PARÁ (o Belém; A. T., 155-156)
Città del Brasile settentrionale, capitale dello stato omonimo (il suo nome ufficiale è Nossa Senhora de Belém do Pará), sorge sulla riva orientale della Bahia de Guajará che fa parte dell'estuario del Pará. La popolazione, di 236.402 ab. secondo il censimento 1920, è fatta ascendere a 286.700 nel 1932. Lo sviluppo della città è del tutto recente: fondata nel 1616, aveva nel 1830 appena 12.000 ab. e ancora 35.000 nel 1873. Lo sfruttamento del bacino amazzonico e specialmente la raccolta della gomma ne determinavano il rapido incremento a partire dal 1890 tanto che nel 1900 raggiungeva i 100 mila abitanti e circa 200 mila nel 1912, quando s'iniziò la crisi della gomma.
Il piano della città è regolare e le strade sono ampie e diritte. Vista dal mare, nello sfondo della foresta vergine che sembra stringere da ogni parte l'abitato, la città con le sue case bianche dominate dalle torri e dalle cupole delle numerose chiese e dalle moli imponenti degli edifici pubblici, presenta un aspetto quanto mai suggestivo. Lungo il porto si estende l'Avenida da Repubrica su cui sorgono gli ampî magazzini degli esportatori della gomma: questa strada e insieme la Via XV Novembre, dove si trovano i depositi di tutte le altre merci d'importazione e di esportazione, e le vie S. João Alfredo e S. Antonio, rieche di negozî di rivenditori, costituiscono la zona commerciale. I quartieri d'abitazione sono quello di Bagé, il quartiere più vecchio e più popolare, e quelli della Sé, di Baptista Campos e di Nazareth, più recenti, costruiti su terreni più elevati, e quindi più salubri e ridenti. Si aprono in essi le strade migliori, quali l'Avenida S. José, e le avenide S. Jeronymo e di Nazareth.
Ampie e numerose le piazze: quella dell'Indipendenza su cui si elevano il palazzo del governo costruito per ordine del marchese di Pombal nello stile proprio della seconda metà del sec. XVIII, ma rimodernato in tempo recente, e il Palazzo municipale fabbricato modernamente, ma nello stesso stile del precedente; la Piazza della repubblica, già Largo da Pólvora, con il parco João Coelho al cui centro sorge il monumento alla repubblica, e il teatro di La Paz, uno dei più grandi del Brasile; la piazza Fra Gaetano Brandȧo con la statua del vescovo di questo nome e la grande cattedrale fatta pure costruire dal Pombal; la piazza Rio Branco, ecc. Il vescovado ha sede nel vecchio collegio dei gesuiti, mentre la dogana occupa il vecchio convento della Mercede.
Oltre alla cattedrale, tra le chiese ricordiamo la basilica di Nazareth che è dovuta all'iniziativa del padre barnabita italiano Luigi Zoia e il cui progetto fu studiato dagli architetti Coppedè e Pedrazzo di Genova, ricca di musaici e di statue opera di artisti italiani.
Numerose anche le istituzioni benefiche e gl'istituti d'istruzione: la biblioteca pubblica, la facoltà di diritto, l'istituto Lauro Sodrè - scuola di arti e mestieri per orfanelli -, il grande istituto Gentil Bittencourt fondato nel 1906 dal governatore Augusto Montenegro per accogliere e istruire le orfanelle e infine il museo paraense intitolato a E. Goëldi, che ne fu per lungo tempo riordinatore e direttore e che comprende quattro sezioni: etnografia, zoologia, botanica e geologia, con annessi un orto botanico e un giardino zoologico: è questo il principale istituto scientifico destinato a raccogliere dati e a studiare l'intero bacino amazzonico; le sue pubblicazioni hanno un'importanza fondamentale per lo studio della vita dell'Amazzonia.
Nella popolazione della città s'incontrano i tre elementi principali della popolazione brasiliana, Bianchi, Indiani e Negri, ma infinita è la varietà dei sanguemisti; sono anche numerose le colonie straniere di europei e di americani: Inglesi, Tedeschi e Nordamericani costituiscono il personale direttivo delle grandi aziende, i Portoghesi hanno nelle mani gran parte del commercio tradizionale, Italiani e Spagnoli eserciscono i negozî minori.
Certo che a Pará si possono osservare una varietà infinita di tipi dai bianchi, scarsi di numero, ai mulatti, ai meticci d'ogni genere (cafusos, curibocas, mamelucchi, cabocli), ai puri indiani tapujos, ai negri perfetti.
Il porto è il centro dell'economia e la fonte prima della vita della città. Durante il periodo di floridezza, determinato dallo sviluppo grandioso del commercio della gomma, furono iniziati i grandi lavori per la costruzione d'un nuovo porto e la concessione relativa venne data nel 1906 alla società The Port of Pará costituita dal nordamericano P. Farquhar: i lavori iniziati nel 1907 furono sospesi nel 1912 in seguito alla sopravvenuta crisi, ma la parte compiuta offre un complesso di banchine e di magazzini più che sufficienti ai bisogni attuali. Il porto è essenzialmente il deposito e lo sbocco della vallata del Rio delle Amazzoni, il luogo dove si concentrano i prodotti non soltanto brasiliani, ma anche dell'Amazzonia peruviana e boliviana. A Para infatti fanno capo le compagnie di navigazione che compiono tutti i servizî fluviali, nonché le compagnie di navigazione costiera e inoltre numerosissime linee regolari nordamericane ed europee (tra cui anche una linea italiana) vi fanno scalo. Il movimento delle merci, che tra l'importazione e l'esportazione raggiunse circa le 300.000 tonn. nel quinquennio 1909-13, superò di poco la media di 110.000 tonn. nel quinquennio 1922-1926.