FERRETTI, Paolo
Nacque a Roma il 21 febbr. 1864 da Luigi e Teresa Fanni. Frequentò l'istituto di belle arti, dove fu allievo del pittore F. Prosperi, e, intorno al 1890, conobbe Nino Costa (catal. 1928 [XCIV ... Soc. amatori ...], p. 19). Il Costa, divenuto suo maestro ed amico, lo indirizzò verso lo studio del paesaggio e del "vero". Nel 1893 lo invitò a partecipare ad una mostra organizzata a Roma da In arte libertas, associazione da lui fondata: il F. vi espose una copia del Ritratto virile di Antonello da Messina conservato alla Galleria Borghese e, l'anno seguente, entrò a far parte dell'associazione.
Insieme con gli altri componenti del gruppo, il F. frequentava il caffè Greco e partecipava alle mostre organizzate negli studi. Come molti artisti della sua generazione, fu incline all'esaltazione individualistica e sentimentale, in assenza, ormai, della spinta politico-patriottica. Nel 1894 soggiornò con il Costa a Marina di Pisa, dove eseguì il dipinto Bocca d'Arno (ripr. in Galassi Paluzzi, 1922), che rivela già uno stile personale caratterizzato da un gusto per i contrasti cromatici e luministici di vago sapore divisionista. Nel 1901 partecipò alla Biennale di Venezia, dove espose Pomeriggio d'autunno. Nel 1904 fu tra i fondatori (cfr. catal. 1928, p. 19) del gruppo dei XXV della Campagna romana costituito da artisti di età e formazione diverse (di cui molti provenivano da In arte libertas).
Ogni componente del gruppo aveva un soprannome desunto dai tratti somatici e dal carattere: il F. era chiamato Porchetto d'India (Muñoz, 1938) e si distingueva per la nobiltà d'animo e per l'assiduità nelle passeggiate domenicali, dedicate alla ricerca di nuovi temi pittorici, che si concludevano allegramente in osteria. A differenza di molti pittori del gruppo, il F. preferì all'acquerello la pittura ad olio, tecnica da lui impiegata soprattutto in opere di piccolo formato che gli consentivano una certa precisione e minuzia, senza rinunciare alla pennellata decisa. Il luogo preferito dal F. era Vallerano; i soggetti più ricorrenti il Tevere, l'Aniene, di cui conosceva tutto il corso, gli stagni della zona pontina, oltre ai ritratti.
Nel 1909 il F. partecipò alla mostra della Società amatori e cultori di belle arti di Roma, rassegna annuale alla quale prese spesso parte; nel 1911, sempre a Roma, fu presente all'Esposizione internazionale.
Dal 1913 al 1916 espose alle mostre della Secessione romana; alla terza (1915) partecipò anche in qualità di amministratore (cfr. catal.). Nel 1921, accanto a N. Pazzini, U. Coromaldi ed altri artisti, prese parte alla prima Biennale romana, dove espose tre quadri, tra cui Armonia in verde che venne acquistato dalla regina Margherita. L'anno dopo partecipò alla mostra dei XXV della Campagna romana, allestita nell'ambito della esposizione della Società amatori e cultori, con il dipinto Colli Albani, che fu acquistato per la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (cfr. Bollettino d'arte, II[1922], p. 95). Nel 1923 e 1925 espose alle altre due edizioni della Biennale romana. Sempre nel 1925 fu nominato accademico residente aggiunto, per la classe di pittura, dell'Accademia di S. Luca. L'anno seguente prese parte alla Biennale veneziana, dove tornò ad esporre anche nel 1928, e partecipò con Scogliere di Portovenere e Scogliere di Nettuno alla prima Mostra nazionale d'arte marinara, che si inaugurò nel novembre del '26 a Roma. Nel 1927, in occasione del centenario della nascita di Costa, il F. fu incaricato di allestire al Campidoglio la mostra romana imperniata sulle opere eseguite dal maestro in Inghilterra. L'anno dopo il F. risulta il primo dei "postcostiani" presenti alla mostra della Società amatori e cultori con 23 dipinti e due disegni, datati tutti dal 1894 al 1925 (cfr. catal. 1928, p. 19). La mostra costituì per il F. l'occasione di allestire una personale, proprio nell'anno in cui divenne accademico di merito residente dell'Accademia di S. Luca.
Sempre accanto ad alcuni pittori dell'ormai disciolto gruppo dei XXV (Pazzini e A. Battaglia, tra gli altri), tra il 1929 e il 1932 il F. prese parte alle prime tre mostre regionali organizzate dal Sindacato fascista belle arti del Lazio: in occasione della seconda (1930) espose sei vedute di Vallerano (cfr. catal., p. 18); si occupò inoltre di ordinare, insieme con Coromaldi, due delle sale della mostra dell'Ottocento, che fu contemporaneamente allestita, sempre al palazzo delle Esposizioni, per le celebrazioni del centenario della Società amatori e cultori.
Nel 1935 il F. espose a Roma, accanto a Pazzini, alla seconda Quadriennale nazionale d'arte (cfr. catal., pp. 198 s., Al Palatino, ripr.); nello stesso anno donò all'Accademia di S. Luca, su invito della stessa, il dipinto A Fiumicino, che si conserva tuttora nella galleria dell'Accademia.
Morì ad Anzio (Roma) il 17 luglio 1937.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate nel testo, cfr. Roma, Archivio storico dell'Accademia di S. Luca, filza 1925,fasc. II, Albo accademico (nomina ad accademico aggiunto); filza 1928, Titolo IX/1, Verbali delle classi (nomina ad accademico di merito); filza 1935, Titolo III/3, Proprietà-galleria (lettera del F. del 21 maggio 1935; su cortese segnalazione di R. Catini); C. Galassi Paluzzi, I XXV della Campagna romana, Roma 1922, pp. 11, 44 s.; XCIV Esposizione di belle arti d. Società amatori e cultori di belle arti (catal.), Roma 1928, pp. 19 s.; P. Scarpa, Artisti contemporanei italiani e stranieri residenti in Italia, Milano 1928, p. 101; D. Angeli, Le cronache del caffè Greco, Roma 1930, p. 139; A. Muñoz, Un pittore romano, P. F., in L'Urbe, III(1938), 1, pp. 38-42; V. Martinelli, Paesisti romani dell'Ottocento, Roma 1963, p. 69; R. Mammuccari, Poesia della Campagna romana nell'arte dei XXV, Velletri 1979, pp. 13-18, 20 ss., 53 s.; Dalla Campagna romana alle paludi pontine, Roma 1987, pp. 70-79; E. Crispolti, in La pittura in Italia. Il Novecentoli, Milano 1991, I, ad Indicem; R. Mammuccari, La Campagna romana, Roma 1991, p. 260; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 44 s.; Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, IV,p. 411.