ADEODATO I, papa (detto anche Deusdedit)
Romano di nascita, figlio di uno Stefano suddiacono, al momento di diventare papa era già prete da quarant'anni. Successe a Bonifacio IV dopo una vacanza di cinque mesi e fu consacrato il 19 ott. 615.
Accolse il patrizio e "cubicularius" Eleuterio, che, inviato da Eraclio in Italia, da Ravenna, ove aveva sedato una rivolta, passava per Roma prima di recarsi a Napoli, caduta nelle mani del ribelle Giovanni da Compsa (Conza). A. autorizzò il trasferimento a Caorle del vescovado di Concordia (P. F. Kehr, Italia Pontificia,VII, 2, Berolini 1925, p. 75n. 1).
Contrariamente ai suoi immediati predecessori, fermi nell'indirizzo gregoriano di aperto favore ai monaci, egli restituì "ad loca pristina" il clero secolare. Non del tutto chiaro è il contenuto di una riforma liturgica - l'istituzione di una secunda missa - che il Liber Pontificalis gli attribuisce: il Duchesne pensa che possa trattarsi di un ufficio serale, chiamato impropriamente messa. Ad esso alluderebbe un verso dell'epitaffio che fu dedicato ad A. dal suo secondo successore Onorio I: "excuvians Christi cantibus hymnisonis" (v. 10). Stando al Liber Pontificalis,A. fu il primo papa che predisponesse una distribuzione di denaro al clero romano, in occasione dei propri funerali, nella misura di un'intera annualità di stipendio: "rogam unam integram".
Il Decretum Gratiani riporta due disposizioni di A. in materia matrimoniale, la cui autenticità è stata revocata in dubbio: con la prima, A. avrebbe decretato lo scioglimento del vincolo nel caso in cui i coniugi avessero tenuto inavvertitamente a battesimo un bambino nato da loro (c. XXX qu. 1, c. 1); con la seconda veniva vietato al padrino di dare in sposa la figlioccia al proprio figlio (c. XXX qu. 3, c. 3).
A. mori l'8 nov. 618 e fu sepolto in S. Pietro. La lunga vacanza seguita alla sua morte (tredici mesi e mezzo) indusse l'imperatore Eraclio a semplificare la procedura di conferma della nomina pontificia, rendendone responsabile l'esarca di Ravenna.
La bolla plumbea di A., che rappresenta nel recto il Buon Pastore e porta nel verso il nome del papa, è il più antico originale di bolla pontificia che si sia conservato.
Fonti e Bibl.: Jaffé-Loewenfeld, Regesta Pontif. Rom., I, Lipsiae 1885, p. 222; Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. 319 s. (dove è detto Deusdedit); C. Serafini, Le monete e le bolle plumbee pontificie del Medagliere Vaticano, I, Milano 1910, pp. LXXXIV e 1 (tav. A-1); E. Caspar, Geschichte des Papsttums, II, Tübingen 1933, pp. 517-518; O. Bertolini, Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi, Bologna 1941, p. 300.