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STEFANO IV, papa

di Paolo Delogu - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)
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STEFANO IV, papa

Paolo Delogu

STEFANO IV, papa. – Figlio di un Marino, nacque in una delle più nobili famiglie romane, dalla quale nel corso del IX secolo sarebbero usciti altri due papi (Sergio II e Adriano II).

Fu allevato ed educato fin dall’infanzia nel Patriarchium lateranense, il complesso di uffici amministrativi della Chiesa romana, cui erano annesse scuole e collegi, dove entrò durante il pontificato di Adriano I. Fu notato dal successivo papa Leone III che lo consacrò suddiacono e poi diacono. Il biografo papale mette in rilievo la sua abilità nel predicare al popolo e la solerzia nell’amministrazione degli affari ecclesiastici. Alla morte di Leone III venne eletto a succedergli e ricevette la consacrazione il 22 giugno 816, solo dieci giorni dopo la morte del predecessore. Non sono evidenti le ragioni di questa tempestività; gli ultimi anni di Leone III erano stati contrassegnati da agitazioni a Roma, determinate anche dagli atteggiamenti autoritari del papa stesso ed è possibile che la nobiltà romana, che gli era stata ostile, favorisse l’elezione di un proprio esponente, che peraltro si era segnalato sotto il papa defunto e poteva quindi essere accetto anche agli ecclesiastici che governavano la Chiesa romana.

Sembra però che le preoccupazioni immediate di Stefano IV riguardassero soprattutto i rapporti del Papato con l’Impero carolingio, che probabilmente attraversavano un periodo di incertezza.

Carlomagno, che non si era più recato a Roma dopo l’anno dell’incoronazione imperiale (800), nell’813 si era associato nell’Impero il figlio Ludovico il Pio, con una cerimonia singolare: deposta una corona sull’altare della chiesa palatina di Aquisgrana, aveva invitato il figlio a cingerla se si sentiva in grado di governare l’Impero cristiano. Perciò Ludovico il Pio si era praticamente incoronato da sé, mentre il Papato, che aveva avuto un ruolo determinante nel riportare in Occidente la dignità imperiale proprio con l’incoronazione di Carlomagno, era stato escluso dalla sua trasmissione. Ludovico il Pio, succeduto al padre nell’814, aveva subito preso iniziative di riforma della Chiesa franca, ancora senza interpellare il papato.

D’altra parte i rapporti dei due imperatori carolingi con Leone III erano stati freddi e sospettosi, mentre con l’elezione di Stefano IV si poneva per la prima volta il problema delle loro eventuali prerogative nella designazione e nell’insediamento di un nuovo papa. Forse per questo, appena giunto al pontificato Stefano IV fece giurare fedeltà all’imperatore da tutto il popolo romano e inviò messi a Ludovico il Pio: secondo una fonte franca per giustificare il modo in cui era avvenuta la sua elezione; certamente per annunciargli l’intenzione di recarsi in Francia a incontrarlo e ricostituire anche sul piano personale i rapporti tra il Papato e l’Impero. Il biografo papale dice che il papa intendeva con ciò rinsaldare la pace e l’unità della Chiesa cattolica.

Ludovico il Pio incaricò il nipote Bernardo, allora re in Italia, di accompagnare il papa, che si mise in viaggio appena due mesi dopo la sua elezione, giungendo in Francia alla fine del settembre 816, accolto da una delegazione di alti ecclesiastici franchi che lo accompagnarono a Reims, dove l’imperatore lo attendeva con la corte. L’incontro avvenne probabilmente il 2 ottobre presso il monastero di S. Remigio di Reims: un luogo ricco di suggestioni simboliche, dato che ivi era avvenuto il battesimo di Clodoveo e dei Franchi.

Le fonti franche sono ricche di particolari, anche se non sempre concordano tra loro. L’imperatore, sceso da cavallo, si sarebbe prostrato tre volte davanti al papa salutandolo con le parole del Benedictus; il papa avrebbe risposto benedicendo a sua volta Dio che gli consentiva di vedere un secondo Davide. Successivamente il clero romano che accompagnava il papa avrebbe cantato le acclamazioni liturgiche per l’imperatore. Già in quel primo incontro Stefano IV avrebbe esposto le ragioni della sua venuta.

I seguenti due giorni furono passati in grandi banchetti, accompagnati da scambi di doni e probabilmente da trattative il cui contenuto non viene però riportato dalle fonti. La successiva domenica 5 ottobre, durante la messa, Stefano IV impartì a Ludovico il Pio l’unzione sacra, coronandolo imperatore con una preziosissima corona portata da Roma che diceva fosse quella di Costantino. Nella stessa occasione il papa benedisse e incoronò anche la moglie di Ludovico il Pio, Ermengarda. La cerimonia di Reims ristabilì il principio che l’imperatore dell’Impero cristiano dovesse essere incoronato dal papa e ricevere da lui una speciale consacrazione sacramentale. Essa va dunque considerata un successo del pontefice. Le fonti sono del resto concordi nell’affermare che Stefano IV ebbe da Ludovico il Pio tutto ciò che aveva chiesto. Questa notazione si riferisce probabilmente anche ad altri aspetti del rapporto tra Papato e Impero: il papa ottenne infatti anche un patto che confermava i diritti del Papato e la loro difesa da parte dell’imperatore. Di tale patto non è rimasto il testo, ma è probabile che esso fosse simile a quello che l’anno seguente lo stesso Ludovico il Pio stipulò con il successore di Stefano IV, Pasquale I.

Esso sanzionava l’autorità e l’autonomia, giurisdizionale ed economica, del Papato nei territori attribuiti alla Chiesa romana da Pipino e da Carlomagno e riconosceva alcune prerogative ancora discusse, come l’esercizio dell’alta giustizia e la libera elezione canonica del papa da parte del clero e del popolo romano. Peraltro l’imperatore si attribuiva, insieme con il dovere di proteggere il Papato, anche la facoltà di intervenire in Roma, soprattutto nell’amministrazione della giustizia e, probabilmente, un indiretto controllo sull’elezione papale, che una volta canonicamente avvenuta, doveva essere comunicata all’imperatore e doveva comportare il rinnovo del patto di amicizia tra la Chiesa romana e l’Impero. L’accordo raggiunto con Ludovico il Pio includeva anche un provvedimento che doveva servire alla pacificazione interna di Roma: il papa ottenne infatti il rilascio dei nobili romani esiliati in Francia per le violenze compiute contro Leone III fin dall’anno 800.

Ludovico il Pio fece grandi doni al papa, tra cui la tenuta fiscale di Vandoeuvre, presso Troyes.

Terminato l’incontro lo fece riaccompagnare a Roma, dove il papa giunse probabilmente alla fine di ottobre, ma dove poco dopo venne a morte il 24 gennaio 817. La breve durata del pontificato, appena sette mesi, impedì che svolgesse una significativa attività in Roma; sono tuttavia attestate donazioni di vasellame liturgico e parati sacri ad alcune chiese, particolarmente S. Pietro in Vincoli. Fu sepolto in S. Pietro.

Fonti e Bibl.: Ermoldo Nigello, Carmen in honorem Hludowici augusti, in MGH, Poëtae Latini Medii Aevi, II, a cura di E. Dümmler, Berolini 1883-1884, pp. 30-38; Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé et al., I, Lipsiae 1885, pp. 316-318; Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892 (nuova ed. a cura di C. Vogel, Paris 1955, pp. 49-51); Anonimo (Astronomo), Vita Hludovici imperatoris, c. 26, a cura di R. Rau, in Quellen zur Karolingischen Reichsgeschichte, I, Berlin 1955, pp. 296-298; Thegan, Vita Hludowici imperatoris, cc. 16-18, a cura di R. Rau, ibid., pp. 224-226.

F.X. Seppelt, Geschichte der Päpste, München 1955, pp. 199-202; A.M. Drabek, Die Verträge der fränkischen und deutschen Herrscher mit dem Papsttum von 754 bis 1020, Wien 1976, pp. 33 s.; J. Fried, Ludwig der Fromme, das Papsttum und die fränkische Kirche, in Charlemagne’s Heir. New perspectives on the reign of Louis the Pious (814-840), a cura di P. Godman - R. Collins, Oxford 1990, pp. 231-273; P. Engelbert, Papstreisen ins Frankenreich, in Römische Quartalschrift, 1993, vol. 88, pp. 77-113 (in partic. pp. 97-101); P. Delogu, Stefano IV, in Enciclopedia dei papi, I, Roma 2000, pp. 704 s.

Vedi anche
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