romana sono: i mosaici figurati del "Centauro" e del "Guerriero"; una testa-ritratto di Agrippina senior; l'edicola funeraria del purpurarius C. Pupio Amico, rappresentato fino al busto, tra panni ed arnesi del suo mestiere, la quale perciò ha interesse anche come documento dell'arte della lana, fiorente in P., come in altre città dell'Emilia.
Bibl.: I. Affò, Storia di P., Parma 1792; R. Andreotti, Intorno ai primordi e allo sviluppo di P. nell'antichità, in Bull. Com., LVI, 1929; M. Corradi Cervi, L'arte romana in P., in Arch. St. per le provincie parmensi, XXXVI, 1937, p. i; Nuovi contributi per la topogr. di P. rom. imper., ibid., s. III, III, 1938, p. i; Scavi a P. e prov. degli anni 1941 e 1942, ibid., VII, 1942 e 1943; in Not. Sc., 1941, p. 105 e 1948, p. 17; G. Mancini, in Emilia romana, II, 1944, pp. 80-85.