PARCHI NAZIONALI
. Territorî caratteristici per le bellezze naturali in genere, per la rarità delle piante e degli animali che vi si trovano o anche per qualche fenomeno geologico, che lo stato o altri enti pubblici intendono proteggere con disposizioni legislative dall'intervento dell'uomo e della civiltà. Quivi è proibito fare la caccia, raccogliere insetti o altri piccoli animali, erborizzare, tagliare alberi e loro rami, compresa ogni razionale potatura. La natura deve essere lasciata a sé stessa, né il suo equilibrio deve essere turbato dall'uomo; gli alberi colpiti dal fulmine e quelli morti per vecchiaia cadono e così pure i rami secchi; funghi e licheni se ne impadroniscono e provocano la disgregazione del legno che torna alla terra, già ricoperta dallo strato sempre crescente delle foglie cadute annualmente dagli alberi. La vita animale vi si svolge indisturbata; gli erbivori grandi e piccoli pascolano nelle radure o rosicchiano i ramoscelli degli alberi; i carnivori trovano ampie possibilità di preda. Tali parchi sono sostanzialmente riserve botaniche, zoologiche e geologiche. I primi sono sorti negli Stati Uniti d'America, dove lo sfruttamento senza limiti di ogni risorsa naturale andava compromettendo le meraviglie della natura e l'esistenza di parecchi elementi faunistici e floristici, alcuni dei quali erano già irreparabilmente scomparsi. Nella loro organizzazione peraltro ebbe grande importanza il concetto di mettere il popolo a contatto delle bellezze naturali e di poterne godere senza manometterle.
Parchi nazionali americani. - Gli Stati Uniti diedero per primi, come si è detto, l'esempio della creazione e dell'organizzazione dei parchi nazionali, il cui numero è andato col tempo sempre crescendo, mentre si è venuta perfezionando tutta quella serie di provvidenze con cui lo stato cerca di raggiungere gli obiettivi che hanno determinato questa istituzione. Il più antico parco americano, i Hot Springs dell'Arkansas, costituito il 20 aprile 1832 su una superficie di 103,6 kmq., poi ridotto a 36,8, aveva lo scopo di riservare agli ammalati della nazione i benefici terapeutici di queste sorgenti radioattive e insieme il conforto di un ottimo clima e di un paesaggio riposante. In seguito, alla creazione dei parchi presiedettero i criterî conservativi già ricordati e, inoltre, ponendo sotto la cura e la guardia della pubblica amministrazione zone più o meno estese (da pochi ettari di superficie a territorî amplissimi, più ampî, per es., della Corsica), si volle dare a tutti la possibilità di ritemprare le forze. In questo senso il primo dei parchi americani è quello di Yellowstone, creato il 1° marzo 1872, esteso 8873 kmq. (il più ampio finora) e che rientra quasi tutto nell'estremo angolo di NO. del Wyoming (per 634,6 kmq. nello stato di Montana, per 93,2 in quello di Idaho).
Il parco ha un'altitudine di circa 2400 metri. Vi si trovano paesaggi incantevoli, dove alte montagne coperte di neve si alternano a ridenti vallate, sparse di laghi, percorse da fiumi, con vulcani di fango, sorgenti termali, terrazze, crateri, cascate, grandi foreste di conifere che ospitano bisonti, alci, cervi, muffloni dalle grandi corna, orsi neri e grigi. Il parco di Yosemite in California si unisce a quello di Wawona, dove sono conservati circa 200 esemplari della colossale Sequoia gigantea, albero che si avvicina a 100 metri di altezza. Anche il Gran Cañón del Colorado e le cascate del Niagara, costituiscono oggi il centro di due parchi nazionali: il primo ha conservato, per la sua grande lontananza da centri abitati, il suo vero carattere; mentre il secondo, per la sua posizione sul confine tra gli Stati Uniti e il Canada e per la cupidigia di sottrarre forza motrice dalla grande cascata, va perdendo sempre terreno di fronte allo sfruttamento turistico.
Fino al 1932 esistevano sul territorio degli Stati Uniti 20 "parchi nazionali" sotto il controllo di un apposito ufficio (National Park Service) e 13 dipendenti dal Ministero della guerra (War Department); al primo spettano poi anche i due parchi delle Hawaii e dell'Alasca, quest'ultimo superato in ampiezza solo dal parco di Yellowstone.
Agli stessi scopi mira l'organizzazione dei "monumenti nazionali", tenuti distinti nella legislazione dai parchi, ma posti, al pari di questi, sotto il controllo del National Park Service, che ne amministra 33 per una estensione di 9655,8 kmq., del Ministero della guerra, che ne ha 16 per 2,5 kmq., e del Ministero dell'agricoltura, a cui ne spettano 15 per 1530,7 kmq. Del territorio occupato dai "monumenti", ampio (11.189 kmq.) poco meno di quello della nostra Campania, i 4/5 sono in Alasca (Glacier Bay: 4704,i kmq.; Katmai: 4403,1 kmq.); dei "monumenti" racchiusi entro i confini della Confederazione i maggiori sono nell'Idaho (Craters of the Moon: 200,6 kmq.), nell'Arizona (Petrified Forest: 104,9 kmq.) e nel Nuovo Messico (Chaco Cañón: 87,6 kmq.). I "parchi" abbracciano in totale 31.442,5 kmq., di cui appena 56,9 costituiti dalle zone rese celebri per fatti d'arme, e perciò custoditi a cura del Ministero della guerra. Dei parchi veri e proprî 11 furono creati fra il 1890 e il 1902, e 9 dopo la guerra mondiale; il più recente (Carlsbad nel Nuovo Messico) ha la data del 1930.
Quando si prescinda dalle riserve create fuori delle frontiere politiche della madrepatria, la quasi totalità sia dei parchi sia dei monumenti appartiene agli stati del Far West, ossia a territorî dove le condizioni geologiche (varietà e complessità delle formazioni, fenomeni vulcanici, presenza di ghiacciai, ecc.), morfologiche (terreni più recenti, e quindi con caratteri di giovinezza; uniformità di aspetti sopra superficie assai estese), fitogeografiche (mantello vegetale originario ben conservato), e anche storiche (gruppi etnici poco mescolati, forme di civiltà ancora non obliterate) appaiono più adatte alla creazione di simili istituti; tuttavia è chiara la tendenza ad estendere questi anche nei paesi di più vecchio insediamento (parco di Acadia sulla costa del Maine), dato il forte richiamo che essi esercitano sulle correnti turistiche. Degli stati occidentali, l'Arizona ha ben undici monumenti nazionali e un parco, per una superficie totale di 11.056, 1 kmq. (1/25 di quella dello stato), otto ne hanno il Colorado, la California e il Nuovo Messico, cinque l'Utah, quattro il Wyoming, tre il South Dakota, ecc. Per contro, parchi e monumenti amministrati dal Ministero della guerra sono quasi tutti negli stati orientali, i soli ricchi di memorie delle due guerre da cui è uscita l'attuale Confederazione: quella d'indipendenza e la guerra civile fra nord e sud. L'amministrazione di queste "riserve", tendendo a scopi speciali, lascia di regola grandi libertà a quanti desiderano visitarle, mentre la notevole ampiezza di molte di esse consente e spesso richiede per queste visite - specialmente dove, come in qualche caso, manchino strade - una lunga permanenza in situ. Parchi e monumenti sono divenuti perciò meta di un vivo movimento turistico, e hanno anche spinto governi e privati a favorire, con piste speciali e con ferrovie, l'accesso a luoghi che meglio si prestano a soggiorni, campeggi ed escursioni, intorno ai quali sono sorti e sorgono tuttora ricoveri, alberghi, posti di rifornimento, e perfino piccoli insediamenti stabili.
Il Canada non ha tardato a seguire l'esempio degli Stati Uniti, istituendo nelle Montagne Rocciose un grande parco nazionale a Banff, divenuto poi centro d'industria alberghiera e turistica. Lo stesso governo canadese ha creato poi il parco nazionale di Wainwright, nell'Alberta, specialmente per la conservazione, l'allevamento e la moltiplicazione del bisonte d'America, divenuto molto scarso alla fine del secolo XIX; e il parco Garibaldi nella Columbia Britannica, ricco di sovrane bellezze naturali.
Parchi nazionali italiani. - Parco nazionale del Gran Paradiso. - È stato istituito nel dicembre 1922, con lo scopo di conservare la fauna, la flora e le bellezze del paesaggio di una tra le più splendide zone alpine. Comprende il Massiccio del Gran Paradiso e si estende su parte dei territorî comunali di Cogne, Valsavaranche, Rhêmes, Villanova Baltea, Ceresole Reale, Locana, Ronco Canavese, Valprato Soana, cui sono stati aggiunti i terreni di caccia (ettari 2200) ceduti dalla Corona al demanio. È un territorio di alta montagna, che raggiunge i 4061 m. nella Cima del Gran Paradiso, cui fanno corona numerose altre vette, superanti i 3500 metri, quali l'Herbetet, m. 3778, la Grivola, m. 3969, la Cima Ciarforon, m. 3640, la Tresenta, m. 3609, ecc. Geologicamente il gruppo del Gran Paradiso è rappresentato da una gigantesca cupola o ellissoide di gneiss, circondata da una complessa formazione di calcescisti e micascisti, inglobanti masse grandi e piccole di svariate rocce verdi. La potenza della formazione gneissica spiega in gran parte la grandiosità di tale gruppo montuoso, mentre la disposizione stratigrafica e la natura piuttosto resistente delle rocce verdi dànno una fisionomia orografica spesso assai aspra (gruppo della Grivola). Al lavorio delle acque, in concomitanza con la diversa natura litologica delle rocce e con la stratificazione dei banchi, si devono magnifiche manifestazioni naturali, quali le cascate, di cui celebri quelle di Noasca e di Ceresole, le rapide, come quella tipica degli Scalari di Ceresole, gola di orrida bellezza, in cui si può osservare il lavorio incessante delle acque. Profondamente diversi appaiono anche i versanti del gruppo: quello meridionale, con valloni incassati e precipiti nell'ampia valle trasversale dell'Orco; quello settentrionale, solcato da vallate ampie, lunghe, tra cui la più importante è la Valsavaranche. L'imponenza della glaciazione quaternaria è bene attestata dalla morfologia tipicamente glaciale di tutta la zona: anche ora, attese le rudi condizioni altimetriche, il manto glaciale è copiosamente rappresentato. Condizioni morfologiche, altimetriche, climatiche, ambientali hanno permesso la formazione e la diffusione di numerosissime specie faunistiche e floristiche proprie della zona nivale (3000-4000 m.) e alpina (2000-3000 m.). Molte specie sono oggi peculiari del parco, perché ivi hanno trovato il loro ultimo rifugio, in seguito alla totale distruzione avvenuta in altre zone.
Parco nazionale d'Abruzzo. Occupa l'alta valle del Sangro, uno dei cantoni più segregati dell'Abruzzo, nel quale la fisionomia naturale si è conservata nella sua integrità e nella sua orrida bellezza. Esso era già stato costituito a riserva reale per la caccia all'orso nel 1872, anzi a tale riserva si deve se l'orso sia stato salvato da completa distruzione unicamente in questo angolo della regione appenninica. Abolita la riserva nel 1912 s'iniziò, sotto gli auspici della Federazione Pro Montibus, un movimento per la creazione del parco, che fu inaugurato il 9 settembre 1922 e costituito in Ente parastatale con legge dell'11 gennaio 1923. Il parco è limitato ad est dall'elevata catena dei Monti Marsicani (M. Marsicano m. 2242), a sud-ovest e a sud dalla dorsale spartiacque tra Sangro e Liri, che dal M. Cornacchia (2003 m.) si prolunga coi monti Serrone, La Rocca e Panico fino a saldarsi con la Meta, della quale comprende tutta la zona culminale. Il parco abbraccia un'area di 380 kmq. (comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Villa Vallelonga, Lecce, Gioia de' Marsi e Barrea) cui si aggiungono altri 500 kmq., per i quali vigono speciali restrizioni, specie per la caccia all'orso.
Il parco mira in prima linea alla conservazione della vegetazione e soprattutto del bosco, rappresentato ancora da belle e compatte faggete, e da gruppi, isolati o intercalati ai faggi, di pino di Barrea (Pinus nigra) e da rappresentanti di pino alpestre (Pinus montana) su alcune cime più scoscese; da querce, cerri, carpini, tassi nelle regioni più basse. La vegetazione erbacea presenta pure numerose specie rare, soprattutto forme di accantonamento e sopravvivenze di flora glaciale; inoltre erbe aromatiche e medicinali.
La fauna è caratterizzata da relitti interessanti. In prima linea l'orso (Ursus arctos marsicanus), varietà diversa da quella alpina e fino al secolo XVI comune in Abruzzo, estintosi sul Gran Sasso verso la metà del sec. XIX, sopravvissuto solo entro i limiti del parco; il numero degli esemplari, in lieve aumento, supera ora certamente il ceptinaio. Inoltre il camoscio (Rupicapra ornata), specie diversa dall'alpina e peculiare dell'Abruzzo, limitato ad alcuni valloni meno accessibili della Meta; il capriolo (Cervus capreolus), ancor più raro; il gatto selvatico (Felis molisana), anch'esso rintanato nelle boscaglie più folte e inaccessibili. In epoca recente sono scomparsi il daino e la lince (per quanto di quest'ultima si ritenga da taluno che sopravvivano pochissimi esemplari). Tra i Mammiferi minori sono da ricordare la martora, la faina, la puzzola, la donnola, lo scoiattolo, il ghiro, assai raro, e, più rari ancora, la nitela (Eliomys quercinus) e il moscardino (Muscardinus speciosus). Tra gli Uccelli rapaci comune l'aquila, rari il capovaccaio (Neophron percnopterus), l'astore (Astur palumbarius), lo sparviere (Accipiter nisus), il nibbio (Milvus milvus).
Il parco ha importanza anche per fenomeni geologici e geografici; tracce glaciali, fenomeni carsici ed esempî tipici d'idrografia sovrimposta nelle grandiose gole di Opi e di Barrea. Al parco si accede dal Fucino per il Passo di Gioia Vecchio (1433 m.), dal quale risale una strada che segue tutta l'alta valle del Sangro ed esce per il Passo della Croce (1165 m.) verso il Piano di Casteldisangro. A questa strada longitudinale s'innesta ad Opi la strada che risale dalla valle del Liri per la Forca d'Acero (1538 metri), a Villetta Barrea la strada proveniente da Scanno. Centro del parco è Pescasseroli. La zona del parco ha negli ultimi anni assunto importanza anche come centro di turismo alpino e di sport invernali; essa è perciò dotata di parecchi rifugi. I due parchi ora ricordati hanno avuto amministrazione autonoma fino a tutto il 1933: sono quindi passati alle dipendenze dell'amministrazione forestale.
I parchi del Circeo e dello Stelvio. - Nel 1933 fu creato un terzo Parco nazionale nel Lazio meridionale, includendovi la parte maggiore della Selva di Terracina, le adiacenti pendici del Circeo e una parte del litorale sabbioso con cordoni di dune; esso ha ricevuto il nome di Parco nazionale del Circeo. Comprende circa 32 kmq. di bosco d'alto fusto (cerro, rovere) che viene opportunamente preservato e risanato, e una porzione del promontorio, caratteristico per la sua vegetazione e la fauna (v. circeo). Nel settembre 1934 fu decisa la creazione del Parco nazionale dello Stelvio, che comprende l'intero gruppo dell'Ortles, con la Val di Trafoi, la Valle di Solda, la Val d'Ultimo, la Val Martello, la Valfurva, e un settore dell'alta Valcamonica, con alcune minori confluenti, in tutto oltre 94 kmq. con una settantina di vette al di sopra dei 3000 m. e un gruppo imponente di ghiacciaio. Il parco assicura la conservazione di una zona d'eccezionale interesse alpinistico e turistico.
Parchi nazionali in altri paes1. - Parchi nazionali esistono ora, come si è detto, in molti altri stati: in Europa è da ricordare anzitutto il grande Parco nazionale svizzero, nel Cantone deì Grigioni (250 kmq.); altri parchi esistono in Germania, in Austria, in Norvegia, in Polonia, e nella Cecoslovacchia (Tatra); una riserva botanica e zoologica, integrale, è quella della Camargue, presso le bocche del Rodano. Fuori d'Europa, oltre agli Stati Uniti, grandiosi parchi hanno l'Argentina, Giava, il Giappone, il Congo Belga, l'Australia e la Nuova Zelanda.
V. tavv. LXXVII-LXXXVI.
Bibl.: (E. Sipari), Relazione del presidente del direttorio provvisorio dell'ente autonomo del Parco naz. d'Abruzzo, Tivoli 1926; Il parco naz. del Gran Paradiso, Torino 1932; Il parco naz. d'Abruzzo, Roma 1934.