LUIGIONI, Paolo
Nacque a Roma il 9 febbr. 1873 da Guglielmo e Giuditta Mariani.
Compì studi superiori di indirizzo tecnico presso gli Istituti pontifici di S. Apollinare in Roma e subito dopo, non avendo la possibilità di accedere agli studi universitari, entrò nell'amministrazione dello Stato come impiegato presso il ministero delle Poste e telegrafi, da poco istituito; vi rimase per il resto della carriera, giungendo nel 1924, all'atto della trasformazione in ministero delle Comunicazioni, al ruolo di capo ufficio.
Lo spiccato e spontaneo interesse per l'entomologia, incoraggiato da G. Tuccimei, che aveva avuto come docente di scienze naturali, lo portò fin da giovanissimo in contatto con gli ambienti della ricerca zoologica; già nel 1891, a 18 anni, il L. fu tra i soci fondatori della Società romana per gli studi zoologici voluta da A. Carruccio, direttore dell'Istituto e Museo di zoologia dell'Università di Roma, e sull'organo della Società apparvero i suoi primi lavori (Coleotteri raccolti nelle inondazioni dell'Aniene dal 1889 al 1892, in Boll. della Società romana di studi zoologici, I [1892], 2, pp. 1-12; 5, pp. 1-12).
Carruccio, che ne aveva grande stima, associò il L. all'attività del Museo costituito nel 1883, sulla scorta delle preesistenti collezioni zoologiche raccolte nell'Archiginnasio pontificio fin dal 1824. L'attiva collaborazione del L. non venne interrotta dalle varie vicissitudini e dai traslochi che il Museo subì, fino a divenire, nel 1932, Museo civico di zoologia presso il Giardino zoologico. Nonostante i contrasti con F. Raffaele (succeduto a Carruccio nel 1914), il L. vi ricoprì, a partire dal 1931, la carica di conservatore. Al Museo lasciò inoltre la sua collezione ricca di 17.000 specie di Coleotteri paleartici, ordinati in 650 scatole, e altre centinaia di scatole di magazzino relative a Coleotteri esotici, Lepidotteri, Imenotteri, Emitteri: il tutto preparato e ordinato in maniera esemplare e corredato da precisi cataloghi dattiloscritti.
Fu Carruccio a indirizzare originariamente le ricerche del L. verso i Coleotteri della Campagna romana e del Lazio, studiati in quegli anni, oltre che dallo stesso Carruccio, da G. Alessandrini, e F. Mingazzini. Un primo significativo esito di tali studi fu l'Elenco ragionato e sistematico dei Coleotteri finora raccolti nella provincia di Roma (in Bull. della Soc. entomologica italiana, XXX [1898], pp. 199-220), che segnò tuttavia l'inizio dell'ingiustificata ostilità degli zoologi accademici (e in particolare di G. Alessandrini) nei suoi confronti. A partire dai primi anni del Novecento il L. si concentrò nello studio delle specie laziali (Coleotteri del Lazio non notati od omessi nel Catalogo dei Coleotteri d'Italia del dr. Stefano Bertolini, in Riv. coleotterologica italiana, III [1905], 12, pp. 253-271; Idem, in Bull. della Soc. entomologica italiana, XLII [1910], pp. 43-93; Coleotteri nuovi o poco noti per il Lazio, in Atti della Pontificia Acc. romana delle scienze dei Nuovi Lincei, LXXV [1922] 1, pp. 46-63; 7, pp. 141-149; LXXVI [1923], 5, pp. 132-145; 6, pp. 160-177).
L'alacrità e la meticolosa precisione del L. dettero origine ad alcuni contributi di molto superiori - sia per estensione, sia per rigore scientifico - a quelli dei suoi predecessori e colleghi; gli studi furono estesi progressivamente ad altre zone geografiche (Campania, Sicilia e soprattutto Abruzzo), mentre contemporaneamente si estendeva la rete di rapporti di collaborazione che, unitamente ai frequenti viaggi, consentì al L. di raccogliere esemplari di altre regioni, tanto da giustificare la trasformazione del progetto originario di approntare un catalogo della coleotterofauna romana in quello, ben più ambizioso, di un nuovo generale censimento dei Coleotteri italiani. Frutto di tale progetto fu la pubblicazione della monumentale monografia I Coleotteri d'Italia. Catalogo sinonimico, topografico, bibliografico (Città del Vaticano 1929), in cui sono elencate 9979 specie di Coleotteri italiani. L'opera era nata dalla sistematica correzione del Catalogo dei Coleotteri d'Italia di S. Bertolini (Siena 1899) e dalla consapevolezza che "il bisogno di un nuovo catalogo dei Coleotteri italiani era vivamente sentito da tutti gli studiosi" (p. 2).
Il L. non si nascondeva le difficoltà legate non solo alla necessità di dipendere molto spesso da informazioni non direttamente acquisite, ma anche all'incertezza della sistematica e delle indicazioni topografiche. Tuttavia si impegnò nel vagliare quanto meglio possibile le informazioni di seconda mano e nell'eliminare le sinonimie dovute al costume, allora diffuso, di classificare come specie persino minime varianti; assunse poi come criteri generali di classificazione quelli all'epoca più accreditati presso la comunità scientifica: per l'inquadramento sistematico il Handbuch der Entomologie (Jena 1923-24) di H. Handlirsch, e per le indicazioni topografiche relative al territorio italiano il Compendio della flora italiana (Torino 1894) di G. Arcangeli.
Il L. - ben consapevole che il suo Catalogo non era "esente da imperfezioni e lacune" - continuò a emendarlo con correzioni e aggiornamenti fino all'anno della morte apponendo a mano sulla sua copia personale numerose note che sono state poi pubblicate (G. Gobbi, Aggiunte inedite di Paolo Luigioni al catalogo "I Coleotteri d'Italia", in Boll. della Soc. entomologica italiana, CV [1973], 1-3, pp. 29-35). Esso si è tuttavia imposto ed è rimasto strumento di lavoro indispensabile negli studi sulla fauna entomologica italiana.
Una parte significativa dei suoi studi venne dedicata alla teratologia e ai risvolti fitopatologici dell'entomologia. A partire dal 1924, collaborò al quotidiano Il Messaggero con una serie di articoli divulgativi che portavano all'attenzione del grande pubblico aspetti interessanti e curiosi della vita degli Insetti. Nonostante l'ostilità di parte del mondo accademico, il L. ottenne numerosi riconoscimenti e testimonianze di stima: G.B. Grassi lo volle, a partire dal 1900 e fino al 1925, assistente onorario nel suo laboratorio di entomologia agraria all'Università di Roma; fin dal 1899 fu socio della Società entomologica italiana (della quale fu poi consigliere dal 1933), e dal 1921 della Società entomologica di Francia e della Società linneana di Lione; fu eletto socio corrispondente della Pontificia Accademia delle scienze dei Nuovi Lincei nel 1920 e socio ordinario nel 1921 per essere infine accolto come accademico nella neonata Pontificia Accademia delle scienze nel 1936. Nel 1921 fu nominato dal ministro dell'Agricoltura delegato fitopatologico con l'incarico di vagliare la nocività degli insetti che gli venivano inviati da privati o enti; l'amministrazione del Parco nazionale d'Abruzzo lo incaricò nel 1927 di studiare la fauna entomologica del parco. Rappresentò l'Accademia dei Nuovi Lincei al V congresso internazionale di entomologia (Parigi 1932).
Il L. morì a Roma il 6 maggio 1937.
Opere: la bibliografia completa dei 60 lavori del L. e dei suoi articoli pubblicati nel Messaggero si trova in appendice al profilo biografico a lui dedicato in Annuario della Pontificia Acc. delle scienze, I, 1936-37, Città del Vaticano 1937, pp. 520-527. I cataloghi dattiloscritti della sua collezione si conservano in Roma, presso il Museo civico di zoologia (1/A34, 1/C89, 1/C90, 1/C91, 1/C92, 1/C95, 1/F193), insieme con i documenti relativi alla polemica con Alessandrini e ad altre lettere (non catalogati); copia di un curriculum e altri documenti sono in corso di catalogazione presso l'Archivio dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Fonti e Bibl.: M. Cerruti, P. L., in Memorie della Soc. entomologica italiana, XVII (1938), pp. 252-256; F. T., Ricordo di P. L., in Boll. dell'Associazione romana di entomologia, XXII (1967), 4, pp. 49 s.; G. Gobbi, Un forte camminatore: P. L. (1873-1937), ibid., LI (1997), 1-4, pp. 75-80; F. Raffaele - P. Pasquini, Storia e sviluppo della zoologia in Roma e nel Lazio, in Atti del II Congresso nazionale di studi romani,( 1930, Roma 1931, pp. 291 ss.; P. Pasquini, La zoologia in Roma e nel Lazio, in Le scienze fisiche e biologiche in Roma e nel Lazio, a cura di G. Agamennone, Roma 1933, pp. 231, 233; P. L., in Annuario della Pontificia Acc. delle scienze dei Nuovi Lincei, Città del Vaticano 1934, pp. 42, 56; G. Lepri, La zoologia a Roma nell'ultimo centennio. Museo e raccolte zoologiche, in Atti del IV Congresso nazionale di studi romani,( 1935, I-V, a cura di C. Galassi Paluzzi, Roma 1935, p. 6; A. Vigna Taglianti, I musei zoologici romani, in Legislazioni regionali sui musei scientifici. Etica del collezionismo naturalistico, in Atti del III Congresso dell'Associazione nazionale musei scientifici,( 1980, Trento 1982, pp. 78-84; Id., Storia dell'entomologia romana, in Atti del XII Congresso nazionale italiano di entomologia,( 1980, I-II, Roma 1983, pp. 53 s.; Id., Il Museo di zoologia: storia e prospettive, in La nostra Arca di Noè: storia e prospettive dello Zoo di Roma (catal., Roma), Venezia 1984, pp. 85-91; A. Vigna Taglianti - V. Vomero, Le collezioni del Museo civico di zoologia, ibid. pp. 92-101.