PARAGUAY (XXVI, p. 281; App. I, p. 920; II, 11, p. 504; III, 11, p. 363)
Popolazione. - Al censimento del 1972 la popolazione ammontava a 2.354.071 ab.; secondo una stima del 1974 essa era di 2.572.185 ab., distribuiti come da tabella. Restano però esclusi gl'Indios, circa 40.000, viventi nella selva.
Condizioni economiche. - Il P. è tuttora un paese essenzialmente agricolo-forestale: il 50,5% del territorio è ricoperto da dense foreste, il 24,6% da prati e pascoli e in parte destinato all'allevamento e solo il 2,3% è riservato alle colture, mentre il 22,6% è incolto e improduttivo. Lo sviluppo dell'agricoltura è gravemente ostacolato dalla struttura arcaica della proprietà: il 30% delle terre appartiene a 145 famiglie mentre 150.000 piccoli proprietari se ne dividono il 15%. Le colture principali sono: il granoturco (280.000 ha e 3,5 milioni di q nel 1975), la manioca (80.000 ha e 11,1 milioni di q) e la canna da zucchero (42.000 ha e 14 milioni di q). Discrete sono le produzioni di tabacco (24.000 ha e 334.000 q) e di cotone (115.000 ha, 610.000 q di semi e 310.000 q di fibra). Recente diffusione ha avuto la coltivazione della soia (100.000 ha e 2,6 milioni di q) e si mantengono su buoni livelli quelle degli agrumi (1,2 milioni di q di arance) e delle banane (2,6 milioni di q). Le principali risorse forestali sono il tannino e la yerba mate; la produzione di legname ha raggiunto i 4,2 milioni di m3 nel 1975. L'allevamento è soprattutto bovino con circa 5 milioni di capi nel 1975. Le risorse del sottosuolo sono ancora poco conosciute; solo nel Chaco sono in corso sondaggi petroliferi nella zona di Long e Gabino Mendoza; a San Miguel sono stati individuati giacimenti di rame e a Ibicué di manganese. La produzione di energia elettrica è tuttora piuttosto limitata con una potenza installata di 156.000 kW; una centrale idroelettrica (90.000 kW) è in corso di realizzazione sul Rio Acaray. La produzione industriale è composta per più del 60% da beni di consumo non durevoli; l'industria pesante e quella di beni durevoli sono ancora praticamente assenti. Si possono segnalare l'industria chimica, tradizionalmente specializzata nella produzione del tannino (7000 t nel 1975) e quella tessile (24.100 t di filati di cotone).
Le comunicazioni sono ancora piuttosto scarse; la rete ferroviaria è di soli 441 km, quella stradale di 6670 km.
Il commercio estero è costituito per almeno il 60% dai prodotti dell'allevamento e forestali (carni 35 milioni di dollari SUA, legname 22 milioni nel 1974) diretti principalmente verso l'Argentina (30%), gli Stati Uniti, Rep. Fed. di Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi, dai quali provengono anche le maggiori importazioni (macchinari e carburanti).
Bibl.: H. Wilhelmy, W. Rohmeder, Die La Plata Länder, Braunschweig 1963; D. Rivarola e altri, Población, urbanismo y recurses humanos en el Paraguay, Asunción 1969; P. Krier, Tapferes Paraguay, Würzburg 1973; Sudameris, Situation économique du Paraguay, Parigi 1977.
Storia. - Il regime del gen. A. Stroessner si è dimostrato il più durevole fra le dittature latino-americane. Infatti, nell'agosto 1963, Stroessner occupò per la terza volta consecutiva la poltrona presidenziale, dopo che elezioni apparentemente libere avevano portato al Congresso venti membri di una tollerata opposizione.
L'opposizione al regime è rappresentata da migliaia di profughi o esiliati, in maggioranza uomini politici e intellettuali, costretti a vivere all'estero, per lo più in Argentina. Ad essi si è affiancata la Chiesa che fa sentire sempre più alta la sua voce contro la dittatura, a favore dei diseredati. Nel 1970 il contrasto fra la Chiesa e l'oligarchia si è acuito in seguito all'espulsione di un sacerdote (22 ottobre) e a manifestazioni di protesta, duramente punite, che hanno portato alla scomunica di mandanti ed esecutori delle repressioni. Le elezioni dell'11 febbraio 1973 hanno riconfermato la permanenza al potere del generale Stroessner, ancora una volta rieletto il 12 febbraio 1978.
Le condizioni economiche delle masse, impiegate in gran parte ai lavori agricoli, nelle vaste proprietà detenute da pochi padroni, non hanno conosciuto sostanziali miglioramenti (la riforma agraria ha appena cominciato a dare qualche frutto, con l'assegnazione di 2 milioni di ettari di terra a 50.000 contadini). L'economia del paese negli anni Sessanta ha registrato qualche progresso, di cui hanno beneficiato poche categorie: l'inflazione e il costo della vita sono stati contenuti e si sono costruite nuove scuole per limitare la piaga dell'analfabetismo. Il P., nel tentativo di uscire dall'isolamento cui è coscretto dalla sua posizione geografica, ha incentivato la costruzione di strade che lo collegano all'Argentina, alla Bolivia e al Brasile; quest'ultimo paese concesse al P. (1969) una zona franca nel porto di Paranaguà, che ha collegato mediante autostrada la costa atlantica ad Asunción, facilitando le esportazioni dei prodotti paraguaiani. Il P., con Argentina, Brasile, Bolivia e Uruguay, fa parte del gruppo "Cuenca del Plata", mirante a coordinare gli sforzi comuni per una maggiore compenetrazione geo-economica nel bacino del Rio de la Plata.
Bibl.: J. Pincus, The economy of Paraguay, Londra 1968; H. Herring, A history of Latin America from the beginnings to the present, New York 1971.