MORELLATI, Paolo
MORELLATI (Morellato), Paolo. – Nacque a Vicenza il 2 maggio 1741 da Carlo e da Marina Rossi.
Ricevette la prima formazione musicale dal maestro di cappella della cattedrale di Vicenza, Andrea Bottelli, che il 7 dicembre 1761 chiese a padre Giovanni Battista Martini di prenderlo per «scolaro» (Nardi, 1995, p. 361). Il soggiorno di Morellati a Bologna durò 17 mesi (dal 28 aprile 1762 all’8 novembre 1763); A Bologna si conservano le Lezioni di contrappunto di Paolo Morellati vicentino discepolo del padre Martini principiate lì 28 aprile 1762 (Museo internazionale e Biblioteca della musica, HH.182). A soli 23 anni, sostenuto l’esame il 1° settembre 1763 componendo l’antifona Propheta magnus, fu aggregato all’Accademia filarmonica di Bologna.
Ritornato a Vicenza, tra il 1763 e il 1767 Morellati continuò per corrispondenza lo studio del contrappunto con padre Martini, in un intenso rapporto epistolare che comportò lo scambio di opere teoriche, libri, composizioni, ritratti (Nardi, 1995, p. 364). Il Museo della musica di Bologna conserva 43 lettere di Morellati e 31 lettere di musicisti diversi contenenti informazioni di vario genere sul musicista vicentino.
È tramite Morellati che Johann Joachim Quantz fece pervenire a Martini il suo celebre saggio sul flauto traverso stampato a Berlino nel 1752 (Essai d’une méthode pour apprendre à jouer de la flûte traversière; Lupo, 2002, p. 303).
Grazie all’amicizia del maestro di cappella vicentino Andrea Bottelli con Carlo Broschi detto il Farinelli, Morellati, durante gli studi a Bologna, poté conoscere il grande cantante e apprezzare un suo pianoforte costruito nel 1730 dal fiorentino Giovanni Ferrini, allievo di Bartolomeo Cristofori.
A Vicenza dovette essere organista in tre chiese, com’egli stesso riferisce a padre Martini nel 1777 (Schnoebelen, 1979 p. 411, n. 3450). Il 6 aprile 1768 fu nominato organista in cattedrale (il titolare, Antonio Tirabosco, aveva chiesto licenza «per aver incontrato altro impiego in Venezia» (Vicenza, Archivio diocesano-capitolare, Libro Grandi, I, c. 76v); tenne l’incarico fino alla morte. Un altro suo incarico dovette essere nella chiesa di S. Filippo: lo testimonierebbero i 27 responsorii per la settimana santa, composti da Giovanni Montresor e nel 1797 «ridotti a maggior brevità dal Morellato», conservati nell’archivio della medesima chiesa. Ignoto finora il terzo incarico da organista.
Accanto all’attività di organista fu «maestro al cembalo» nei teatri vicentini Eretenio e Berico, come risulta da contratti, locandine e libretti (Nardi, 1995, p. 362). Fu forse per quest’impiego in teatro che Morellati avvertì l’esigenza di poter disporre di uno strumento più sonoro, appunto come il pianoforte di Ferrini ammirato a Bologna in casa Broschi. Iniziò così un’attività di costruttore di «cembali a martellini », facendo copiare nel 1765 la meccanica dello strumento di proprietà di Farinelli.
Morellati, che all’ottima preparazione musicale univa un’inusitata abilità meccanica, per il suo primo «cembalo a martellini » (ultimato nel 1766) si valse della cassa armonica di un clavicembalo per collocarvi la meccanica del pianoforte. La buona riuscita dello strumento gli procurò la commissione di un secondo pianoforte per padre Martini. A questo scopo nell’agosto del 1767 Morellati si recò a Bologna, ospite di Farinelli, presso il quale poté «con maggiore comodo operare sopra l’esemplare del suo celebre cembalo» (ibid., 370). Di lì a 9 mesi lo strumento per Martini era terminato, e nel giugno 1768 questi scriveva a Morellati commissionandogliene un altro per una persona di Bologna (ma il progetto non si realizzò). Nel 1770 Morellati informava Martini d’essere impegnato nella costruzione di un terzo «cembalo a martellini». Antonio Locatelli, un amico di Morellati, anch’egli in corrispondenza con Martini, gli fece sapere (lettera del 26 luglio 1771) che lo strumento «è riuscito assai buono subito e va migliorando ogni settimana [...]. So da lui [Morellati] che il signor Cavaliere Broschi le ha fatto qualche progetto intorno a questo cembalo» (Nardi, 1995, p. 373). In realtà lo strumento, destinato alla contessa vicentina Teresa Gualdo Valle, è descritto in una lettera dello stesso Morellati pubblicata nel luglio 1775 sul Giornale Enciclopedico di Elisabetta Caminer Turra. Si trattava di un pianoforte, con due corde per tasto; il suono era prodotto da corde percosse da un martellino dotato di scappamento semplice. La lettera descrive analiticamente l’effetto sonoro dei 12 registri dello strumento, senza però fornire indicazioni circa il funzionamento.
Un ritratto di Morellati, eseguito nel 1777 su richiesta di padre Martini dal pittore arzignanese Gaetano Scabari, allievo del celebre Giambettino Cignaroli veronese, è conservato nel Museo della musica di Bologna: il musicista è appoggiato a uno strumento a tastiera con un libro di musica aperto fra le mani, sul quale si legge «Introitus Pauli Morellati. In festo S. Antonii. Paulus Morellati Vicentinus Philarmonicorum Bononiensis Academiae [...] fecit MDCCLXXIV» (Nardi, 1995, p. 360).
A Vicenza Morellati abitò in un appartamento nella casa della signora Bordin posta in contrà Piàncoli. Sposò Maria Elisabetta Angela figlia di Defendente Muttoni (Mantese, 1956, pp. 933 s.) – e sorella dell’architetto Francesco – con la quale ebbe due figli: Stefano (Vicenza, 1772 - ivi, 1794) e Pietro. Stefano studiò il contrabbasso col veneziano Domenico Dragonetti, e per le sue qualità il maestro lo omaggiò con alcuni concerti di squisita fattura (Gasparella, 1880, p. 43). Nel 1794, quando Dragonetti lasciò l’orchestra del Teatro Eretenio di Vicenza per recarsi a Londra, Stefano succedette al maestro e ricoprì il posto di contrabbassista; ma nello stesso anno la morte lo colpì, a soli 22 anni. Pietro fu organista nella cattedrale di Vicenza; infatti, «per la morte del Sig. Paulo Morellato essendosi reso vacante l’Ufficio di organista di questa cattedrale», si presentò al Capitolo «il di lui figlio S.r Pietro Morellato che supplica reverentemente di essere eletto in loco del defunto suo Padre». La domanda fu accolta all’unanimità dal Capitolo (Vicenza, Archivio diocesano-capitolare, Libro Grandi, II, c. 243v); Pietro prestò servizio fino al 1811, quando rinunciò spontaneamente all’incarico.
Paolo Morellati morì a Vicenza il 17 febbraio 1807, all’età di 67 anni.
Opere: Qualis est dilecta nostra (2 voci e strumenti, 1762); Nisi Dominus (3 voci e strumenti, 1762); Chirie (4 voci e strumenti, 1762); Nunc dimittis (4 voci e strumenti, 1763); Gloria in excelsis (4 voci e strumenti, 1763); Tantum ergo (3 voci e organo, s.d.). 5 fughe su testi liturgici (Et in saecula, Beatus vir, Et in saecula, Chirie, Cum sancto spiritu) in Fughe a tre e quattro voci con basso numerato di diversi compositori usciti dalla scuola di P. Martini.
Fonti e Bibl.: Lettera scritta dal signor Paolo Morellati, celebre maestro di musica vicentino, intorno all’eccellente cembalo a martelli da lui costruito, in Giornale Enciclopedico, V, luglio 1775, pp. 73-76 (trascritta in Mantese, 1956, pp. 102 s. e in Nardi, 1995, pp. 383 s.); A. Alverà, Vicentini distinti nella musica, Vicenza 1827, pp. 32 s.; F. Formenton, Memorie storiche della città di Vicenza dalla sua origine fino l’anno 1867, Vicenza 1867, p. 817; G. Gasparella, I musicisti vicentini, Vicenza 1880, pp. 40-43; E. Succi, Catalogo con brevi cenni biografici e succinte descrizioni degli autografi e documenti di celebri e distinti musicisti posseduti da Emilia Succi, Bologna 1888, pp. 324-327; F. Parisini, Della vita e delle opere del padre Gio. Battista Martini, in Vite ed elogi di Accademici Filarmonici di Bologna, I, Bologna 1888, p. 246; L. Torri, Spigolature di storia musicale vicentina, in Il Veneto Musicale, luglio 1912, p. 6; G. Mantese, Storia musicale vicentina, Vicenza 1956, pp. 101-104, 120 s., 147; M. Saccardo, Arte organaria, organisti e attività musicale ai Filippini di Vicenza, Vicenza 1975, p. 104; Id., Arte organaria, organisti e attività musicale a S. Corona ..., Vicenza 1976, pp. 116 s.; A. Schnoebelen, Padre Martini’s Collection of Letters in the Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna, New York 1979, pp. 97 s., 337 s., 407-412, 419, 442, 457 s., 463, 643 s., 647; G. Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina dal 1700 al 1866, V, Vicenza 1982, pp. 933 s.; Collezionismo e storiografia musicale nel Settecento. La quadreria e la biblioteca di padre Martini (catal.), Bologna 1984, pp. 43, 93; V. Bolcato - A. Zanotelli, Il fondo musicale dell’Archivio capitolare del duomo di Vicenza, Torino 1986, pp. 110, 171; G. Cattin, La musica nelle istituzioni fino alla caduta della Repubblica, in Storia di Vicenza. L’età della Repubblica veneta (1404- 1797), a cura di F. Barbieri - P. Preto, III, 2, Vicenza 1990, p. 173; M.T. Nardi, Paolo Morellati, tesi di laurea, Università di Pavia, a.a. 1992-93; Id., I «cembali a martellini» di Paolo Morellati, in Riv. italiana di musicologia, XXX (1995), pp. 359-384; A. Zanotelli, Domenico Freschi musicista vicentino del Seicento. Catalogo tematico, Venezia 2001, pp. LXII s.; L. Lupo, Il carteggio tra Johann Joachim Quantz e Padre Giovanni Battista Martini, in Analecta Musicologica, XXXII (2002), p. 303 s.; La carità a Vicenza. I luoghi e le immagini, catalogo della mostra, a cura di C. Rigoni, Vicenza 2002, p. 161; M. Latcham, The cembalo a martelli of Paolo Morellati in its eighteenth-century context, in Recercare, XV (2003), pp. 149-167; G. Gaspari, Catalogo della biblioteca del Liceo musicale di Bologna, Bologna 1890-1905, I, p. 46; II, p. 112; III, pp. 4 s.; IV, pp. 181, 216; R. Eitner, Quellen- Lexikon der Musiker, VII, pp. 60 s.; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, II, p. 130; Encicl. della Musica Rizzoli Ricordi, diretta da C. Sartori, IV, Milano 1972, p. 238; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, pp. 194 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, IX, 1961, col. 571; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XVII, p. 109.