LAGERKVIST, Pär (XX, p. 368)
Poeta svedese. Eletto membro dell'Accademia Svedese nel 1940, nel 1951 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura.
La minaccia della dittatura nazista ai fondamentali valori dello spirito e della civiltà umana è stata l'ispirazione prima del L. a partire dal 1933, nel dramma come nella lirica e nel romanzo. Ma se, nell'insieme, la lirica (da Genius, 1937, a Sång och strid, "Canto e lotta", 1940, e a Hemmet och stjärnan, "La casa e la stella", 1942) rappresenta più un'evasione nell'idillio e nell'utopia che un approfondimento dei consueti conflitti ideali e psicologici al confine tra religione e filosofia: il senso della vita e della morte, del male e del dolore; i drammi (Mannen utan själ, "L'uomo senza anima"; Seger i mörker, "Vittoria nelle tenebre", 1939) e soprattutto i romanzi dell'ultimo ventennio (Bödeln, "Il boia", 1933; Dvärgen, "Il nano", 1944; Barabbas, 1950; Sibyllan, 1956) sono quanto di meglio sia uscito dalla penna di questo "credente senza fed", di questo "ateo religioso", sempre volto alla ricerca del deus absconditus sotto l'enigmatico velo delle parvenze umane.