• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

PAOLO IV papa

di Gennaro Maria Monti - Enciclopedia Italiana (1935)
  • Condividi

PAOLO IV papa

Gennaro Maria Monti

Gian Pietro Carafa nacque nel 1476 a S. Angelo della Scala (Avellino) dal ramo beneventano di quella nobilissima famiglia di Napoli; a 14 anni fugge nel convento napoletano di S. Domenico Maggiore ma viene ricondotto a casa; a 18 anni è chierico; a 26 anni viene nominato cameriere pontificio e vive intemerato alla corte di Alessandro VI. Nel 1503 è protonotario apostolico e nell'anno seguente è designato vescovo di Chieti, della cui diocesi prende possesso nel 1506; poco dopo è nominato legato a Ferdinando il Cattolico, ma invano gli domanda il tributo feudale per il regno di Napoli; dal 1507 al 1513 è attivissimo presule nella sua diocesi; nel 1513-14 è legato a Enrico VIII d'Inghilterra; dal 1817 al 1820 è designato arcivescovo di Brindisi; nel 1520 prende parte alla compilazione della bolla Exsurge Domine contro Lutero. Mentre era già prossima la porpora cardinalizia, però, il Carafa rinunziò alla diocesi e fondò (con S. Gaetano) l'ordine dei chierici regolari, che dalla sua diocesi prese il nome di teatino.

Sia una certa sfiducia nell'attività di Clemente VII, sia il bisogno di riformare il clero soprattutto con l'esempio, spinsero i due fondatori: ma essi non intesero costituire un nuovo ordine monastico o fratesco, sibbene una riunione di chierici viventi in comune secondo i canoni apostolici con i tre voti di castità, ubbidienza, povertà. I voti furono da entrambi e da pochissimi seguaci emessi il 14 settembre 1524 e subito la loro vita di povertà, di abnegazione e di studio s'impose a Roma anche per l'assistenza agli appestati nel 1525, sì che si giunse a chiamare "teatino chi viveva più rigidamente degli altri". Scacciati poi nel 1527 dai lanzichenecchi saccheggianti Roma - erano 14 in tutto -, essi ripararono a Venezia a S. Nicola da Tolentino, e là il Carafa ebbe molti incarichi politici (nelle controversie tra la Serenissima e il papa e Ferdinando d'Asburgo) ed ecclesiastici. Anche a tale periodo, al 1532, appartiene un ampio ed efficacissimo memoriale, inviato a Clemente VII per la riforma della Chiesa, in cui esamina le eresie nel Veneto, le condizioni dei predicatori e confessori, dei monaci sfratati, della penitenzieria pontificia e dei vescovi, dei francescani, il dilagare dei libri eretici, e fa energiche proposte, fra cui quella di togliere l'Inquisizione ai frati e affidarla agli ordinarî e a legati del papa: memoriale che ispirò quello famoso emanato da una commissione cardinalizia (di cui faceva parte il Carafa) nel 1537, che ebbe il merito di delineare e avviare l'opera riformatrice della Chiesa.

Il Carafa, infatti, nel Natale del 1536 era stato nominato cardinale: ma l'alta dignità non alterò il suo tenore di vita, anzi, proprio per questo, potette dissentire apertamente talvolta da Paolo III e Giulio III. Divenne poi decano del S. Collegio, arcivescovo di Napoli, membro delle congregazioni più importanti, come quella per la riforma; partecipò alla compilazione del breve di biasimo a Carlo V per la dieta di Spira. Ma soprattutto egli diede massima attività all'Inquisizione, allorché per essa fu istituita a Roma nel 1542 una commissione di sei cardinali, di cui il Carafa fu a capo insieme con l'arcivescovo di Toledo.

Tanta attività ebbe lo sbocco nella sua elezione a papa, a 79 anni, nel 1555, dopo la morte immatura di Marcello I, a opera del partito cardinalizio della riforma che si sovrappose ai partiti politici francofilo e ispanofilo, e ciò malgrado le opposizioni di Carlo V.

Anche da pontefice egli continuò a occuparsi dell'Inquisizione, pur nei momenti di pericolo; si disse, anzi, nel 1558, che egli volesse lasciare ogni potere politico per dedicarsi solo al S. Uffizio. La sua opera fu severissima al riguardo ed egli giunse a dubitare perfino del futuro S. Pio V e fece imprigionare alcuni cardinali e vescovi. Fu grande riformatore dei disordini della Chiesa, specie circa la residenza dei vescovi, la scelta dei cardinali indipendentemente da ogni situazione politica, l'abolizione di entrate della penitenzieria e dataria, la corruzione del clero.

Tuttavia, se tanti successi ebbe la sua attività religiosa, ben disgraziata fu quella politica. Divenuto nemico degli Asburgo, più che per il suo antico malcontento contro gli Spagnoli e gli stranieri in genere, o per gl'intrighi dei nipoti, o per un'aspirazione d'indipendenza della sua patria, specie per difendere gli antichi diritti della Chiesa e l'altissimo senso della dignità papale offesa, s'indusse alla guerra contro Filippo II. Ma questa finì presto, perché le poche milizie pontificie e alcune francesi furono sopraffatte dalle milizie del viceré di Napoli, che si spinsero fin presso Roma; anche se vinto, però, P. ottenne che il vicerè gli facesse atto di sottomissione a nome del suo sovrano e ne implorasse il perdono, oltre a restituire i territorî conquistati.

Viceversa, fra i suoi difetti fu quello del nepotismo, in favore del nipote Carlo, creato cardinale segretario di stato, e di due suoi fratelli: nepotismo dovuto anche all'appartarsi del papa dai negozî politici per dedicarsi alla sua attività riformatrice della Chiesa. È vero, però, che quando egli conobbe la vita immorale dei nipoti - più che i loro intrighi politici tra Spagna e Francia e il tentativo di diventare signori di Siena - P. diede un grande esempio con la loro "cacciata" cioè la condanna all'esilio e la perdita delle loro cariche (gennaio 1559) che fu "la condanna di un sistema, la rottura violenta e definitiva con tutto un passato".

Otto mesi dopo, il papa, a 83 anni, morì d'idropisia, dopo avere raccomandato ai cardinali di eleggergli a successore un "acerrimo difensore della S. Sede" e un "persecutore degli eretici" e di vigilare contro sedizioni popolari. E difatti la plebe romana, reagendo ai rigori del morto pontefice, tumultuò giungendo ad abbattere la sua statua sul Campidoglio e a gettarne la testa nel Tevere.

P. IV morì, insomma "quando ognuno gli imprecava la morte" come si espresse un oratore veneto, ma i suoi successori (come Pio V) e gli storici posteriori gli resero giustizia, riconoscendo nel suo pontificato "non ostante tutti gli sbagli ed errori, un'importante pietra miliare nella storia della Riforma cattolica, di cui egli preparò la vittoria". Certo egli fu una figura eccezionale di animatore, un esempio mirabile di austerità, di fermezza e di energia.

Bibl.: A. Caracciolo, Vita et gesti di P. IV (op. manoscritta); C. Bromato, Storia di P. IV, voll. 2, Ravenna 1748-53; L. von Pastor, Storia dei papi, trad. it., IV, ii, V, VI, Roma 1926-27; R. Ancel, in Revue bénédictine, XXII, XXV e XXVI, e in Revue des questions historiques, XLII; F. Riess, in Historische Studien, LXVI; G. M. Monti, Ricerche su papa P. IV, Benevento 1925, e Profilo, ivi 1927; P. Paschini, S. Gaetano, G. P. Carafa e le origini dei Teatini, Roma 1926.

Vedi anche
Pàolo III papa Pàolo III papa. - Alessandro Farnese (Canino 1468 - Roma 1549). Papa dal 1534, il suo pontificato fu segnato soprattutto dalla reazione contro il protestantesimo. Approvò l'ordine dei gesuiti, costituì la Congregazione del Sant'uffizio (Inquisizione romana, 1542) e infine, nel dicembre 1545, convocò ... Inquisizione Speciale tribunale ecclesiastico per la repressione dell’eresia. 1. Inquisizione medievale Le origini dell’Inquisizione vanno collocate tra la fine del 12° sec. e gli inizi del 13°, quando la Santa Sede – ritenendo insufficienti alla repressione dell’eresia (soprattutto catara e valdese) i mezzi ordinari ... Teatini Gli appartenenti all’ordine di chierici regolari fondato nel 1524 da s. Gaetano da Thiene e da Giampietro Carafa (poi Paolo IV), vescovo di Chieti (da cui il nome). Teatine (o suore t. dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine) Le appartenenti alla congregazione fondata nel 1583 a Napoli dalla venerabile ... Stato Pontificio Con riferimento al pontefice romano come sovrano temporale, lo Stato della Chiesa, governato dal papa fino al 1870. 1. L’origine Lo Stato Pontificio, Stato nacque da una base costituita dalla sovrapposizione del Patrimonio di S. Pietro (➔) sul ducatus bizantino. Alla metà dell’8° sec. il duca come ...
Altri risultati per PAOLO IV papa
  • PAOLO IV, papa
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 81 (2014)
    Alberto Aubert PAOLO IV, papa. – Gian Piero Carafa nacque il 28 giugno 1476 a Capriglia (Avellino) da Giovanni Antonio, barone di Sant’Angelo della Scala, e da Vittoria Camponeschi. Una precoce vocazione religiosa lo indusse agli studi teologici e, nel 1494, a trasferirsi a Roma per intraprendere la ...
  • Paolo IV
    Dizionario di Storia (2011)
    Papa (Capriglia, Avellino, 1476-Roma 1559). Gian Piero Carafa, nato da famiglia dell’alta nobiltà napoletana, giunse a Roma nel 1494 per intraprendere la carriera ecclesiastica sotto la guida dello zio cardinale. Vescovo di Chieti nel 1503, fu assiduamente impiegato dai pontefici in missioni diplomatiche ...
  • Pàolo IV papa
    Enciclopedia on line
    Gian Pietro Carafa (Sant'Angelo a Scala 1476 - Roma 1559). Inquisitore, divenne papa nel 1555. Intransigente fautore della Controriforma, ampliò i poteri dell'Inquisizione e nel 1559 pubblicò il primo Indice dei libri proibiti (elenco delle pubblicazioni ritenute contrarie alla dottrina cattolica). ...
  • PAOLO IV
    Enciclopedia dei Papi (2000)
    Paolo IV Alberto Aubert Appartenente ad una delle più antiche famiglie della nobiltà napoletana, Gian Piero Carafa nacque a Capriglia (Avellino), il 28 giugno 1476, da Giovanni Antonio, barone di Sant'Angelo della Scala, e Vittoria Camponeschi. Non senza toni apologetici, i suoi principali biografi, ...
Vocabolario
papà
papa papà (ant. pappà) s. m. [voce onomatopeica del linguaggio infantile]. – Padre. È voce fam. e affettuosa, largamente diffusa in tutta Italia (mentre babbo si va sempre più restringendo all’ambito toscano), usata soprattutto come vocativo...
anti-Papa
anti-Papa agg. inv. Che si oppone all’influenza esercitata dal Papa. ◆ L’accoglienza è stata eccezionale; i manifestini «anarchici» anti-Papa affissi dieci giorni fa non hanno avuto evidentemente nessun seguito, anche se corre voce di qualche...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali