PAGANI, Paolo
Pittore, nato nella Valsolda probabilrmente nel 1661, morto a Milano nel 1716. Recatosi da giovane a Venezia, vi ebbe la prima educazione pittorica, divenendo poi pittore di buon nome. Introdusse nelle accademie un nuovo gusto di disegnare il nudo, caricato alquanto, ma di buon effetto. Ritornò più tardi in Lombardia, dove dipinse molto per le chiese e le quadrerie. Operò anche in Germania e in Moravia; nel 1692 eseguì gli affreschi d'una sala nel vescovado di Kremsier, distrutti nel 1752; e circa in quel tempo dipinse cupola e vòlta, nonché una pala d'altare, nella chiesa di Welehrad, ridipinte nel 1730.
L'unica sua opera pienamente firmata e datata (1697) è il grande affresco della vòlta nella chiesa di Castello Valsolda. Dei lavori menzionati nelle vecchie guide di Milano e Venezia nulla più si può identificare.
Sulla base stilistica degli affreschi di Valsolda e d'una Maddalena documentata alla Galleria di Dresda, gli si assegnano: un S. Gerolamo alla Galleria Liechtenstein di Vienna, un Sansone prigioniero e Giuda e Thamar al Museo di Brunswick; un Sacrificio d'Abramo all'Ermitage di Leningrado e pochi altri dipinti. Un suo quadro, sìnora ignorato, si trova a Chiusa (Bolzano).
In queste opere il P. dimostra qualità eccellenti nella resa dei nudi, nelle grandi composizioni movimentate di masse figurali, e a ragione va considerato quale un notevole rappresentante della corrente innovatrice nella pittura veneziana-lombarda del Seicento.
Bibl.: H. Voss, P. P., in Belvedere, VIII (1929), pp. 41-53; G. Fiocco, La pittura veneziana del '600 e '700, Firenze 1929; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932 (con bibl.).