PAPIA (Παπίας, Papias)
Concittadino e collaboratore di Aristea (v.) nell'esecuzione dei due Centauri in marmo bigio-nero del museo Capitolino. I due artisti appartengono a un gruppo di scultori di Afrodisia, che lavorarono molto per Roma verso il tempo d'Adriano. Furono quasi tutti tecnici raffinati, veri cesellatori, nel trattare il marmo, sola materia delle opere a noi pervenute; e alle loro officine, forse ad una sola, si deve attribuire una serie numerosa di copie di statue greche di epoche e di scuole diverse, interpretate con gusto singolare, ma un po' uniformi, perché si ripetono in tutte particolari stilistici da riferirsi agli esecutori. Tali copie si sono ritrovate specialmente nella villa Adriana di Tivoli, donde provengono i soli lavori conosciuti di Aristea e P. Il motivo del centauro con Eros in groppa si vede già in pitture di vasi apuli, della seconda metà del sec. IV a. C.
Bibl.: M. Bieber, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932, p. 220. - Per le pitture vascolari, M. Jatta, in Monumenti dei Lincei, XVI (1906), p. 529, fig. 10.