FILONARDI, Paolo Emilio
Nato a Roma nella seconda metà del secolo XVI, da Scipione e da Brigida Ambrosi, fu favorito nella carriera ecclesiastica dai buoni auspici del fratello Filippo, eletto cardinale da Paolo V nel 1611, e dalla tradizione famigliare. Canonico della basilica di S. Pietro nel 1613, il 18 dic. 1614 il F. fu nominato referendario nelle due Segnature e fu eletto arcivescovo di Amalfi l'8 febbr. 1616. Il 19 aprile seguente la segreteria di Stato gli comunicò l'elezione alla nunziatura di Napoli, della quale il F. prese possesso il 7 maggio.
Le istruzioni consegnate al F. dalla Curia riassumevano i suoi compiti in tre punti principali. Il primo e più importante era la difesa della giurisdizione e dell'immunità ecclesiastica dalle continue violenze degli Spagnoli. Il secondo richiamava l'attenzione del F. sul ruolo di collettoria ricoperto dalla nunziatura: doveva sorvegliare gli spogli degli ecclesiastici deceduti nel territorio del Regno, difendere i beni della Chiesa, controllare la regolare riscossione delle tasse. Infine, poiché i vescovi del Regno amavano risiedere a Napoli, il F. avrebbe dovuto insistere perché fosse rispettato l'obbligo della residenza.
Ma l'attività del F. non ebbe affatto i caratteri di semplice amministrazione di una collettoria. Le tensioni successive all'affaire Campanella e quelle legate alla cosiddetta congiura del duca di Osuna nel 1620 lo videro infatti grande mediatore nel tentativo monarchico-feudale di autonomismo politico del Regno di Napoli dalla Corona spagnola.
Se una grave lacuna nel materiale archivistico conservato nell'Archivio segreto Vaticano non permette di chiarire molti dei problemi inerenti le vicende del Campanella, emerge comunque il valore culturale e morale di una polemica che superava ormai i limiti del contrasto religioso. Nei consigli rivolti al F. dal cardinale S. Borghese sul modo di interpretare il suo incarico è evidente la preoccupazione per il pericolo rappresentato dalla presenza in Napoli del Campanella: "Ha fatto bene a prendere le distanze presso questo Viceré dalle istanze avanzate dal Campanella, perché è persona della qualità a lei nota, et conviene havergli buona custodia, et in specie che non habbia commodità né di trattare, né di scrivere ad altri, et V. S. lo ricordi dove bisogna" (Arch. segreto Vaticano, Nunziatura di Napoli, 326, f.309).
Le lettere disponibili del F. costituiscono un'importante testimonianza della tensione politica attraversata dal Regno di Napoli in quel particolare tornante storico.
I quattro anni di viceregno di P. Girón, duca di Osuna, dal 1616al 1620, che quasi coincisero con il periodo dell'incarico ricoperto dal F. segnarono uno dei punti più critici nelle relazioni tra Napoli e Madrid: nel momento in cui stava per prendere forma una grave e profonda crisi economica e finanziaria, il vicerè tentò di coinvolgere nel governo del Regno le forze più avanzate del ceto civile, contrapponendole alla nobiltà turbolenta. La partecipazione dei rappresentanti del seggio del popolo alle magistrature e agli uffici del Regno e la successiva esautorazione dai poteri amministrativi dei seggi nobili creava le basi per un più articolato gioco politico. In un quadro così complesso la politica della Curia romana, nella persona del F., operò su un duplice livello: da una parte difese con energia le proprie prerogative e i propri privilegi di fronte all'aggressività del potere regio, dall'altra cercò di conservare un rapporto privilegiato con la Corona di Spagna in un'attenta politica di mediazioni che aveva proprio nei nunzi apostolici di Napoli e Madrid i due punti principali di riferimento.
L'attività del F. rispecchia così fedelmente le istruzioni politiche a lui impartite dalla segreteria di Stato all'inizio del mandato. L'incarico presso la nunziatura apostolica di Napoli si protrasse sino al 26 marzo 1621, quando il F. fece ritorno a Roma. Richiamato in Curia, egli continuò a svolgere le funzioni di arcivescovo di Amalfi sino alla sua morte, avvenuta a Roma il 24 ag. 1624.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Arch. Concist. Acta Camerarii 15, f. 43; Ibid., Secretaria brevium 517, f. 49; Ibid., Nunziatura di Napoli, 20, 20E, 22 23, 326; Ibid., Datariae, 4; Bibl. ap. Vaticana, Barb. lat. 7466: Lettere di mons. P. E. Filonardi arcivescovo d'Amalfi, nunzio a Napoli a M. Barberini;Ibid., Chigi Q.I. 24: Istruzioni al nunzio di Napoli nell'anno 1616;G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, Venezia 1866, p. 611;L. Amabile, Fra' Tommaso Campanella nei castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi, Napoli 1887, I, p. 186; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes, p. 266; P. Gauchat, Hierarchia catholica, IV, Monasterii 1935, p. 80.