parapsicologia
Studio di presunti fenomeni, detti paranormali, non spiegabili in base alle leggi scientifiche (fisiche, biologiche, psicologiche ecc.) conosciute. Tali fenomeni si verificherebbero grazie a particolari poteri attribuiti ad alcune persone (sensitivi o medium) e consisterebbero in modificazioni del mondo fisico attuate con mezzi non materiali (telecinesi, ectoplasmi, levitazione ecc.), oppure in percezioni ottenute senza ricorrere ai sensi (telepatia, chiaroveggenza, ecc.). Verso la metà del 19° sec., la voga dello spiritismo richiamò ancor di più l’attenzione di vari studiosi sui presunti fenomeni che sembravano manifestarsi nelle sedute spiritiche. Iniziarono allora a costituirsi le prime associazioni di ricerca sui fenomeni in questione, a cominciare dalla Society for psychical research, fondata a Londra nel 1882, cui si affiancò pochi anni dopo negli Stati Uniti un organismo analogo, grazie anche all’interessamento dello psicologo William James. A partire dagli anni Trenta del Novecento, le ricerche di p. furono poste su nuove basi, nel tentativo di assicurare una più efficace ripetibilità delle esperienze, a opera di una scuola di studiosi statunitensi guidati da Joseph B. Rhine, che diresse per molti anni il laboratorio di p. della Duke University (Carolina del Nord) e si interessò alle presunte facoltà sia di percezione extrasensoriale (abbreviata nella sigla ESP, Extra Sensory Perception), nelle sue varie forme di telepatia, chiaroveggenza, precognizione ecc., sia di azione diretta della psiche sulla materia, i cosiddetti effetti psicocinetici. Fenomeni descritti dalla p., quali la telecinesi e la telepatia sono stati riproposti in contesti sperimentali molto lontani da questa disciplina, nei quali gli impulsi elettrici delle attità mentali sono rilevati e collegati a sistemi robotoci in grado di eseguire azioni a distanza.