PARÁ (A. T., 155-156)
È uno dei maggiori stati del Brasile e abbraccia la parte orientale dell'Amazzonia Brasiliana, cioè la sezione che si affaccia sull'Oceano Atlantico a nord e sud del grande estuario. Il massiccio brasiliano, che è continuato a nord del fiume gigante dall'altipiano della Guiana, restringe qui la pianura fluviale dell'Amazzoni inferiore riducendola a un corridoio, piuttosto stretto di terre basse le quali tuttavia presentano differenze notevoli sia per la costituzione geologica, sia per la diversità del mantello vegetale, onde vi si può distinguere la cosiddetta terra firme, cioè la pianura un po' elevata sul livello medio del fiume e mai raggiunta dalle piene, la varzea, costituita dai terreni più bassi, solo parzialmente coperta nelle piene maggiori, e la zona alluvionale normalmente inondata ad acque alte. A sud di questo corridoio, che ha una larghezza variante da 30 a 60 km., il terreno si eleva verso l'Altipiano Centrale costituito da rocce antiche con ampia copertura di arenarie, ed è percorso dagli affluenti di destra del grande fiume e precisamente dal Tapajóz e dallo Xingú, i quali raggiungono la corrente principale dopo una serie di rapide e di cascate mediante le quali scendono il gradino più settentrionale dell'altipiano stesso. A nord pure il terreno è più elevato e va ad appoggiarsi al Massiccio delle Guiane, dove le Serre Acarahy e Tumuc-Humac segnano il confine dello stato di Pará verso la Guiana Britannica, Olandese e Francese: il terreno da queste Serre fino alla pianura alluvionale dell'Amazzoni è formato da una serie di terrazzi digradanti che prendono varî nomi locali, mentre in vicinanza del fiume si sollevano alcune serie di alture chiamate Serra di Paranaquara, di Ereré presso Monte Alegre, di Boavista presso Obidos. Ne consegue che il terreno è qui molto più accidentato e il profilo dei fiumi risulta anche meno regolare e interrotto da numerosissime rapide e cateratte, onde gli afluenti di sinistra, Jamundá, Trombetas, Parú sono del tutto inadatti alla navigazione, tanto più che la regione che essi attraversano è scarsamente piovosa per effetto dei rilievi sopra ricordati che impediscono alle correnti aliseali di recarvi il beneficio di abbondanti precipitazioni.
Anche il mantello vegetale presenta notevoli differenze a nord e a sud del grande fiume, giacché mentre la foresta amazzonica che copre la bassa pianura risale largamente le valli degli affluenti meridionali, a settentrione invece, per effetto del clima arido, predominano i campos o regioni scoperte dove è possibile soltanto l'allevamento del bestiame. Praterie però si trovano anche nelle terre basse della pianura costiera a nord dell'Araguarí e nelle isole dell'estuario, compresa la metà nord-orientale di Marajó. Nella zona costiera dell'Atlantico, lungo il litorale, s'incontrano foreste di mangrovie che proteggono le coste basse dell'estuario contro le onde di marea e contro le correnti costiere le quali sottopongono queste coste a un incessante lavoro di erosione. Lungo il fiume principale e i suoi bracci secondarî e i laghi di espandimento che l'accompagnano, tolta la zona permanentemente inondata o che giornalmente viene coperta dalle acque per effetto dell'onda di marea e nella quale la vegetazione è di solito scarsa, nella bassa pianura o varzea predomina la foresta tropicale tipicamente lussureggiante e in essa cresce l'Hevea brasiliensis, l'albero della gomma, mentre al riparo degli alberi più elevati si coltiva il cacao; nella foresta della pianura più elevata la varietà degli alberi è grandissima e oltre a legni di valore vi crescono la Castilloa, il Caucho e la Castanha del Brasile.
Lo stato del Parà è per estensione il terzo del Brasile, avendo una superficie di kmq. 1.362.966: fa parte del territorio a nord dell'Amazzoni la cosiddetta Guiana Brasiliana, cioè la regione che dalla linea di cresta delle Serre Acarahy e Tumuc-Humac scende verso l'Amazzoni e verso l'Oceano, regione poco abitata e mal nota per la difficoltà delle comunicazioni. A sud del gran fiume lo stato comprende il territorio tra il corso del Tapajóz e quello dell'Araguaya fino ad una linea teorica che corre press'a poco lungo il nono parallelo meridionale; il corso inferiore dell'Araguaya fino alla confluenza del Tocantins divide il Pará dal Goyaz, indi una linea che da detta confluenza corre a oriente fino alle sorgenti del Rio Gurupy e infine questo fiume segnano il confine tra il Pará e il Maranhão.
Le isole dell'estuario amazzonico, e in particolare le maggiori Caviana e Mexiana e la grandissima Marajó, costituiscono una delle zone più importanti dello stato.
Il territorio è attraversato dall'equatore e il clima è quindi necessariamente caldo, ma la piovosità non è certo uniforme. A nord, come si è detto, predomina il clima caldo secco, mentre nel sud alle elevate temperature si accompagna un'eccessiva umidità. In generale si può dire che nella parte centrale e in quella meridionale mancano variazioni stagionali della temperatura e le differenze tra l'estate e l'inverno sono determinate esclusivamente dall'andamento della piovosità per quanto nessun periodo dell'anno sia completamente asciutto. A Belém e lungo il fiume principale i venti alisei, che spirano in permanenza dall'Atlantico, mitigano il caldo e rendono abbastanza salubri le località abitate, ma questo beneficio non si sente sugli affluenti.
La popolazione è assai scarsa; secondo il censimento del 1920 l'immenso territorio era abitato da appena 983.507 individui, onde la densità era appena di 0,72 ab. per kmq.; nel 1930 la popolazione sarebbe cresciuta, secondo i calcoli del Dipartimento di statistica, fino a 1.432.401 ab. superando così di poco la densità di un abitante per kmq. Se si tiene conto però che quasi 300.000 abitanti sono concentrati nella capitale, si capisce come larghissime zone siano ancora del tutto deserte: la popolazione, infatti, che non vive nella capitale, si trova o nella regione coltivata di Bragança, unita con ferrovia alla capitale, o nelle isole dell'estuario o nelle stazioni sviluppatesi lungo il fiume principale e i maggiori affluenti. Nella foresta meridionale, come nella zona arida settentrionale la popolazione è assai rada o completamente mancante. Infatti tutti gli agglomerati dello stato si trovano sui fiumi, e oltre a Belém o Pará (v.) possiamo ricordare Bragança e Vizeu nella zona a oriente di Belém, Curralinho, Chaves, Affuá nell'isola di Marajó oltre a Breves che domina il furo navigabile che unisce l'estuario del Pará al corso dell'Amazzoni; Cameta e San João do Araguaya presso la confluenza dell'Araguaya col Tocantins; Porto de Moz sullo Xingú, Itaituba e Pimental sul Tapajóz; sul fiume principale poi si trovano Gurupá, di fronte all'Ilha Grande, Almeirim alla foce del Parú, Santarém alla confluenza del Tapajóz e Obidos poco a valle della foce del Trombetas.
Le vie di comunicazione sono tutte acquee e mantenute dai piroscafi delle varie compagnie di navigazione fluviale; una sola ferrovia, la Belém-Bragança, è attualmente in esercizio.
Le risorse dello stato sono costituite quasi esclusivamente dalla raccolta dei prodotti forestali e in particolare dalla gomma, dalla noce del Brasile e dalle varie piante tropicali, mentre l'agricoltura, già un tempo fiorente e decaduta durante il periodo della febbre della gomma, va ora lentamente riprendendo. Ma si può dire che l'attività agricola è ancora quasi limitata alla zona di Bragança, dove la ferrovia consente il rapido smercio dei prodotti che nella capitale trovano un grande mercato di consumo.
Nel censimento agrario del 1920 la superficie compresa nell'indagine statistica fu appena del 7,2% della superficie totale, ma anche minore l'area produttiva calcolata in 5.964.587 ettari. Di essa poi ben ha. 5.873.100 risultavano occupati da foreste, onde la superficie delle terre caltivate scendeva a poco più di 91 mila ettari, cioè ad una cifra quasi trascurabile in confronto del territorio immenso dello stato. Naturale quindi che il valore della produzione agricola fosse pure modesto: valutato per l'anno 1919-20 in 66 mila contos di reis, rappresentava appena l'1,6% della produzione agricola totale brasiliana. La produzione forestale invece, calcolata per lo stesso anno in 18.040 contos di reis, rappresentava l'11% della produzione forestale complessiva del Brasile.
Nel quinquennio agrario 1922-1926 i prodotti principali furono il mais con una media di 5.296 tonn., la farina di mandioca con 16.396 tonn., il riso con 8.357 e il cacao con 2.443 tonn. Per quest'ultimo prodotto il Pará tiene, per quanto a grande distanza, il secondo posto tra gli stati del Brasile dopo Bahia.
Il patrimonio zootecnico era rappresentato da 615.482 bovini di cui oltre la metà vivevano nell'isola di Marajó; 73.291 equini, 208.450 suini, 47.000 tra ovini e caprini.
L'industria è del tutto trascurabile e il commercio dipende in gran parte dai prodotti della foresta; l'esportazione, che rappresentava nel 1913 un valore di 4.982 contos, scendeva a 1.961 contos nel 1924 e anche le importazioni si contraevano a circa un terzo passando dal valore complessivo di 2.769 contos a quello di 914. Tale riduzione è in gran parte dovuta alla crisi della gomma che ha paralizzato lo sviluppo di tutta l'Amazzonia e per ovviare alla quale si pensa di sviluppare piantagioni di Hevea che permettano di vincere la concorrenza della produzione malese e indocinese.