PARASTASI (παράστασις, parastăsis)
È un istituto di diritto attico, imperfettamente conosciuto a causa della scarsità di dati informativi. Per la maggior parte delle azioni pubbliche da esperire al foro dei tesmoteti era prescritto che l'accusatore all'atto di presentare l'istanza al magistrato depositasse una somma di danaro (si ritiene non molto alta) detta parastasis. Tale somma passava nelle casse dello stato, ma l'accusatore, in caso di vittoria, aveva diritto di ripeterla dal soccombente. Quali fossero le azioni per cui era prescritta la parastasi lo apprendiamo da un passo di Aristotele (Const. Ath. 59,3), che è per noi unica fonte d'informazione: uso abusivo del diritto di cittadinanza e reati connessi; calunnia; corruzione di magistrato; adulterio; e una serie di reati contro la regolare tenuta dei pubblici registri. I critici moderni non dànno un valore assoluto alla lista aristotelica; secondo alcuni è incompleta, secondo altri, inesatta.
Bibl.: U. v. Wilamowitz, Aristot. u. Athen, I, Berlino 1893, p. 244; J. H. Lipsius, Das att. Recht u. Rechtsverfahren, III, Lipsia 1915, p. 827 segg. e passim (v. l'ind. anal.); G. De Sanctis, 'Ατϑίς, 2ª ed., Torino 1912, p. 134 segg.