MASPES, Paolo Emilio
– Nacque a Torino il 30 genn. 1906 da Adolfo Domenico e da Antonia Fornaca.
Superati i primi studi, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Torino. Eccellente studente, fu allievo interno dell’istituto di anatomia diretto da Giuseppe Levi. Avviatosi presto alla ricerca scientifica, si dedicò inizialmente allo studio istologico e morfogenetico della tiroide sotto la guida e con la collaborazione di L. Bucciante. Poté così pubblicare i suoi primi lavori: Di un aspetto transitorio del parenchima tiroideo dei mammiferi e dell’uomo nello stadio prefollicolare, in Monitore zoologico italiano, XL (1929), pp. 38-42 e Sulla morfogenesi della ghiandola tiroide nell’uomo ed in altri mammiferi, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, XXVII (1930), pp. 419-465, il secondo dei quali costituì argomento di discussione della sua tesi di laurea, conseguita il 12 luglio 1929. Il 1° febbr. 1930 divenne assistente volontario presso l’istituto di neuropatologia dell’Università di Torino diretto da E. Lugaro. Conseguite nel 1934 la specializzazione in neurologia e l’anno successivo la libera docenza in clinica delle malattie nervose e mentali, fu assistente volontario nella clinica psichiatrica universitaria dal 1° febbr. 1936 al 1° genn. 1937; passato come assistente incaricato nella clinica delle malattie nervose e mentali, il 1° ott. 1938 fu nominato assistente effettivo.
Aveva indirizzato i suoi primi lavori alla messa a punto di un particolare metodo di impregnazione argentica per lo studio istologico dell’encefalo (Studio sulla macroglia della corteccia cerebrale nel cane normale, in Riv. di patologia nervosa e mentale, 1932, vol. 40, pp. 414-439), alla ricerca della possibile esistenza di correlazioni tra differenti quadri anatomopatologici e rispettive manifestazioni cliniche e all’individuazione dell’origine dei sintomi di alcune malattie neurologiche (Emorragia subaracnoidea da aneurisma dell’arteria basilare. Sindrome peduncolare alterna con movimenti coreo-atetosici, ibid., 1934, vol. 43, pp. 1051-1076; Glioma del midollo spinale diffuso alle meningi. Istogenesi e rapporti con la siringomielia, in Riv. di patologia nervosa e mentale, ibid., pp. 1142-1212; Sui rapporti tra alcune manifestazioni di parkinsonismo post-encefalitico, sindromi isteriche e sindromi catatoniche, in Minerva medica, XXV [1934], 2, pp. 321-327, in collab. con G. Roasenda;), alla descrizione di casi clinici di particolare interesse (Sindrome narcolessica-onirica d’origine diencefalica, ibid., 1933, vol. 41, pp. 137-162; Radicolo-nevriti infettive acute di origine indeterminata, ibid., 1933, vol. 42, pp. 735-750, in collab. con S. Garetto; Studio clinico ed anatomo-patologico di un caso atipico di sclerosi laterale amiotrofica, ibid., 1934, vol. 44, pp. 225-267, in collab. con M. Piolti), a indagini di fisiopatologia neuro-muscolare (La cronassia dell’apparato neuro-muscolare in varie condizioni patologiche, ibid., 1934, vol. 43, pp. 84-89, in collab. con F. Visintini; Ricerche sulla cronassia nella sindrome catatonica e nella sua interruzione sperimentale, ibid., pp. 1085-1096, in collab. con F. Visintini; Sulla cronassia nella miastenia e sue variazioni sotto l’azione di alcuni farmaci, in Riv. di neurologia, VII [1934], pp. 667-681, in collab. con A. Romero), alle applicazioni diagnostiche della pneumoencefalografia (Ricerche pneumoencefalografiche, in Riv. di patologia nervosa e mentale, 1934, vol. 44, pp. 151-200; Tecnica e indicazioni della pneumografia dell’encefalo, in Riv. oto-neuro-oftalmologica e radio-neurochirurgica, XI [1934], pp. 320-329). Di notevole rilievo furono, in questo primo periodo, gli studi che, in collaborazione con U. Gallian, il M. condusse sull’anatomia patologica e sulla clinica delle cosiddette meningiti sierose (Sulla patogenesi della forma idrocefalica della «meningite sierosa». A proposito di una osservazione anatomo-clinica, in Riv. di patologia nervosa e mentale, 1937, vol. 49, pp. 401-460; Le meningiti sierose. Parte prima, in Arch. per le scienze mediche, 1938, vol. 66, pp. 325-340; Le meningiti sierose. Parte seconda, ibid., 1939, vol. 67, pp. 26-76); inoltre il contributo alla conoscenza dell’emangioblastoma cerebellare, con l’importante dimostrazione dell’esistenza nel contesto del neoplasma di una proliferazione vascolare, causa del frequente riscontro di cisti post-emorragiche nel tessuto tumorale (Sulla struttura istologica dell’emangioblastoma cerebellare, in Cancro, 1931, vol. 5, pp. 80-86; Emangioblastoma cerebellare, in Riv. di patologia nervosa e mentale, 1934, vol. 43, pp. 1013-1050).
Dopo il conseguimento della libera docenza, intanto, il M. aveva cominciato a orientare i suoi interessi allo studio e all’approfondimento della neurochirurgia: acquisita una buona preparazione di base in chirurgia generale presso l’istituto di patologia chirurgica dell’ateneo torinese, nel 1937 si recò a perfezionarsi nelle celebri scuole neurochirurgiche di Stoccolma e di Berlino, dirette rispettivamente da H.A. Olivecrona e da W. Tönnis. Al ritorno in sede poté recare un valido contributo all’affermazione di una specialità che era in quel periodo in pieno, rigoglioso sviluppo particolarmente in riferimento ai tumori cerebrali: sostenitore del concetto di «chirurgia funzionale», grazie all’ottima preparazione fisiopatologica e all’esperienza semeiologica e diagnostica egli fece propria una pratica operatoria tesa a ripristinare la condizione di validità attraverso la «ricostruzione», possibilmente privilegiando la «sostituzione» piuttosto che la «distruzione». Concentrò allora i suoi studi prevalentemente nell’ambito della specialità, e più in particolare nel campo dei tumori cerebrali, pubblicando i suoi primi lavori sull’argomento: Elementi diagnostici e problemi chirurgici dei meningiomi parasagittali, in Boll. e memorie della Soc. piemontese di chirurgia, VIII (1938), pp. 152-170; Modificazioni del campo e dell’acutezza visiva dopo interventi chirurgici sulla regione ottico-chiasmatica, in Minerva medica, XXX (1939), 1, pp. 80-88.
Richiamato alle armi in occasione del secondo conflitto mondiale, il M. partecipò alle operazioni con il grado di maggiore medico. A guerra conclusa, riprese la sua attività nell’università torinese: nel 1951 D. Bolsi, succeduto a Lugaro nella direzione della clinica delle malattie nervose e mentali, lo nominò aiuto e gli affidò la direzione del neoistituito reparto di neurochirurgia, incaricandolo dall’anno accademico 1952-53 del corso di neurochirurgia presso la scuola di specializzazione in psichiatria e neuropatologia. Conseguita nel 1954 la libera docenza in neurochirurgia, nel 1956, ternato al concorso per la cattedra di clinica delle malattie nervose e mentali, fu chiamato nell’Università di Cagliari. Qui fondò il Centro regionale sardo di neurochirurgia, che diresse fino al 1958, quando la facoltà medica dell’Università di Milano lo chiamò a dirigere la neoistituita cattedra di neurochirurgia. Assunta la direzione dell’insegnamento, il M. nel 1959 divenne ordinario e due anni più tardi direttore del nuovo istituto di neurochirurgia che era stato ricavato nei locali del padiglione Beretta ovest dell’ospedale Policlinico e che divenne in breve tempo uno tra i più avanzati centri clinico-scientifici specialistici europei.
In pochi anni il padiglione, adeguatamente ristrutturato, divenne la nuova, moderna clinica neurochirurgica universitaria milanese, dotata di sofisticate attrezzature e strumentazioni: quattro sale operatorie, delle quali una riservata a interventi di altissima chirurgia e una corredata di apparecchiature elettroniche per la chirurgia stereotassica; un reparto di terapia intensiva e rianimazione per pazienti gravi e in coma, con annesso laboratorio di ricerche chimico-biologiche; modernissimi reparti di radiologia e di neurofisiologia clinica e sperimentale; laboratori di istopatologia, di diagnostica radioisotopica, di otoneurologia.
Alla direzione della clinica, inaugurata ufficialmente il 15 maggio 1965, il M. poteva così proseguire la tradizione neurochirurgica milanese che aveva avuto inizio con l’opera pionieristica clinica, radiodiagnostica e operatoria di M. Donati, A.M. Dogliotti, G.M. Fasiani: in occasione dell’inaugurazione organizzò un congresso internazionale sul trattamento delle discinesie giovanili (Interventi neurochirurgici tradizionali per la terapia delle sindromi discinetiche infanto-giovanili, in Infanzia anormale, 1965, vol. 64, pp. 560-579, in collab. con C.A. Pagni).
Autore di oltre 150 pubblicazioni, il M. recò validi contributi alla clinica neurochirurgica: alla diagnostica e alle tecniche operative della patologia neoplastica, dedicando in particolare un significativo interesse ai tumori della regione pineale e alla gliomatosi cerebrale (Pinealomi e tumori della regione pineale, in Minerva chirurgica, IV [1949], pp. 317-337; Gliomatosi cerebrale diffusa, in Riv. di patologia nervosa e mentale, 1953, vol. 74, pp. 309-322, in collab. con F.R. Grattarola); allo studio dei fenomeni fisiopatologici conseguenti a determinati interventi sull’encefalo, tra i quali la descrizione degli effetti della sezione dello splenio del corpo calloso e la dimostrazione dell’esistenza nell’uomo di fibre che collegano l’area striata dell’emisfero non dominante con un centro verbo-gnosico situato in quello dominante (La syndrome expérimentale chez l’homme de la section du splénium du corps calleaux: alexie visuelle pure hémianopsique, in Revue neurologique, 1948, vol. 80, pp. 100-113; Phonetic disorders in lesions of the medial surface of the frontal lobe of the dominant and minor hemysphere, in Folia phoniatrica, IX [1957], pp. 72-80, in collab. con V.A. Fasano - G. Broggi), e alla evidenziazione con metodi angiografici dei compensi circolatori in caso di obliterazione di arterie cerebrali (Considerazioni sul valore funzionale dei compensi circolatori angiograficamente dimostrati in casi di obliterazione di arterie cerebrali, in Sistema nervoso, X [1958], pp. 177-193, in collab. con E. Geuna - L. Infuso); alla conoscenza anatomo-istopatologica, elettroencefalografica e clinica dell’epilessia e alla possibilità del suo trattamento chirurgico (Epilessia temporale e suo trattamento chirurgico. Esperienza di 29 casi operati, in Giorn. della Acc. di medicina di Torino, CXVI [1953], pp. 79-117, in collab. con F. Marossero et al.; Reperti istopatologici nell’epilessia temporale, in Riv. di neurologia, XXIII [1953], pp. 447-457, in collab. con F.R. Grattarola - F. Marossero; Étude anatomopathologique de 36 cas d’épilepsie temporale opérés, in Acta neurologica et psychiatrica belgica, LVI [1956], pp. 103-114, in collab. con F.R. Grattarola - F. Marossero); al trattamento chirurgico degli ematomi intracranici (in collab. con G. Kluzer e V.A. Fasani: Considerazioni sulla diagnosi ed il trattamento chirurgico dell’ematoma subdurale cronico, in Boll. e memorie della Soc. piemontese di chirurgia, XXII [1952], pp. 332-339; Diagnostica e trattamento chirurgico degli ematomi intracerebrali, ibid., pp. 419-432), delle sindromi dolorose (Riflessioni sul problema del trattamento chirurgico delle algie cranio-cervico-facciali da neoplasia maligna mediante radicotomie multiple, in Minerva neurochirurgica, XIII [1969], pp. 29-33, in collab. con C.A. Pagni - A. Visca - A. Bollati; The iuxtapontine selective rhizotomy of the fifth cranial nerve with microneurosurgical technique, ibid., pp. 193-195, in collab. con G.C. Nicola; Problems in the surgical treatment of pain in malignancies of the head and the neck, in Bibliotheca psychiatrica, 1970, vol. 143, pp. 138-153, in collab. con C.A. Pagni) e delle distonie e discinesie (Ulteriori osservazioni sul trattamento delle sindromi discinetiche complesse mediante peduncolotomia, in Minerva neurochirurgica, IV [1960], pp. 80-84, in collab. con C.A. Pagni - I. Papo; Surgical treatment of dystonia and choreo-athetosis in infantile cerebral palsy by peduncolotomy, in Journal of neurosurgery, 1964, vol. 21, pp. 1076-1086, in collab. con C.A. Pagni); al perfezionamento delle tecniche operative, soprattutto con l’impiego dell’ipotermia (L’impiego dell’ipotermia nel trattamento dei traumi cranio-cerebrali acuti, in Gazzetta sanitaria, XXXII [1961], pp. 375-385; Moderate hypothermia in neurosurgical operations indications and results, in Acta neurochirurgica, 1964, vol. 13, Suppl., p. 120, in collab. con F. Marossero; Final remarks on the clinical use of hypothermia in neurosurgery, ibid., p. 187, in collab. con G. Marini); alla possibilità dell’approccio chirurgico nel trattamento delle malattie mentali (Metodi, indicazioni e limiti attuali della terapia chirurgica delle malattie mentali, in Annali di freniatria e scienze affini, XXIV-LXXIV [1961], pp. 43-48; The present methods, indications and limitations of surgical treatment of mental diseases, in Panminerva medica, IV [1962], pp. 116-119). Tra i numerosi contributi recati dal M. alla clinica neurochirurgica una particolare menzione meritano le pionieristiche applicazioni della chirurgia stereotassica elettivamente nel trattamento del morbo di Parkinson, del dolore incoercibile e dell’epilessia (Implantantion d’électrodes de profondeur chroniques par la méthode stéréotaxique de Talairach, in Neurochirurgie, IX [1961], pp. 118-125; Étude stéréoélectroencéphalographique du lobe temporal dans sept cas d’épilepsie psychomotrice avec foyer EEG temporal, in Revue neurologique, 1963, vol. 108, pp. 98-106, in collab. con C. A. Pagni - V. Cassinari); e gli studi condotti in collaborazione con G. Marini sugli aneurismi intracranici (Aneurysms of the communicating artery, in Acta neurochirurgica, 1963, vol. 11, pp. 479-494). Infine si ricordano ancora le collaborazioni del M. a due trattati: Interventi sul cranio e sul cervello, in Trattato di tecnica operativa fondato da O. Uffreduzzi, II, parte 1ª, Torino 1953, pp. 1-173; Diagnostica delle malattie del sistema nervoso, in Semeiotica e diagnostica medica. Manuale pratico per medici e studenti, diretto da P. Sisto, II, Torino 1957, pp. 676-802.
Nel 1976 il M. lasciò l’insegnamento, mantenendo la direzione della scuola di neurochirurgia fino al 1981 quando fu collocato a riposo col titolo di professore emerito. Appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere e nel 1948 fu tra i soci fondatori della Società italiana di neurochirurgia. Fu impegnato nell’edizione di importanti periodici scientifici: fondatore e direttore di Italian Journal of neurosurgical sciences, diresse Minerva neurochirurgica e fu membro dell’editorial board di Acta neurochirurgica. Il 9 giugno 1976 fu insignito con la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.
Il M. morì il 19 genn. 1989 a Zoagli, presso Genova, dove si era ritirato.
Fonti e Bibl.: Necr., in Acta neurochirurgica, 1989, vol. 101, 1-2, pp. 1 s., e in Journal of neurosurgical sciences, 1989, vol. 33, pp. 1 s.; A. Sironi, Il ruolo della «scuola milanese» nello sviluppo della neurochirurgia italiana ed europea, in Atti del XXXVIII Congresso della Soc. italiana di neurochirurgia, Alghero… 1989, Torino 1989, pp. 711-718; Id., L’apporto della neurologia alla nascita ed allo sviluppo della neurochirurgia in Italia, in Lo sviluppo stor. della neurologia italiana: lo studio delle fonti, a cura di G. Zanchin - L. Premuda, Padova 1990, pp. 237-241; Ospedale Maggiore. Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, a cura di P.M. Galimberti - S. Rebora, Milano 2005, ad ind.; Giornata di studi. Epilessia temporale: un problema aperto. Centenario della nascita del prof. P.E. M. (1906-1989), Milano 2006.