MEDINI, Paolo
MEDINI, Paolo. – Nacque a Molinella (presso Bologna) il 25 genn. 1837 (alcune fonti riportano erroneamente 1831) da Giovanni e da Carlotta Ferri. Non si hanno notizie sulla formazione musicale del M. né è possibile stabilire con certezza la data del suo debutto come basso.
La prima notizia risale al 26 marzo 1860, quando interpretò il gran sacerdote alla prima assoluta dell’opera Giuditta di Achille Peri alla Scala di Milano; quel ruolo risultò tanto adeguato alla sua recitazione e ai suoi mezzi vocali, che nella successiva carriera impersonò quasi sempre caratteri analoghi. Nel 1862 fu Oroveso nella Norma di V. Bellini, Zaccaria nel Nabucco e Ferrando nel Trovatore di G. Verdi al teatro Comunale di Bologna. Nel 1863 fu scritturato per la prima volta fuori dei confini patrii, dapprima al teatro S. Carlos di Lisbona, poi, nel 1866, al teatro Real di Madrid. Nella stagione di carnevale 1865 alla Scala di Milano, a fianco di Isabella Galletti Gianoli (Filomena Rustichelli), impersonò Baldassarre nella Favorita di G. Donizetti.
Di quella burrascosa stagione ci è giunta una curiosa testimonianza (uno dei rarissimi documenti sul carattere del M.) nella lettera di Francesco Maria Piave a Verdi del 17 marzo 1865, in cui si allude ai rapporti amorosi con la Galletti Gianoli e a una rissa sul palcoscenico della Scala che, oltre al M., vide coinvolti il baritono L. Saccomanno e il maestro concertatore A. Mazzucato (Baker).
Nella stessa stagione scaligera del 1865 il M. prese parte alla prima esecuzione italiana dell’Ebrea (La juive), grand-opéra di Jacques-François Fromental Halévy, libretto di Eugène Scribe, nel ruolo del cardinale Brogni. Questo ruolo rimase a lungo uno dei suoi preferiti: il 26 genn. 1869 lo interpretò al teatro La Fenice di Venezia, quando nel libretto venne definito «basso nobile» e successivamente nella stessa stagione, ancora alla Scala di Milano.
Il M. emerse nei ruoli verdiani di Sparafucile nel Rigoletto e di Filippo II nel Don Carlo.
Il grande direttore Angelo Mariani scriveva a Tito Ricordi nell’aprile 1867, preparando la prima esecuzione italiana del Don Carlo a Bologna: «non intendo sprezzare Medini per la parte di Filippo II. La sua voce mi è sempre piaciuta» (Abbiati, p. 135). La parte andò infine a Giuseppe Capponi, ma il M. la interpretò numerose volte, alla Fenice di Venezia nel 1869 (ancora in alternanza con Capponi), poi al teatro della Concordia di Cremona nel 1874 con Teresa Stolz.
La sua carriera toccò il vertice nel 1871, quando il 24 dicembre creò il personaggio di Ramfis, ancora un grande sacerdote, nella prima assoluta dell’Aida di Verdi al teatro del Cairo.
Nelle trattative per quella storica prima, dalle lettere fra Emanuele Muzio, l’agente teatrale Giovanni Battista Lampugnani e la direzione del teatro del Cairo, apprendiamo che Verdi stesso aveva espressamente avallato la scelta del M. per quella parte (Busch, pp. 41-51, 153). Nel febbraio-marzo 1874 il M. tornò al Cairo per il medesimo ruolo; in quell’occasione Aida era Teresa Stolz, la quale scrisse a Verdi: «io e Medini siamo andati benissimo» (Luzio, p. 196).
Fra aprile e giugno del 1875 il M. prese parte a Parigi, Londra e Vienna alle esecuzioni della Messa da requiem di Verdi con la Stolz, Maria Waldmann e Angelo Masini, sotto la direzione dell’autore. Il 10 luglio, al ritorno dalla tournée, il Requiem fu replicato con successo senza precedenti al teatro Malibran di Venezia, con lo stesso cast di cantanti, ma diretto da Francesco Antonio Faccio.
Verdi stesso affermò che l’esecuzione del Requiem, rispetto alle prime esecuzioni dell’anno precedente a Milano nella chiesa di S. Marco e alla Scala, era molto migliorata grazie ai due solisti maschili, Masini e il M. appunto, che avevano sostituito rispettivamente Capponi e Ormondo Maini. Una eco di queste esecuzioni e dell’approvazione di Verdi si trova nell’intervista rilasciata dal compositore nel 1875 a Blanche Roosevelt, con un particolare elogio all’affidabilità del M. nei grandi concertati (Conati, p. 96).
Il 22 apr. 1876 il M. fu ancora Ramfis nella prima francese di Aida al Théâtre- Italien, sempre sotto la bacchetta dell’autore, ma concertata da Muzio, che ne diresse poi le repliche. Muzio scriveva a Katinka Evers-Lampugnani che la voce del M., pur sempre «buona», aveva un poco sofferto l’usura dell’attività continua degli ultimi anni (26 apr. 1876: Busch, p. 396).
Il M. non trascurò il repertorio straniero, soprattutto francese, da G. Meyerbeer (Les huguenots, L’africaine) a Ch. Gounod, alla Naida di Friedrich von Flotow, che interpretò al teatro Nazionale di Genova il 12 nov. 1873 (cfr. Frassoni, p. 306). Fu anche attivo nella creazione di nuove opere di autori italiani della generazione successiva a Verdi: il 23 dic. 1873, ancora al Nazionale di Genova, cantò nell’opera di Filippo Marchetti Romeo e Giulietta e l’anno dopo inaugurò la stagione dello stesso teatro con I promessi sposi di Errico Petrella. Fra le altre opere in cui il M. si distinse ricordiamo: Il barbiere di Siviglia di G. Rossini (don Basilio, a Trieste nel 1865, 1866 e 1869), Gianni di Nisida di G. Pacini, La contessa d’Amalfi di Petrella, Marion Delorme di Carlo Pedrotti, Vittore Pisani di A. Peri, L’ebreo di Giuseppe Apolloni.
Il M. si esibì ancora nel ruolo di Ramfis alla Fenice di Venezia nel 1881, sebbene la notizia non sia del tutto certa (Rossi - Girardi, pp. 274, 424). La sua ultima esibizione avvenne al teatro alla Scala di Milano, nel prediletto ruolo del cardinale Brogni, nel corso della stagione di carnevale-quaresima 1882-83. In seguito, probabilmente per la precoce usura della voce, si ritirò nella sua villa di Barbarano di Salò, dove morì il 2 genn. 1911.
La sua voce dovette essere particolarmente profonda ed efficace soprattutto nei grandi concertati del grand opéra. L’affaticamento del suo organo fonatorio, avvertito da Muzio fin dal 1876 e derivante probabilmente da una forzatura a cui non era adatto, era conseguenza del progressivo appesantimento delle voci soprattutto maschili, che, pur non rispecchiando le intenzioni di Verdi, si stava affermando a fine secolo. Tale forzatura, soprattutto per una voce educata ancora sui criteri di M. García ed E. Delle Sedie, fu la causa principale della relativa brevità della carriera del M., pur nell’eccellenza raggiunta.
Fonti e Bibl.: L. Carmena y Millán, Crónica de la ópera italiana en Madrid desde el año 1738 hasta nuestros días, a cura di F. Asenjo Barbieri, Madrid 1878, p. 451 (ed. anast., ibid. 2002); A. Luzio, Carteggi verdiani, IV, Roma 1947, pp. 194-196; E. Baker, Lettere di G. Verdi a F.M. Piave 1843-1865, in Studi verdiani, IV (1986-87), pp. 165 s.; Carteggio Verdi - Ricordi 1882-1885, a cura di F. Cella - M. Ricordi - M. Di Gregorio Casati, Parma 1994, Appendice n° 25, p. 393; F. Abbiati, G. Verdi, Milano 1959, III, pp. 133-135, 450 s., 478, 556, 740 s., 750, 769; L. Trezzini, Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, Bologna 1966, II, pp. 88-90; Genesi dell’Aida, a cura di S. Abdoun, Parma 1971, pp. 11, 16, 19, 65, 70, 78, 104; H. Busch, Verdi’s Aida. The history of an opera in letters and documents, Minneapolis 1978, pp. 41, 47, 51, 149, 153, 156, 210, 217, 268, 384, 396; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, Genova 1980, I, pp. 306-308; M. Conati, Interviste e incontri con Verdi, Milano 1980, pp. 91 s., 96, 103 s.; F. Rossi - M. Girardi, Il teatro La Fenice. Cronologia degli spettacoli 1792-1936, Venezia 1989, pp. 243, 274, 424; M.J. Phillips-Matz, Verdi. A biography, Oxford-New York 1992, pp. 522, 589, 611-613, 629; R. Iovino et al., I palcoscenici della lirica. Cronologia, dal Falcone al nuovo Carlo Felice (1645-1992), Genova 1993, ad ind.; M. Moreau, O teatro de S. Carlos. Dois seculos de istoria, II, Lisboa 1999, pp. 713, 1387, 1406, 1424; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 74, Suppl., p. 806; Diz. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 3; L. Riemens - K.J. Kutsch, Grosses Sängerlexikon, Bern 1994, Ergänzungsband, II, ad indicem.
A. Rostagno