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PARASCEVE

di Nicola Turchi - Enciclopedia Italiana (1935)
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PARASCEVE (dal gr. παρασκευή "preparazione")

Nicola Turchi

Era presso gli Ebrei il giorno antecedente al sabato: era detto giorno di preparazione perché, dovendo nel sabato osservarsi il riposo assoluto, occorreva preparare fin dalla vigilia i cibi e le altre cose necessarie. La parola fu adottata dal giudaismo ellenistico, ed è entrata nel Nuovo Testamento (Matteo, XXVII, 62; Marco, XV, 42; Luca, XXIII, 54; Giovanni, XIX, 14; XXXI, 42), dove è detta anche προσάββατον (Marco, XV, 42).

Nella liturgia cristiana il nome di parasceve è riservato al venerdì santo (Feria VI in Parasceve), giorno della crocifissione di Gesù (15 Nisan). In questo giorno la liturgia è caratterizzata dalla cosiddetta "Messa dei presantificati", rito di consumazione delle cose presantificate, cioè del pane Eucaristico consacrato il giorno precedente, dalla solenne adorazione della croce e dalla grande preghiera litanica, unica superstite di quella che nell'antica liturgia si recitava sempre dopo il Vangelo nel momento dell'offertorio. La santità della giornata si è poi concretata nella figura di una santa Parasceve, resa in latino Sancta Venera, il cui nome dunque deriva da venerdì e non già da Venere.

Vocabolario
parascève
parasceve parascève s. f. [dal lat. tardo parasceue, e questo dal gr. παρασκευή «preparazione»]. – Nel Nuovo Testamento (Matteo 27, 62; Marco 15, 42; Luca 23, 54; Giovanni 19, 31 e 42), con riferimento agli usi giudaici, il giorno di preparazione,...
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