PAPA
. Il termine italiano "papa" viene dal latino papa, che a sua volta è la latinizzazione del greco πάρας, variante di πάππας "padre"; tuttavia, in latino, questa voce greca passò a significare anche "vecchio", oppure "custode di fanciulli", nutricius (cfr. Giovenale, Sat., VI, 632). Ben presto, presso i cristiani, con questo nome si designò il vescovo (già in Tertulliano, De pudic., 13) o altro personaggio costituito in dignità ecclesiastica. Mentre oggi il termine nella chiesa greca (e anche in taluni luoghi dell'Italia meridionale) è applicato comunemente a tutti i sacerdoti, in Occidente fino dal sec. IV cominciò ad essere applicato sempre più esclusivamente al vescovo di Roma, patriarca dell'Occidente e capo della Chiesa universale; in tal senso sembra usato da papa Siricio, morto nel 398 (Epist., VI, in Patrol. Lat., XIII, col. 1164), e più nettamente da Ennodio di Pavia, morto nel 473, in una lettera a papa Simmaco (in Patrol. Lat., LXIII, col. 69). Tuttavia anche dopo quest'epoca si trova il termine papa applicato a chi non era vescovo di Roma (nel sec. VII, da S. Gallo a Desiderio di Cahors, in Patrol. Lat., LXXXVII, col. 265), finché Gregorio VII nel sinodo romano del 1073 lo riserbò unicamente al vescovo di Roma.
Perciò oggi, in Occidente, è sinonimo di "sommo pontefice", e dell'antico termine pagano "pontefice massimo" applicato al capo della Chiesa cattolica.