GHERARDO (Gerardo, Girardo), Paolo
Tipografo attivo a Venezia nel XVI secolo, del quale risultano ignote le date di nascita e di morte; poiché la sua produzione tipografica ed editoriale è concentrata negli anni 1543-60, la nascita può essere collocata nella prima metà del secolo. Nelle note tipografiche il cognome compare in forme diverse, ma Gherardo è la più usata.
Della oscura vita del G. si ha notizia di un processo da lui subito il 2 apr. 1553, insieme con Giovanni Griffio, per aver stampato senza licenza una "lettera del re christianissimo agli elettori dell'Impero". In conseguenza del processo furono comminate all'editore e al suo tipografo una multa di 25 ducati e una pena di un mese di prigione (Pesenti, p. 15). Il G. fu tipografo, libraio ma soprattutto editore, come segnala il Borsa e come ampiamente viene documentato da G. Moro nell'introduzione all'edizione anastatica del Novo libro di lettere. Lo studioso attribuisce al G. 32 edizioni dal 1543 al 1560 (otto edizioni in più rispetto alle 24 segnalate da Pastorello, che concentra l'attività del G. negli anni 1552-60). Alla ricognizione del Moro vanno aggiunte ancora tre edizioni: L. Capilupi, Cento ex Virgilio (1543, senza indicazione di tipografo); una traduzione del primo libro dell'Eneide a cura di B. Daniello (1551); G. Cafaro, Grammatices epitome (1560). Stamparono per il G.: V. Ruffinelli (L.B. Alberti, De republica, de vita civile, de vita rusticana, 1543), i Farri (G. Camillo, Due trattati, l'uno della materia… l'altro della imitatione, 1544); G.M. Bonelli (A. Leonico, L'amore di Troiloet Griseida, 1553); G. Griffio (Lettera del re cristianissimo agli elettori dell'Impero, 1553). Ma particolarmente proficuo e intenso fu il sodalizio con Comin da Trino, con il quale il G. stampò la parte maggiore e più interessante della sua produzione (Nuovo Portolano, 1544; Novo libro di lettere, 1544; Aristotele, Rhetoricorum libri tres, 1544; La intrata del re christianissimo, 1547; P. Pino, Dialogo di pittura, 1548; M. Guazzo, Astolfo borioso, 1549; F. Petrarca, Canzoniere, 1550; F.M. Alunno [F. Del Bailo], Le osservazioni sopra il Petrarca, 1550; Callisto da Piacenza, Enarrationes, 1550; F.M. Alunno, La fabbrica del mondo, 1555; G. Boccaccio, Il Decamerone… e le ricchezze della lingua volgare sopra il Boccaccio di F.M. Alunno, 1557).
Due le marche che contraddistinguono le edizioni del Gherardo. Nella prima un'aquila incoronata ad ali spiegate posa gli artigli su un libro chiuso con borchie. Fu attribuita a Comin da Trino (Vaccaro, fig. 315), ma essendo la bottega del G. "all'insegna della aquila", si è poi ritenuto di assegnarla al G. (Ascarelli - Menato, pp. 383 s.). L'altra marca presenta sempre l'aquila incoronata ad ali spiegate, ma con gli artigli poggiati su un mondo alato. Sotto il mondo un'asta, la cui punta inferiore è conficcata in mezzo a un libro aperto. Lungo l'asta due mani intrecciate, due cornucopie e due piccoli serpenti. Questa marca è stata interpretata come una ricca simbologia, secondo la quale il libro è emblema della sapienza che deriva dallo studio, mentre la corona che sovrasta l'aquila è indicativa di nobiltà. Inoltre le due mani che si stringono, indicherebbero fede e sono segno di società fra due o più tipografi. Varie anche le formule di stampa ricorrenti: "apud P.um Girardum", "appresso Paulo Girardo", "ad instantia di Paulo Girado" (1543); "per Paulo Gerardo" (1544); "per Paolo Gherardo" (1545); "a istanza di m. Paolo Gherardo" (1545, 1552, 1557); "Per Pauolo Gherardo" (1546-50, 1554); "apud P.um Gherardum" (1550); "appresso Paolo Gherardo" (1552, 1553, 1554, 1557); "per Pauolo Gherardo" (1553); "per Paulo Gherardo" (1556); "alla libreria dell'Aquila" (1557); "per Paolo Gerardo" (1560). Dalla produzione si evince che il suo maggiore interesse è per la letteratura, in particolare quella in volgare e di autori contemporanei. Lo dimostrano le pubblicazioni delle opere di F. Alunno, di Sabba da Castiglione, di B. Daniello, di G. Camillo, di L. Capilupi, di P. Pino, di G. Cafaro e di P. Albignani, autori tutti vissuti nella prima metà del sec. XVI.
Fonti e Bibl.: Novo libro di lettere scritte da i più rari auttori e professori della lingua volgare italiana, rist. anast. delle edizioni Gherardo, 1544 e 1545, a cura di G. Moro, Sala Bolognese 1987; S. Bongi, Annali di GabrielGiolito de' Ferrari, I, Roma 1890, p. LX; E. Pastorello, Tipografi, editori, librari a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, p. 41, n. 213; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, p. 200, fig. 133; G. Pesenti, Libri censurati a Venezia nei secoli XVI-XVII, in La Bibliofilia, LVIII (1956), pp. 19 s.; Short-title catalogue of books printed in Italy… from 1465 to 1600 now in the British Museum, London 1958, p. 836; H.M. Adams, Catalogue of books printed… 1501-1600 in Cambridge libraries, II, Cambridge 1967, p. 482; Short-title catalogof books printed in Italy… 1501-1600 held in selected North American Libraries, III, Boston 1970, p. 487; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1485-1600, I, Baden Baden 1980, p. 158; E. Vaccaro, Le marche dei tipografi ed editori italiani nel secolo XVI nella Biblioteca Angelica di Roma, Firenze 1983, pp. 279 s.; G. Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento, Milano 1986, I, XVI h, k; II, figg. 121, 124; Index de Venise 1549 Venise et Milan 1554, in Index des livres interdits, a cura di J.M. De Bujanda, III, Sherbrooke 1987, pp. 197 s.; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del '500 in Italia, Firenze 1989, pp. 383 s.; Istituto centrale per il catalogo unico, Le edizioni italiane del XVI secolo, I-III, Roma 1988-93, ad indices.