PAPUA
. Popolazione melanesiana che abita la Nuova Guinea e alcune delle minori isole vicine. Per l'antropologia e l'etnografia dei Papua, e per il Territorio dei Papua, v. nuova guinea.
Le lingue papua.
Col nome di lingue "papua", o meglio "papuane", i glottologi indicano un gruppo di lingue la cui parentela genealogica reciproca non è stata ancora dimostrata e che sono parlate dai popoli di razza "papua" nella Nuova Guinea e in alcune altre isole dell'Oceania. W. Schmidt e altri linguisti ammettono l'esistenza d'un gruppo papuano solo con un valore negativo e cioè per indicare quelle lingue che si differenziano fondamentalmente dalle maleo-polinesiache (austroasiatiche dello Schmidt). Lo Schmidt stesso mette pure in evidenza le profonde differenze che passano fra le lingue papuane medesime, specialmente nel lessico, anche fra idiomi situati alla distanza di poche miglia. Contro queste affermazioni si è levato il Trombetti (v. specialmente Elementi di Glottologia, Bologna 1923, p. 69), ma bisogna riconoscere che la sua opposizione è dovuta alla teoria monogenistica che gli vieta di ammettere lingue completamente isolate e che le prove da lui portate in favore dell'unità genealogica delle lingue papuane e dei rapporti con altri gruppi sono molto deboli. Ciò anche per la scarsità dei materiali a nostra disposizione. Le lingue papuane sono infatti note da pochissimi anni. Vere lingue papuane vennero conosciute solo nell'ultimo decennio del secolo XIX per opera di S. H. Ray, che nel suo lavoro A Study of the Languages of Torres Strait (Proceedings of the Roy. Irish Academy, s. 3ª, II, pp. 463-616; IV, pp. 199-373) dimostrò l'esistenza di lingue papuane anche sulle isole dello Stretto di Torres e sulle coste adiacenti della Nuova Guinea Britannica. Qualche anno dopo lo Schmidt dimostrò l'esistenza di lingue papuane anche nella Nuova Guinea allora germanica e in quella olandese, dando dei brevi schizzi grammaticali e dei glossarietti per ogni idioma (Die sprachlichen Verhältnisse von Deutsch-Neuguinea, nella Zeitschrift für afrikanische und oceanische Sprache, V, 1900, e VI, 1901). Più tardi S. H. Ray diede anche la prova dell'esistenza di lingue papuane nella Nuova Pomerania e nelle Isole Salomone.
Una classificazione delle lingue papuane è ancora prematura, data la scarsa conoscenza che finora abbiamo di molte lingue; vedremo in fine un tentativo di classificazione sulla base di alcune particolarità grammaticali; per ora crediamo doverci limitare a dare una classificazione puramente geografica, seguendo quella data da W. Schmidt che è uno dei più profondi conoscitori delle lingue papuane. Cominciamo con le lingue papuane nella Nuova Guinea (v. anche XXV, p. 62).
Nello Stretto di Torres, a occidente del Fly River, sul gruppo di isole a oriente del Capo York, troviamo il Miriam che è forse la lingua papuana meglio studiata. Sulla costa della Nuova Guinea seguono una serie di lingue conosciute in generale solo da brevi elenchi di vocaboli, troppo scarni per permettere qualsiasi classificazione: Tugeri, Bangu, Sanana, Dungerwab o Parb, Bugi-Dabu-Toga, Jibu-Kunini, Nausaku, Tirio, Gruppo dell'Upper Fly River, Tedi, Kiwai-Mowata e Tagota.
A oriente del Fly River abbiamo: Girara-Gaima, Namau-Maipua; Elema-Uaripi-Milareipi-Toaripi-Lepu; Tauata-Afoa; Kovio-Olulopiko, Fuyuge, Koiari, Koita; Mulaha-Iaibu, Domara e Mailu. L'estrema punta sud-orientale della Nuova Guinea è occupata da lingue melanesiane, così pure una parte dell'Arcipelago Lusiade; in questo ultimo però si trovano due lingue papuane: il Tagula e il Yela. Nella parte orientale della Nuova Guinea, cominciando dall'estremo sud, troviamo le seguenti lingue papuane: Maisin, Musa-Adaua, Binandele-Amara-Berepo. Nella ex-Nuova Guinea germanica: Kai o Katedong, Kamoka, Poom e KelanaKei; Bongu-Bogadjim, Langtub, Marggam-Rumba, Kadda, Wenke, Panim, Mis-Kemba-Nupanob-Bawaipa-Rempin-Bunu. Segue poi il Tombenam nel territorio di Hatzfeldhafen, l'Arepapuni e il Monumbo nel territorio di Potsdamhafen, il Watam (da Sepik a Berlinhafen), il Murik, Buna, Tuo, Dagur-Kavu, Valman-Vrinagol-Akur, Anal, Arop, Varopur. Presso il confine della Nuova Guinea Olandese si stende il gruppo: Leitere-Wanimo-Yako-Wutung e il Seka, cui seguono, entro la Nuova Guinea Olandese: Sentani, Tana Merah, Pauwi, Borumesu, Koasa, Sidiuai, e Tori (fino al principio della Geelvink Baai); al sud della stessa baia si trovano l'Angadi e il Nagramadu mentre più a occidente abbiamo altri Papuani le cui lingue non sono state ancora raccolte. A Oriente invece troviamo il gruppo Lakakia - Kiruru- Utanata - Mimika (fino all'Utakera River). Di qui comincia il territorio delle lingue Merauke e Tugeri che si spinge fino alla Nuova Guinea Britannica. A NO. di quel gruppo si trova il gruppo Mairassis-Wuausirau cui seguono a occidente molte lingue ancora completamente ignote.
All'infuori della Nuova Guinea sono state finora segnalate le seguenti lingue papuane (ma è indubbio che ricerche ulteriori ne troveranno parecchie altre):
1. Il gruppo Halmahera all'estremità settentrionale dell'isola di Halmahera nelle Molucche (XVIII, p. 336); inoltre al N. di Halmahera nelle due isole Rau e Tolo (Moretai) e a SO. di Halmahera nelle due isole Ternate e Tidore. Vi si distinguono quattro sottogruppi: a) meridionale (Ternate-Tidore); b) occidentale (Saho-Waioli, Ibu, Madole, Galela); c) centrale (Isam o Pagu, Tololiku); d) nord-orientale (Tabdon, Lodo, Tobelo-Tugutil). 2. Il gruppo della Nuova Pomerania comprende due lingue la cui parentela reciproca non è stata ancora dimostrata: il Baining e il Sulka. 3. Il gruppo delle Isole Salomone; nella piccola isola di Savi si parla il Savo, al sud dell'isola di Bougainville si parlano pure due lingue papuane: il Telei e il Nasioi-Koromira. Altre lingue, forse papuane della regione, sono conosciute solo di nome.
Secondo W. Schmidt, che si basa su un lavoro inedito di P. Pötter e su sue ricerche personali, le lingue papuane si potrebbero provvisoriamente distinguere in due gruppi: uno comprenderebbe il Miriam e forse il Tauata nella Nuova Guinea Britannica, il Monumbo e il Valman nella Nuova Guinea ex-germanica e le lingue papuane parlate fuori della Nuova Guinea. Queste lingue conoscono il genere grammaticale, ma ignorano (a eccezione del Miriam) le forme inclusive ed esclusive della prima persona plurale e duale dei pronomi personali, frequenti nelle altre lingue papuane. Inoltre non usano generalmente l, r in principio di parola. Il secondo gruppo comprenderebbe le lingue rimanenti. È ovvio che su sì fragili basi non si può fissare una classificazione neppure provvisoria; sono fatti che si constatano e nulla più.
Dato il disordine che ancora regna nella famiglia papuana medesima appare prematuro ogni tentativo di riunire le lingue papuane con altri gruppi linguistici; il Trombetti, fin dai suoi primi lavori, seguito dal suo allievo R. Gatti (Studi sul gruppo linguistico andamanese papua-australiano, Bologna 1906-08), ha riunito le lingue papuane a quelle australiane e andamanesi. Recentemente ha messo anche in evidenza alcuni accordi con le lingue dell'Africa (Le lingue dei Papua e gl'idiomi dell'Africa, in Festschrift Meinhof, 1927, pp. 146-173). Per una parentela con le lingue australiane non si mostra contrario a priori neppure W. Schmidt (Die Gliederung der australischen Sprachen, Vienna 1919, p. 21), ma ritiene ogni conclusione, per il momento, prematura (v. anche p. 452).
Bibl.: G. v. d. Gabelenz e A. B. Meyer, Beiträge zur Kenntnis der melanesischen, mikronesischen und papuanischen Sprachen, Lipsia 1882 (Abh. d. phil.-hist. kön. sächs. Ges. d. Wiss., VIII); S. H. Ray, A comparative vocabulary of the Dialects of British New Guinea, Londra 1895; id., A Study of the Languages of Torres Strait, in Proceedings of the Roy. Irish Academy, s. 3ª, II, pp. 463-616; IV, pp. 199-373, 1891-97; id., Linguistics, vol. III dei Reports of the Cambridge Anthropological Expedition to Torres Strait, Cambridge 1907 (opera fondamentale; è la principale fonte per la conoscenza della maggior parter delle lingue papuane); id., The languages of Northern Papua, in Journal of the Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland, XLIX (1919), pp. 317-341; id., The languages of the Papuan Gulf District, in Zeitschrift für kolonial Sprachen, IV (1913-14), pp. 20-67 (eccellente articolo riassuntivo); id., The languages of the Western Division of Papua, in Journal of the R. Anthrop. Soc. of Great Britain and Ireland, LIII (1923), pp. 332-360; W. Schmidt, Die sprachclichen Verhältnissen von Deutsch-Neuguinea, in Zeitschr. f. afrik. und ozean. Sprachen, V (1900), e VI (1901): importante; id., Die Sprachfamilien und Sprachenkreise der Erde, Heidelberg 1926, pp. 148-154. Per il gruppo dei Halmahera, cfr. H. van der Veens, De Nord-Halmaheranse Taalgroep tegenover de Austronesiese Taalen, Leida 1915.