PARASSITOLOGIA
. È la scienza che si occupa dello studio dei parassiti.
Lo studio di tali esseri ha interessato gli osservatori di ogni tempo: ne troviamo infatti accenni in uno fra i più antichi documenti, il papiro di Ebers. Ippocrate e i suoi seguaci ben conoscevano le Tenie (ἓλμινς πλατεῖα) gli Ascaridi (ἕλμινς στρογγύλη) e gli Ossiuridi (ἀσκαρίς), per i quali fu adottato il nome di ἕλμινϑες. Ritenevano però che essi preesistessero nel feto, al quale erano trasmessi dalla madre, o che nascessero spontaneamente nell'intestino o fossero la trasformazione degli umori o l'animalizzazione delle sostanze nutritive introdotte in eccesso e non assorbite. Nella scuola alessandrina (sec. II a. C.), secondo quanto narrano Plutarco e Paolo d'Egina, era ben nota la Filaria medinensis e si descrissero i danni da essa prodotti. Infatti Agatarchide di Cnido la descrive assai chiaramente, quando dice che coloro i quali ammalarono attorno al Mar Rosso, ebbero fenomeni così strani che nessuno aveva mai ricordati o veduti: descrive poi serpentelli che uscivano dalla pelle e mangiavano il grasso delle gambe e i muscoli del braccio e, quando si osava toccarli, si ritraevano, si nascondevano in mezzo alla carne, generando tumori che davano dolori insopportabili. Anche la scuola grecolatina portò un contributo notevole alla conoscenza dei parassiti animali e Celso, Plinio, Scribonio, Dioscuride, Galeno, Celio Aureliano, Elio parlano in particolare dei vermi e dei disturbi che questi determinano, pur non essendo concordi circa l'origine e la natura di essi. Alla scuola araba si devono numerose osservazioni sui vermi nastriformi e rotondi e inoltre sembra che Avenzoar abbia anche descritto l'acaro che determina la scabbia. Bisogna però giungere al sec. XVII per vedere la parassitologia elevata a vera scienza per opera di Francesco Redi, il quale si deve ritenere come il vero fondatore di essa. Egli infatti studiò e descrisse molti fra i più importanti parassiti dell'uomo, parlò di quelli dei reni e polmoni dei Mammiferi, dei sacchi aerei degli Uccelli, della vescica natatoria dei Pesci. Ogni cadavere di animale veniva da lui esaminato per raccogliere i varî parassiti e descriverli. Ma il Redi non si occupò soltanto degli elminti; studiò moltissimi pediculini e acari rinvenuti sui Mammiferi e Uccelli. Scoprì e descrisse l'acaro della scabbia, lo considerò come agente della malattia e insegnò come lo si potesse raccogliere e uccidere. Quasi contemporaneamente M. Malpighi portò un largo contributo agli studî sui vermi e intuì la natura verminosa della panicatura dei maiali. Le orme di questi grandi furono seguite da una numerosa schiera di studiosi, fra cui G. M. Lancisi, B. Ramazzini, A. M. Valsalva e A. Vallisnieri, il quale portò un grandissimo contributo alla conoscenza e alla biologia dei vermi parassiti dell'uomo, poiché, contro le opinioni prevalenti del tempo, egli sostenne che provenivano tutti da uova precedentemente deposte. Conobbe lo Strongylus gigas; ebbe l'idea che le tenie non fossero un solo verme, ma aggregati d'individui; studiò l'anatomia degli ascaridi e scrisse sugli estri dei bovini. Pochi anni dopo L. Spallanzani vide e descrisse gl'infusorî, ne studiò la riproduzione per scissione e sostenne che tali Protozoi nascono da elementi preesistenti nell'aria, dopo un periodo di vita latente. Più tardi N. Andry (sec. XVIII) attribuisce agli elminti un'azione patogena e s'inizia un grande risveglio degli studî parassitologici con le numerose osservazioni di P. S. Pallas e J. A. Goeze. Ma il massimo sviluppo della parassitologia si ebbe nel secolo XIX per opera di P. J. Van Beneden, F. Raspail, J. Zeder, C. A. Rudolphi, J. Bremser, F. Du) ardin, C.-J. Davaine, K. M. Diesing, F. H. C. Creplin, G. F. H. Küchenmeiaer, K. G. Leuckart e dell'italiano A. Bassi, vero precursore, tanto nel campo della batteriologia, quanto in quello della malariologia. Fino dal 1841 egli infatti affermava che i contagi, che offendono l'organismo animale, vengono prodotti da esseri parassiti vegetali o animali di specie diverse, che giungono dal di fuori, che anche certe piaghe sono originate o mantenute, talora per lunghissimo tempo, da esseri parassiti e che persino la cancrena sia cagionata da esseri tali, la cui esiguità somma non ci permette di poterli vedere armando anche l'occhio dei migliori microscopî. In quanto alla malaria poi, egli affermava come potesse essere una malattia determinata da parassiti che possono essere introdotti nell'organismo umano mediante la puntura d'insetti e che il ripetersi della febbre coincidesse con lo sviluppo e le generazioni del parassita. Frattanto J. J. S. Steenstrup metteva in rilievo le generazioni alternanti che si riscontrano in alcuni parassiti e ne dava le prove descrivendo lo sviluppo dei Distomi, mentre D. Gruby con gli studî sulle tigne e sul mughetto creava la micologia e L. Pasteur con le sue poderose scoperte creava la batteriologia.
Da quell'epoca fino ad ora la parassitologia ha fatto progressi giganteschi: l'attenzione dei naturalisti e dei medici si è rivolta verso tutti gli esseri infinitamente piccoli e il loro studio ha dato risultati insperati per il progresso della scienza e della medicina. Così la parassitologia si estese con le scoperte sui protozoi patogeni e con quelle sugli acari e insetti parassiti e agenti trasmettitori di malattie. Infatti se l'elmintologia è la branca più antica, non è possibile mettere in un secondo piano le numerose conquiste che la parassitologia ha fatto nel campo dei protozoi. Basterebbe citare gli studî sulle amebiasi, sulle spirochetosi, sulla balantidiosi, sulle tripanosomiasi dell'uomo e degli animali, sulle leishmaniosi e soprattutto sulla malaria per formarsi un'idea dell'enorme importanza raggiunta dalla protozoologia.
Né possono trascurarsi i grandissimi progressi fatti nel campo dell'entomologia. A essa infatti si debbono gli studî sulle scabbie umane e animali, quelli sulle malattie determinate da larve di mosche (miasi), le scoperte sulla trasmissione della peste per il tramite delle pulci, della malaria a mezzo degli anofeli, delle filariosi inoculate da varie specie di ditteri, delle piroplasmosi determinate da puntura di ixodini, delle spirochetosi propagate col tramite degli argasidi e pediculini, i quali possono trasmettere anche il tifo esantematico, delle tripanosomiasi che nell'uomo e negli animali domestici vengono inoculate dalle glossine. Bastano questi pochi cenni per dimostrare che oggi la parassitologia occupa un posto di primissimo ordine, tanto nel campo puramente zoologico e botanico, quanto in quello della biologia, della medicina e dell'igiene. Ogni giorno nuove e poderose affermazioni vengono ad aumentare il suo dominio, tanto che già si è intesa la necessità di suddividerla in più parti, ben distinte fra loro. Le branche principali che di essa fanno parte sono la zooparassitologia e la fitoparassitologia. Nella prima vanno incluse la protozoologia, l'elmintologia e l'entomologia; nella seconda la micologia e la batteriologia. Ciascuna di queste poi si potrebbe suddividere in branche minori a seconda che studiano il parassitismo nell'uomo, negli animali o nelle piante e lo considerino da punti di vista diversi: medico, agricolo, zoologico, botanico o industriale. In ogni modo, comunque venga considerata, oggi la parassitologia non può né deve essere compresa in un breve capitolo della zoologia o botanica descrittive. Essa oramai è scienza autonoma, complessa, a limiti estesissimi e mira a questi scopi: determinare la morfologia dei singoli parassiti; scrutarne le intime funzioni; raggrupparli secondo le norme tassinomiche; studiarne la biologia seguendone tutto intero lo sviluppo; notare quali condizioni determinino la loro evoluzione e le influenze che favoriscono o ritardano lo sviluppo; stabilire le modalità con cui si producono le infestazioni, i meccanismi con i quali i parassiti penetrano nei varî organi e le vie che seguono per raggiungere il punto di elezione; determinare per quale azione si sviluppi una malattia di origine parassitaria; stabilire le alterazioni che ne derivano; notare le cause etiologiche secondarie; indagare i mezzi più adatti a debellare tali malattie; ricercare i modi più idonei per impedire ai parassiti di giungere sull'ospite, procurando d' interrompere il loro ciclo di vita o modificando il loro habitat in guisa da diminuirne la riproduzione, il più delle volte eccessivamente rigogliosa.