Vedi PARMA dell'anno: 1963 - 1973 - 1996
PARMA (v. vol. V, p. 960 e S 1970, p. 600)
I risultati di scavi condotti nel centro storico, entro vari isolati del nucleo ad assi ortogonali tuttora riconoscibile sulla riva destra del torrente Parma, sembrano ricondurre tale impianto all'epoca della deduzione della colonia. Sono state ritrovate, non lontano da quella che diverrà l'area del foro e sulla riva del torrente, anche tracce d'insediamento preromano, mentre il tessuto urbano dell'oltretorrente mantiene l'impronta di un impianto ad assi ortogonali, ritualmente orientato secundum caelum.
All'estremità settentrionale del cardo maximus si salda la via proveniente dal porto fluviale di Brescello di cui si è scoperto un segmento, con sottofondo costituito da anfore (forma Dressel 6-7).
Traccia più cospicua del decumano massimo è il ponte sul Parma - realizzato forse in muratura all'epoca del rifacimento augusteo della Via Aemilia - della cui costruzione originaria resta il conglomerato delle fondazioni.
All'incrocio di cardine e decumano massimi è il foro, corrispondente solo in parte all'odierna Piazza Garibaldi, dominato dal Capitolium, di cui sono stati rimessi in luce tratti delle fondazioni in laterizi. A questo si sovrappone, come in molti centri di fondazione coloniale, la chiesa dedicata a S. Pietro.
All'età imperiale si datano molte iniziative d'edilizia pubblica - teatro, anfiteatro, alcuni edifici termali - ed esempi di edilizia privata. Numerosi insediamenti suburbani individuano direttrici d'espansione lungo la raggiera di strade che muovono dalla città. La più antica sembra essere quella che si sviluppa lungo la Via Aemilia, ai margini della quale si trovano, nel settore orientale del centro storico, strutture, livelli e materiali databili sin dall'età repubblicana.
La notevole densità di villae nell'agro centuriato ricorda la prosperità dell'economia locale fondata, stando alle fonti antiche, sulla produzione della lana.
Mentre vari ripostigli confermano anche in questo caso la crisi economica dei centri padani nel III sec. d.C., dei gravi turbamenti dell'impero è riflesso significativo il sorgere, di poco posteriore, di una cinta difensiva, di cui sono apparsi tratti in borgo A. Mazza e all'interno del Teatro Regio.
Fuori dalle mura si colloca il palinsesto della cattedrale, più volte ricostruita, al centro dell'insediamento ufficiale goto prima, longobardo poi, sui resti di un impianto paleocristiano.
Già all'epoca del conflitto greco-gotico arena e teatro divennero probabilmente i capisaldi di un perimetro fortificato. Sull'arena converge un sistema di strade ad andamento sinuoso tipico degli insediamenti longobardi.
Bibl.: M. Marini Calvani, Parma nell'antichità, in AA.VV., Parma. La città storica, Parma, 1978, pp. 19-66; ead., Emilia occidentale tardoromana, in Felix Temporis Reparatio. Atti del Convegno Archeologico Intemazionale Milano capitale dell'Impero romano, Milano 1992, pp. 321-342; ead., Strade romane dell'Emilia occidentale, in AA.VV., Tecnica stradale romana, Roma 1992, pp. 187-192; ead., Parma: nascita della città medievale e Sancta Parmensis Ecclesia, in AA.VV., I Longobardi nell'Emilia occidentale, Parma 1993, pp. 37-38.