ZAJOTTI, Paride
Nato a Trento l'8 giugno 1793, morto a Trieste il 29 dicembre 1843. Studiò a Trento, poi frequentò i corsi di giurisprudenza all'università di Bologna (1811), pur continuando negli studî letterarî, nei quali fu spronato dal Monti, con cui strinse grande amicizia, durata per lunghi anni. Laureatosi nel 1813, andò a Pavia, dove nel 1815 conseguì una seconda laurea dottorale e l'anno successivo entrò come "ascoltante" nel consiglio del tribunale civico provinciale di Trento. Fu più tardi protocollista del Consiglio a Lodi (1818), consigliere al tribunale d'appello di Venezia (1831), poi di Milano e di nuovo a Venezia (1836), infine presidente dello I. R. Tribunale provinciale di Trieste (1838). Fu lui che, mentre si trovava a Milano, ebbe l'incarico d'istruire i processi politici contro gli affiliati alla Giovane Italia in Lombardia. E quando il Misley diede alla luce la celebre requisitoria contro l'Austria e il duca di Modena, lo Z. pubblicò la Semplice Verità opposta alle menzogne di Enrico Misley nel suo libello "L'Italie sous la domination autrichienne" (Parigi [ma Milano] 1834).
Non tralasciò mai gli studî letterarî e scrisse articoli di critica nella Biblioteca italiana dell'Acerbi e nell'Enciclopedia italiana di Venezia. Un suo articolo intitolato: Del romanzo in generale e anche dei "Promessi Sposi" di A. Manzoni, pubblicato nella Biblioteca italiana, ebbe le lodi del Mazzini nell'Indicatore genovese del 1829. Amico, oltre che del Monti, della famiglia di lui, specialmente di Costanza Perticari, con la quale ebbe una relazione amorosa, fu pure in rapporti d'amicizia col Manzoni, con l'Arici, col Giordani, col Perticari, ecc.
Bibl.: [E. Stieglitz], Memorie della vita e degli scritti di P. Z., Trieste 1844; G. De Castro, Cospirazioni e processi in Lombardia (1830-35), in Rivista storica, 1894; A. Luzio, La Biblioteca italiana e il governo austriaco, in Riv. stor. d. Risorg. ital., 1895 (ivi un carteggio tra l'Acerbi e lo Z.); id., A. Salvotti e i processi del Ventuno, Roma 1901; N. Vidacovich, V. Monti e P. Z., Milano 1928 (ivi una copiosa corrispondenza epistolare dello Z.).