DELLA PORTA, Paolo (Paolo da Saronno)
Figlio di Cristoforo, non si conoscono la data e il luogo di nascita.
Poiché il nome Paolo Della Porta da Milano è scolpito, come autore, nel campanile del santuario di Saronno, datato 1516, e ci sono due note del 1495, provenienti da Pavia, che si riferiscono a Paolo da Saronno, si è supposto che essi siano la stessa persona (Calvi, 1865; Thieme-Becker).
A lui lo scultore Antonio Mantegazza, suo cognato, affidò, nel 1495, un figlio come apprendista (Calvi, 1865, p. 42) mentre lavorava alla certosa di Pavia. Il 16 ott. 1495, appena deceduto il Mantegazza, la duchessa Beatrice d'Este scriveva al marito, Ludovico il Moro, per raccomandargli il D. per il posto, lasciato vacante dal Mantegazza, di capo dell'officina (ibid.), ma il lavoro era già stato affidato a Cristoforo Solari.
Il D. è documentato in qualità di testimone (insieme a Benedetto Brioschi e suo fratello) alla certosa il 2 sett. 1496 e viene chiamato scultore (R. Maiocchi, 1949, p. 68).
Probabilmente, come molti altri membri dell'officina della certosa, il D. passò poi all'officina del duomo di Milano, dove il 24 luglio 1508, per la prima volta come "Della Porta", veniva pagato per finire "puttini marmoris" (Annali..., 1880, p. 142). Tra il i 508 e il 1523 non ci sono documenti noti sul D. connessi col duomo, ma dal momento che la sua opera maggiore, il campanile di Saronno, è firmata "da Milano", si può supporre che egli durante questo periodo avesse mantenuto tale occupazione.
Dal 1512 al 1515 il D., chiamato "picapetre e intagliator de petre", è documentato al duomo di Alba, attivo nella cappella di S. Teobaldo: ci sono note di pagamenti fatti al D. nel 1512, 1513, 1514, due nel 1515 (Schede Vesme,1982). In uno di questi ultimi, il pagamento è "pro sepultura fabricanda ad honorem beati Theobaldi", ma non è chiaro se esso designi l'ancona marmorea per l'altare, la cappella stessa, ambedue o nessuna delle due.
Nel 1515 si associò, in una posizione subordinata, Antonio Carlone che lavorò alla cappella fino al 1517 e a cui viene attribuita l'ancona di marmo dell'altare.
Il campanile del santuario della Madonna dei Miracoli a Saronno, cominciato nel 1498 da G. A. Amadeo, fu eretto dal D. negli anni 1511-1516. L'iscrizione sulla base dice: "Hoc opus factum. est per Magistrum Paulum della Porta de Mediolano die 25 iulii anno 1516". Nel 1523 il D. con Michele da Merate, nipote ed apprendista di Cristoforo Solari, fu autorizzato a lasciate per un mese l'officina del duomo di Milano, per lavorare ad una fontana per la marchesa di Mantova (Annali..., 1880, p. 226; E. Marani, Mantova. Le arti,Mantova 1961, p. 560 n. 96).
Del D. si conosce una sola opera, il campanile di Saronno, che presenta elementi di contatto sia con la certosa di Pavia sia con l'architettura milanese del XV secolo, con risultati pienamente rinascimentali.
Non si hanno notizie della famiglia del D., della sua vita privata o della data di morte.
Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo di Milano, III,Milano 1880, pp. 142, 226; Codice diplom. artistico di Pavia,a cura di R. Maiocchi, II, Pavia 1949, pp. 55,68; G. Calvi, Notizie ... dei principali architetti, scultori... in Milano..., II,Milano 1865, p. 42; G. Merzario, I maestri comacini, I,Milano 1893, pp. 185 s.;F. Malaguzzi Valeri, G. A. Amadeo,Bergamo 1904, pp. 104, 220; U. Nebbia, La scultura del duomo di Milano,Milano 1908, p. 158; P. Sevesi, Il santuario di Saronno, Milano 1926, p. 40; E. Arslan, L'archittura milanese del primo Cinquecento,in Storia di Milano, VIII,Milano 1956, p. 562; Schede Vesme, IV,Torino 1982, p. 1546; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon,XXVII, p. 284 (sub voce Porta, Paolo della).