ANICETO, papa
Egli è, secondo la lista dei papi conservata da Ireneo, il decimo dopo S. Pietro e successe a S. Pio I; mentre il Catalogo Liberiano, documento posteriore, premette A. a Pio. Durante il suo pontificato, troviamo a Roma Egesippo, giuntovi dalla Palestina allo scopo di conoscere quale fosse la fede della chiesa di Roma, il filosofo Giustino, che insegnava a confutare gli eretici, S. Policarpo, vescovo di Smirne, che intendeva appianare alcune divergenze fra Asiatici e Romani, specialmente riguardo alla celebrazione della Pasqua. Policarpo fu accolto con grande amore da A., che lo fece presiedere alle adunanze liturgiche. Vi furono a Roma, in questi anni, anche molti seguaci di dottrine filosofico-religiose eterodosse, come Valentino di Alessandria, gnostico, Cerdone e soprattutto Marcione, che, incontrato e ripreso da Policarpo, perdette a Roma molti aderenti. A. governò la chiesa romana fra il 156 ed il 166; fu sepolto come i suoi predecessori presso la tomba di S. Pietro.
Bibl.: Iren., Adv. Haeres, III, 3, 3-4; Euseb., Hist. eccles., IV, 22; Lib. Pontif., ed. Duchesne, I, Parigi 1886, pp. lxi, lxxiii, 58 seg.; L. Duchesne, Storia della chiesa antica, I, Milano 1907, p. 131 seg.