Vedi PAPIRO dell'anno: 1963 - 1996
PAPIRO
PAPIRO (v. vol. V, p. 943)· - Fino al 1947, anno della prima edizione di Illustrations in Roll and Codex di K. Weitzmann, l'interesse per i disegni e le illustrazioni su p. era stato saltuario e limitato. P. «figurati» venivano pubblicati normalmente dai papirologi, spesso, nel migliore dei casi, con la collaborazione di storici dell'arte antica (cfr. le esemplari edizioni dei Papiri della Società Italiana, nn. 919-920; 1294, 1295, 1368-1370, 1450 a cura di A. Minto, con la collaborazione di G. Piccardi), nelle consuete pubblicazioni specialistiche. Soltanto pochi esempì di p. particolarmente belli e importanti trovavano posto in lavori di sintesi, soprattutto di storia della miniatura, grazie alla curiosità di storici dell'arte, che inserivano nelle loro trattazioni, spesso casualmente, l'esempio antico che il p. offriva.
Anche gli autori di manuali, di trattati generali di papirologia, dedicavano appena un cenno (cfr. Montevecchi, 19882), spesso soltanto curioso, ai p. figurati, soffermandosi anch'essi sugli esempì più belli, mettendone, se mai, in rilievo l'importanza che avrebbero potuto assumere in uno studio complessivo delle manifestazioni figurate (pittura, miniatura, disegno) dell'arte antica. Il tutto però sempre con riferimento alle ben note illustrazioni di codici celebri, quali il Virgilio vaticano (Vat. lat. 3255) o l’Iliade ambrosiana (Ambr. F 205 inf.) o il Dioscoride di Vienna (Vindob. med. gr. 1). Termini di confronto di altissimo livello che snaturavano la portata dell'analisi di prodotti provinciali ben più modesti nella fattura e negli scopi.
Solo con K. Weitzmann si può dire che lo studio delle illustrazioni su p. abbia subito una vera e propria svolta: è stato il primo che in maniera sistematica ha studiato le caratteristiche peculiari, fisiche, non solo formali, di certi frammenti papiracei con illustrazioni. Vengono, quindi, codificate le tecniche di realizzazione, distinte le varie mani, rapportate le illustrazioni al testo, dove possibile, o al tipo di prodotto librario. Ne risulta la definizione di uno «stile del p.», applicabile esclusivamente all'illustrazione realizzata su questo tipo di supporto scrittorio.
Alla base, comunque, di ogni indagine lo stesso Weitzmann collocava la necessità di disporre di un attendibile elenco, di una lista, la più completa possibile, di p. illustrati, dipinti, allargata, aggiungiamo noi, anche a manifestazioni grafico-pittoriche, che propriamente non avrebbero a che fare con l'illustrazione di libri, o rotoli in senso stretto. Si pensi alle rozze ma «parlanti» figure, che accompagnano, con evidente scopo pratico, i testi di carattere magico, oppure agli òstraka figurati, dipinti spesso con semplici motivi ornamentali, con schizzi, disegni primitivi, veri e propri abbozzi.
A questa esigenza risponde adesso il progetto organizzato dalla Papyrussammlung della Biblioteca Nazionale di Vienna, a cura di U. Korak, che raccoglie il materiale figurato su p., òstraka, pergamene e altri prodotti scrittori di provenienza egiziana.
Nel primo volume viene raccolto ed elencato il materiale edito e inedito. Per il materiale edito si fornisce una completa bibliografia, mentre degli inediti si presenta l’editio princeps, secondo criteri funzionali, che tengono conto delle varie problematiche tecniche, artistiche, contenutistiche, con richiami all'arte copta, alla plastica, alla pittura. Un volume sarà anche dedicato ai disegni che illustrano e accompagnano i testi magici. Già in questo primo volume sono state raccolte trecentosessanta attestazioni, mentre nel 1963 ne erano conosciute solo venti.
Tra questo materiale (cortesia U. Horak) vi sono: P. Vindob. G 30506 del V sec. d.C. (abbozzo per la decorazione di un codice?), che su un lato presenta una grande ed elaborata croce copta, sormontata da una cupola e con uccelli ai lati, sull'altro due schizzi, dei quali uno rappresenta un piccolo cavallo, probabilmente per l'illustrazione di santi o arcangeli; P. Vindob. G. 30514 dell'inizio del V sec. d.C., con uno schizzo di una figura di orante, con una lunga tunica tenuta ferma da una fibula sulla parte sinistra del petto (forse la raffigurazione di San Mena); P. Vindob., G. 6645 del V/VI sec. d.C., con il disegno di una figura femminile nuda, forse una nereide; P. Vindob. G. 1305 + 30507 del IV sec. d.C. con Bellerofonte che abbevera Pegaso (rappresentazione in forma di medaglione; Bellerofonte ha in mano una palla di piombo, con la quale avrebbe ucciso la chimera; oppure l'equazione tardoantica Bellerofonte e Pegaso=Cristo, a causa dell'ascesa al cielo); la vittoria sulla chimera rappresenta la vittoria sul peccato; la sfera starebbe a indicare il mondo.
Ancora imo splendido esempio dalla collezione di Vienna è dato da P. Vindob. G. 30509 del III/IV sec. d.C., pubblicato in H. Gerstinger, Griechische Buchmalerei auf Papyrus, Vienna 1926, tav. I, con uno schizzo raffigurante un'attrice e maschere di teatro.
Una lepre e un cane si ritrovano in una pergamena del VI sec. d.C., il P. Vindob. G. 1369, già edita a Vienna nel 1894.
Auspicabile - accanto a una elencazione la più ampia possibile del materiale figurato di provenienza egiziana, e a uno studio tipologico legato al contesto nel quale i disegni e gli schizzi si trovano (analisi degli aspetti più propriamente librari, recto, verso, ecc.) - sarebbe un esame degli inchiostri, e più ancora dei colori. Un tentativo in questa direzione è quello effettuato da G. Piccardi nel 1953) su frammenti della raccolta fiorentina, i PSI 1368, I3695 1370. L'analisi microscopica e di fluorescenza ha portato alla luce l'uso in questi casi della tecnica pittorica delle velature.
Per i criteri di datazione essenziale è la presenza di elementi sicuri quali la scrittura, o dati esterni relativi al ritrovamento del materiale, l'appartenenza ad archivi, a gruppi di documenti datati o databili. Gli elementi tipologici, stilistici vanno considerati con una certa prudenza, tenendo conto dell'ambiente provinciale, spesso piuttosto rozzo, dal quale buona parte dei reperti proviene.
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