FRANCESCO, papa
Nome assunto dopo la sua elezione papale da Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Primogenito di Mario Giuseppe Francesco e Regina Maria Sivori, immigrati in Argentina otto anni prima dal Piemonte meridionale, conseguì il diploma di perito chimico nel 1955. Il pomeriggio del 21 settembre 1953 scoprì la propria vocazione sacerdotale durante una confessione. Dopo una lunga malattia che lo privò di un polmone, nel 1957 entrò in seminario. Come novizio gesuita, studiò a Santiago e per breve tempo in Spagna. Ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969, pronunciò i voti perpetui il 22 aprile 1973. Provinciale dei gesutiti per l’Argentina dal 1973 al 1979, attraversò gli anni della dittatura e partecipò alla conferenza generale dell’episcopato latino-americano di Puebla, Messico (1979). Dal 1980 al 1986 fu preside della facoltà di Teologia e Filosofia di San Miguel, dove insegnava teologia pastorale, e parroco della parrocchia del patriarca San José nella diocesi della stessa cittadina dell’area di Buenos Aires. Dopo un breve soggiorno nel seminario di Sankt Georgen a Monaco di Baviera, tornò in patria e dal 1989 al 1990 visse nella parrocchia dei gesuiti a Cordoba.
Legato alla ‘teologia del popolo’ di Lucio Gera, fece emergere questa radice teologico-spirituale soprattutto nel corso del suo episcopato, che ebbe inizio nel 1992 come ausiliare a Buenos Aires, dove divenne poi coadiutore (giugno 1997) e ordinario (1998), con giurisdizione anche sui fedeli di rito orientale.
Membro di vari sinodi (1994, 1997, 2001), cardinale dal 2001, partecipò al conclave del 2005, dove la sua candidatura uscì sconfitta. Dal novembre 2005 al novembre 2011 fu presidente della Conferenza episcopale argentina. Nel 2007, alla conferenza del CELAM (Consejo Episcopal LatinoAMericano) dell’Aparecida (Brasile), ebbe un ruolo importante nella redazione del documento finale. Dopo la rinunzia di Benedetto XVI, si recò a Roma per il conclave e nelle congregazioni cardinalizie che preparavano l’elezione del nuovo papa la sua figura emerse come una risposta alla crisi in cui versavano la Chiesa e la curia.
Eletto al quinto scrutinio (13 marzo 2013), F. si è dato come mandato la riforma della curia e delle finanze vaticane, istituendo a tal scopo un organo di nove cardinali, ai quali ha aggiunto il suo nuovo segretario di Stato Pietro Parolin, e una serie di commissioni di controllo sullo IOR (Istituto per le Opere di Religione). Il pontificato di F. si connota soprattutto per uno stile di povertà personale (il papa non abita a palazzo e ha eliminato gli ultimi segni di un potere sovrano) e per la fisionomia evangelica della sua predicazione. Accanto a questo, una ecclesiologia della misericordia ispira atti e prese di posizione sulle persone omosessuali e su temi di morale familiare che hanno suscitato vasta eco: ma, come appare nei due sinodi sulla famiglia convocati nel 2014 e nel 2015, qualche opposizione è affiorata fra i cardinali, i vescovi e i fedeli, convinti che la rinunzia a un antagonismo contro il ‘relativismo’ denunciato da Benedetto XVI costituisca un pericolo o un errore.
Completata e firmata l’enciclica lasciata incompiuta dal predecessore (Lumen fidei), F. ha pubblicato nel novembre 2013 l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, che contiene tesi di enorme portata, come quella sull’autorità dottrinale delle conferenze episcopali. Anche sul piano ecumenico ha creato un clima di incontro molto promettente con il patriarcato ecumenico e con le altre Chiese, incluse le Chiese pentecostali prima chiamate sette.
Sul piano politico la Santa Sede di papa Bergoglio si è dimostrata attiva sul quadrante critico del Medio Oriente, sia nella guerra civile siroirachena, sia concludendo un lungo negoziato con l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese), iniziato nel 1994 e che ha portato a riconoscere come interlocutore lo Stato palestinese (2015). Ancor più rilevante è stata la mediazione su Cuba, che ha avuto come esito la fine dell’embargo degli Stati Uniti contro l’Avana (2015). Costante e forte è stata la denuncia della persecuzione delle minoranze cristiane in tutte le zone di guerra.
Nell’aprile 2015 F. ha indetto un anno santo straordinario (8 dic. 2015-20 nov. 2016), con tema la misericordia: un atto di appello al sensus fidei del popolo cristiano, che radica il suo evangelismo nella vita comune del cattolicesimo e del cristianesimo.
Nel giugno 2015 Francesco ha pubblicato una enciclica sui temi dell’ambiente come ‘casa comune’ della famiglia umana, tema che aveva accennato già all’indomani dell’elezione per spiegare l’assunzione come nome pontificale di quello del santo di Assisi: nella sua redazione finale (uscita con qualche giorno di anticipo per la violazione dell’embargo che vincola i giornalisti vaticanisti) l’enciclica, che si intitola con il primo verso del Cantico delle creature «Laudato si’», recepisce molto del magistero del patriarca ecumenico Bartholomeos, che aveva posto la questione del ‘rispetto del creato’ da circa vent’anni, ed esprime un giudizio molto severo sullo sviluppo dell’economia capitalista dell’ultimo mezzo secolo.