parente
Il significato di questo termine oscilla in D. tra quello etimologico di " genitore " e quello più lato di " persona della stessa famiglia ".
L'espressione primo parente per indicare Adamo, il primo " genitore ", ricorre in Cv IV XV 3 e in If IV 55. Nella prima cantica tutte le occorrenze sono nel senso di " genitore ": di Silvio il parente, Enea (II 13); li parenti miei [di Virgilio] furon lombardi, I 68; III 103. Così anche in Pd VII 148 (li primi parenti, Adamo ed Eva), e XXXII 78.
In Cv I IV 10 quando [l'uomo] è maculato d'infamia di parenti, si allude a " persone della famiglia ", la cui cattiva fama danneggia l'individuo; così in I XII 5 e in Pd XXII 84 quantunque la Chiesa guarda, tutto / è de la gente che per Dio dimanda; / non di parenti né d'altro più brutto. Anche nel Fiore: se non è su' parente o su' compare, LXXI 5; già no lli fia sì amico né parente, CXVII 10 (cfr. anche CXXXIX 11); CCX 12; Detto 357 gli amici e' parenti / no gli sono apparenti.
In Pd XVI 120 il suocero il fé lor parente, il valore del termine si allarga ancora, a indicare gli affini acquisiti attraverso matrimoni: si tratta qui degli Adimari che s'imparentarono con Ubertino Donati quando il suocero di questo, Bellincione Berti, dette in moglie a uno degli Adimari una sua figlia.